La Gazzetta dello Sport - Cagliari
Baltimora e il ponte del disastro Prima dell’impatto lanciato l’Sos
Nave urta il Key Bridge in acciaio. Le autorità escludono l’ipotesi sabotaggio Il bilancio è di almeno 6 dispersi nel fiume. Crollo dovuto all’effetto domino
ricostruzione», ha annunciato il presidente Usa Joe Biden. Mentre l’incidente, in Italia, ha riacceso il dibattito relativo al futuribile Ponte sullo Stretto di Messina. Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, ha replicato stizzito a chi gli chiedeva un parere sui social: «Ma cosa c’entra? Oltretutto il nostro progetto non prevede pilastri in mare, quindi episodi drammatici come questo non potranno verificarsi».
Milioni Il mercantile del disastro è lungo 300 metri e largo 48, costruito nel 2015. Era diretto a Colombo, nello Sri Lanka. È di proprietà della Grace Ocean Pte Ltd., mentre il Synergy Marine Group è il gestore che a sua volta l’aveva affittato al colosso delle spedizioni danesi Maersk. La Dali era stata coinvolta in una collisione nel 2016 ad Anversa, in Belgio: in quella occasione (il tempo era buono) la prua aveva raschiato il lato della banchina nel porto. Il Francis Scott Key Bridge fu invece inaugurato nel 1977 (costò 141 milioni di dollari) ed è intitolato all’autore del poema del 1814 da cui furono tratte le parole dell’inno degli Stati Uniti, The StarSpangled Banner. In acciaio ad arcate, era lungo 2,6 chilometri e consentiva alla strada Interstate 695, la Baltimore Beltway, di superare il Patapsco nei pressi del porto. A quattro corsie, veniva utilizzato in media da 11 milioni e mezzo di veicoli l’anno. Tutti i suoi elementi erano interconnessi e questo ha “agevolato” il crollo: secondo gli esperti, una sorta di “effetto domino”. Nella zona del porto, il fiume è attraversato anche da un altro ponte e da un tunnel. Dal 1985 Baltimora è gemellata con Genova, e il pensiero vola al Ponte Morandi.