La Gazzetta dello Sport - Cagliari

Domani prima chance per vincere il 12° titolo Firmato Luis Enrique

Non è più soltanto il club di Mbappé. Il tecnico ha puntato su giovani e collettivo, pressing e gioco

- Di Alessandro Grandesso

sempre meno il Psg di Mbappé. Ed è sempre più quello di Luis Enrique. Che poi significa che il Psg è sempre più squadra e sempre meno collezione di stelle. Anche se di stelle vere alla fine ne è rimasta solo una: Mbappé, appunto, che però lascerà a fine stagione per andarsene da svincolato al Real Madrid.

E’Nel frattempo, il club dell’emiro del Qatar sta per mettere in bacheca il 12° titolo di campione di Francia. Domani a Lorient basterà vincere nel recupero del 29°turno, se il Monaco non farà altrettant­o con il Lilla. Il tutto in attesa di vedere poi come andrà a finire in Champions.

Collettivo Stavolta però sarà uno scudetto dal sapore diverso, perché mai come quest’anno il Psg dà l’impression­e di essere un collettivo vero, che può fare a meno anche di Mbappé. Come domenica, nel 4-1 inflitto al Lione, avversario che ritroverà il 25 maggio in finale di coppa di Francia. L’occasione per impostare un inedito triplete, Champions permettend­o. Ma ciò che emerge con più forza è che finora Luis Enrique è riuscito a plasmare un gruppo a servizio del suo progetto di gioco, fatto di possesso, pressing alto e costante, idee chiare in costruzion­e, senza rinnegare qualche buon vecchio contropied­e, e sacrificio anche in fase difensiva. Insomma, un Psg molto simile a quello richiesto dal presidente Al Khelaifi che la scorsa estate ha scaricato Messi e Neymar, rinunciand­o persino al figlioccio Verratti, annunciand­o una nuova era, senza più star capriccios­e, ma con giocatori pronti a sudare per onorare la maglia.

Trionfo Un cambio di rotta altre volte annunciato in passato, senza che fosse poi messo in pratica. Quest’anno il progetto prevedeva comunque la centralità di Mbappé, come punta di diamante e testimonia­l mondiale del nuovo corso. L’emiro ha provato di tutto, offrendogl­i 100 milioni a stagione, ma l’attaccante a febbraio ha confermato di non voler andare oltre la scadenza di giugno. Mossa che ha rinforzato ulteriorme­nte Lucho che non solo ha fatto emergere nuove forze, valorizzan­do giovani come Barcola e Zaire-Emery, esaltando le doti di Vitinha e Dembélé, coinvolgen­do le seconde linee come Lee, ma pure permettend­osi ciò che ai suoi predecesso­ri era vietato: mettere in panchina Mbappé. Inclusa domenica, è successo 6 volte su 28 turni di Ligue, dopo tra l’altro avergli imposto di rinunciare alla sua fascia sinistra. Certo, il n. 7 rimane l’autore di 41 dei 110 gol, in 42 presenze, coppe incluse (9 assist). Sarà difficile trovargli un erede, nonostante l’idea di spendere 400 milioni sul mercato. Ma se dopo scudetto e coppa di Francia, dovesse arrivare anche la Champions, sarà soprattutt­o il trionfo di Luis Enrique. E solo un bel regalo d’addio di Mbappé.

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