La Gazzetta dello Sport - Cagliari
PIRLO-FABREGAS TRA SAMP E COMO TORNA IL DUELLO DELL’ELEGANZA
Si sono sfidati con i loro club e in Nazionale seminando classe e bellezza Il match di oggi riannoda il filo di quelle antiche battaglie
Se ai campioni che da giocatori hanno seminato bellezza una volta diventati allenatori riuscisse subito la medesima magia; allora oggi Andrea Pirlo e Cesc Fabregas sarebbero alla guida di due top-club. Invece il mestiere di allenatore quasi sempre contempla ostacoli, inciampi, battute d’arresto, rincorse utili a dare forma ad un’ambizione, la stessa di quando erano direttori d’orchestra in mezzo al campo e la musica che suonavano strappava ogni volta un’ovazione. Ritrovarli duellanti in Sampdoria-Como (ore 16.15), match che pesa moltissimo nella corsa-promozione, riannoda il filo di antiche sfide. Il percorso che ha portato Pirlo (45 anni il 19 maggio) in panchina è stato prima graduale, poi repentino. Oltre la gloria dei successi conquistati con Milan, Juventus e Nazionale; Pirlo ha vissuto due anni a New York, si è preso tre anni di pausa, quindi nel 2020 è stato nominato allenatore della Juventus Under 23. Sembrava un buon punto di partenza, ma l’inattesa piega degli eventi - il licenziamento di Sarri, la voglia di rinnovamento del club, l’affetto che lo legava a Andrea Agnelli - l’ha proiettato sulla panchina della Juventus da debuttante assoluto. A riconsiderare oggi il bilancio di quella stagione 2020-21 e il triennio avaro di soddisfazioni che ne è seguito, i due trofei conquistati - Coppa Italia e Supercoppa - brillano di una luce nuova.
di
L’ITALIANO I suoi inizi da tecnico hanno visto accelerazioni e brusche frenate A Genova per ripartire
I punti di contatto Mentalità vincente, l’idea del bel gioco e una leadership riconosciuta anche dai compagni
Tutor
Fabregas (37 anni il 4 maggio) ha debuttato nell’Arsenal a 17 anni quando - era il 2004 - Pirlo già incantava il mondo e raccoglieva i primi trofei con il Milan. La sua straordinaria carriera da calciatore (anche Barcellona, Chelsea e Monaco nel suo curriculum) ha messo subito la prolunga. Quando è arrivato a Como, nell’estate del 2022, il destino sembrava già scritto in filigrana. E così è andata, dopo l’ultimo campionato da calciatore giocato a spizzichi e bocconi, la nomina - la scorsa estate - a tecnico della Primavera e - a novembre, dopo l’esonero di Longo - la promozione ad allenatore della prima squadra, sebbene la mancanza del patentino preveda accanto a lui il tutor Osian Roberts. Ad accomunare Fabregas e Pirlo sono principalmente un’idea di bel gioco che hanno cercato di trasmettere alle loro squadre, una leadership riconosciuta e quella mentalità che è sempre stata vincente (lo dicono le loro carriere) e che ogni giorno - pur nei gangli della Serie B - prova a confermarsi come tale.
Entrambi custodivano nei loro piedi l’enciclopedia del Calcio. Pirlo è stato prima un trequartista raffinato, poi un irresistibile play, un regista tra i migliori degli ultimi cinquant’anni. Nella sua ricerca della perfezione, Pirlo dettando lanci , scovando pertugi per i gol dei compagni, ha fatto, divinamente, una sola cosa: ha dato ordine al mondo. Se Pirlo aveva in Gattuso il suo scudiero, al Milan e poi in Nazionale, Cesc - più elettrico di Andrea - ha giocato in un reparto di mezzo che per qualche anno è stato un modello di riferimento, con Xavi, Iniesta, David Silva, un inno al Tiki-Taka. Fabregas ha fatto il mediano, è stato a lungo mezzala, regista, trequartista, pure finto centravanti. Un tuttocampista come ce ne sono stati pochi negli ultimi vent’anni. Ad unire Andrea e Cesc ecco quindi il senso della posizione, le geometrie naturali di gioco, quella qualità insita in certi fuoriclasse che si identifica con una naturale attitudine al gioco, come se non sapessero fare altro che giocare (bene, benissimo) a pallone.
La prima volta La prima volta che si trovano uno di fronte all’altro è il 20 febbraio 2008. A Londra, ottavi di andata di Champions. Arsenal-Milan 0-0. Pirlo e Fabregas sono i cervelli delle squadre di Ancelotti e Wenger. Al ritorno i Gunners sbancano San Siro per 2-0 e passano ai quarti, il gol del vantaggio lo segna proprio Fabregas. È il secondo e ultimo incrocio tra i due con le maglie dei rispettivi club. La prima volta in Nazionale è datata 26 marzo 2008, amichevole a Elche, Spagna-Italia 1-0. Tre mesi dopo il 22 giugno 2008: quarto di finale di Euro 2008 a Vienna, ai rigori passa la Spagna, ma Pirlo quel giorno è squalificato. C’è invece a Danzica il 10 giugno 2012, ancora Europeo: 1-1, assist di Pirlo (per Di Natale), gol del pari di Fabregas. E c’è in quella che - 1 luglio 2012 a Kiev - non è solo la finale dell’Europeo, ma una lezione di calcio che gli spagnoli danno all’Italia di Prandelli, uno spettacolo di arte varia (4-0 per Fabregas e compagni) che col trittico di vittorie Euro 2008 e 2012, in mezzo il Mondiale 2010 - consacra la Spagna nell’empireo delle nazionali più forti di ogni epoca. Ultimo incrocio: il 5 marzo 2014 al Vicente Calderon di Madrid, 1-0 per la Spagna in amichevole, con Fabregas titolare e Pirlo entrato a partita in corso. Bilancio complessivo tra club e nazionali: 4 vittorie per Fabregas, 2 pari, Pirlo ancora a secco di soddisfazioni.