La Gazzetta dello Sport - Cagliari
IL MONITO PER L’8 MARZO «SULLE DONNE PESANO ONERI E STEREOTIPI» IL GRIDO DELLE PIAZZE
Mattarella: «Troppe fatiche ma c’è una rivoluzione silenziosa» Poi il riferimento ai femminicidi: «Serve un’azione culturale» I cortei mescolano rivendicazioni e attacchi contro Israele
Celebrazioni al Colle
Il Quirinale celebra la Giornata della donna sottolineando il contributo all’arte, come metafora di una lotta per la piena affermazione del mondo femminile. Mentre le piazze chiedono tutele e diritti, in un sovrapporsi di rivendicazioni e di contestazione a Israele per la guerra a Gaza. Intanto sarà una donna, Elisabetta Belloni, a coordinare l’attività diplomatica italiana per il G7 e il G20
Un milione e mezzo di chili di mimose.
1Secondo Coldiretti, è il totale dei fiori donati ieri, nello stesso 8 marzo in cui - per rivendicare parità salariale e libertà di scelta sul proprio corpo - il corteo a Roma di Non una di meno chiedeva «non mimose ma megafoni». Come dire, meno simboli e più rispetto. Che è poi il senso del discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ieri, al Quirinale, ha celebrato la Giornata internazionale della donna parlando davanti alle immagini di Grazia Deledda, l’unica italiana ad aver vinto il Nobel per la Letteratura («Sono ardita e coraggiosa come un gigante e non temo le battaglie intellettuali», spiegava lei) e di Anna Magnani, di cui il figlio Luca disse: «Ha combattuto in un mondo maschilista restando fedele a se stessa, coraggiosa e anticonformista». Perché Mattarella ha ospitato al Quirinale l’evento “Donne dell’arte”, facendo dell’ambito creativo un’ampia metafora: «Le donne, per esprimersi e realizzarsi, hanno dovuto affrontare un supplemento di fatica — ha detto il presidente davanti alla premier Meloni — Come se dovessero superare continuamente esami più rigorosi». Ma anche se «oneri occulti e stereotipi riaffiorano pure nelle società che si ritengono più avanzate, le ansie di crescita, di emancipazione, l’anticipo del cambiamento, recano il segno delle donne». Si nota, osserva il Colle, una «nuova primavera», una «rivoluzione silenziosa» dalla letteratura alla musica, dal cinema al teatro - che punta ad abbattere gli ostacoli: e così, ieri al Colle, c’erano anche figure come Helena Janeczek, tedesca naturalizzata italiana, Premio Strega 2018 («La scuola dell’Italia unita è stata mandata avanti per due terzi dalle donne») e Chiara Capobianco, street artist romana («A casa c’era molto scompiglio quando hanno saputo cosa facevo, è un mondo ancora maschile»). Mattarella, però, ha toccato anche il tema dei femminicidi, ricordando Giulia Cecchettin, assassinata a novembre e chiedendo «un’azione culturale» in cui l’arte può essere «un veicolo efficace e trainante di formazione e di trasmissione di valori».
Dalle finestre dei palazzi, idealmente, arrivava invece il ruggito delle piazze.
La lotta contro gli abusi è stato uno dei fili conduttori dei cortei in scena da Milano a Roma passando per Torino, Napoli e Palermo - insieme al “no” alla «società iper-performativa», al precariato, ai tentativi di limitare il diritto all’aborto. Mentre a Tempo Pausania, in Sardegna, una manifestazione si è spinta fino a Palazzo di Giustizia, dove si celebra il processo che vede il figlio di Beppe Grillo coinvolto in un caso di presunto stupro di gruppo: «Siamo tutte parti lese», lo slogan. Una protesta che si è fortemente mescolata a quella contro Israele per la guerra a Gaza, con le hit di Lady Gaga, Katy Perry e Myss Keta a sovrapporsi a Bella Ciao. In un clima ancora velenoso: danneggiamenti a vetrine di negozi di catene Usa e contestazioni, a Roma, contro il giornalista David Parenzo («Mi hanno detto “Un sionista non può parlare») e a Firenze contro una ragazza che criticava il silenzio su Hamas.
Le cifre fanno pensare.
Il quarto trimestre del 2023 ha registrato un picco di chiama
te al 1522 (il numero antiviolenza e stalking) «mai osservato in passato — spiega l’Istat —. Sebbene già nei primi tre trimestri del 2023 il numero delle chiamate per telefono e chat al 1522 abbia mostrato una crescita rispetto agli anni precedenti, solo nel quarto arriva a totalizzare 21.132 chiamate valide, con un incremento percentuale dell’88,9% rispetto ai tre mesi precedenti e del 113,9% sul 2022». Mentre una ricerca dell’Unione degli Universitari evidenzia come gli atenei siano considerati luoghi non sicuri dal 20% di chi ha risposto al questionario. Da un’indagine della Statale di Milano fra tutte le componenti dell’Università – studenti, docenti, impiegati – sono emersi centinaia di casi di abusi e violenze sessuali. E un altro segnale eloquente arriva dalla Procura di Napoli: in città, le misure cautelari emesse per i reati di violenza di genere, maltrattamenti e stalking superano quelle concesse dai giudici su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.
L’8 marzo si è celebrato pure all’estero.
Anche dove è più rischioso farlo, come in Pakistan, dove solo il 21% delle donne lavora o a Istanbul, in Turchia, dove la Prefettura ha vietato la marcia prevista (per motivi di “ordine pubblico”) ma una manifestazione c’è comunque stata. Mentre nella cattolicissima Irlanda si è andati al voto per allargare il concetto di «famiglia fondata sul matrimonio» inserito nella Costituzione del 1937 ad ogni forma di «relazione duratura» e di «convivenza fra coppie o con i figli» e per eliminare l’articolo che rende un dovere «la cura domestica» da parte della donna.
In Italia, infine, una donna sostituisce un uomo.
Elisabetta Belloni, capo dei servizi segreti, sarà nominata coordinatrice dell’attività diplomatica del G7 e del G20 della Presidenza del Consiglio, al posto di Luca Ferrari, destinato all’ambasciata di Tel Aviv. Belloni era già stata candidata al Quirinale. Il prossimo gradino da scavalcare, mimose o no.