La Gazzetta dello Sport - Cagliari

DAL TICKET DI VENEZIA ALLE REGOLE ANTI-CAOS I COMUNI SI DIFENDONO DAL TURISMO DI MASSA

In Laguna il bilancio della sperimenta­zione appena avviata L’assessore avverte: il contributo potrebbe aumentare nel 2025 Limiti alle Cinque Terre e numero chiuso in Sardegna: le novità

- Di Pierluigi Spagnolo

Venezia prova a scoraggiar­e la gitabreve in Laguna, con l’introduzio­ne di un ticket di 5 euro che scatena le proteste ma fa incassare migliaia di euro (già 39 mila i contributi versati nei primi due giorni di sperimenta-zione). Ma anche altre zone turistiche molto gettonate provano a difendersi dagli esodi di vacanzieri. Dalle Cinque Terre alla Costiera amalfitana, regole e numero chiuso contro la ressa

Venezia, con il nuovo ticket, prova ad arginare l’ondata dei turisti “mordi e fuggi”. Tra le proteste, già si prospetta che il costo (di 5 euro) possa raddoppiar­e, dal prossimo anno, se la sperimenta­zione porterà dei risultati. E la città di San Marco non è l’unica a “tutelarsi” davanti al cosiddetto “overtouris­m”.

1Un gruppo di attivisti anti-ticket, nella babele di informazio­ni (spesso approssima­tive) che giovedì ha travolto gli ignari turisti, ha organizzat­o uno scherzo: ha sparso la voce, tra le calli, prospettan­do un rimborso del ticket nel caso la visita non fosse all’altezza delle aspettativ­e. Ma una passeggiat­a a Venezia costa davvero 5 euro, se si va in uno dei 29 giorni dell’anno considerat­i da “bollino nero”, se non si alloggia in una struttura registrata. La decisione del sindaco Luigi Brugnaro, annunciata prima del Covid e poi costanteme­nte rinviata, è entrata in vigore nel ponte del 25 Aprile, si estende a quello del 1° Maggio e ai primi weekend dell’estate, fino al 14 luglio. Venezia diventata così la prima città d’arte italiana a introdurre un ticket per (alcuni) visitatori. Il provvedime­nto non piace a tutti, com’era prevedibil­e. Non piace agli attivisti dei Comitati, ai “No ticket”, e a gran parte dell’opposizion­e alla giunta comunale. Lo critica anche Riccardo Calimani, scrittore, storico e noto giornalist­a veneziano: «La trovo una stupidaggi­ne. È sbagliato concettual­mente recuperare i soldi così, oltre che discrimina­torio per chi non può pagare». Ieri, intanto, secondo i dati del Comune, a pagare il ticket sono stati in 23.600 (su 106.800 registrazi­oni al sito), dopo i 15.700 del debutto (su 113 mila registrazi­oni).

Ecco come funziona e chi è 2 esentato dal pagare.

Il sito del “contributo di accesso” è cda.ve.it. Chi non abbia accesso a Internet o uno smartphone, può acquistare il ticket in tabaccheri­a. Il provvedime­nto vale, in ogni caso, dalle 8.30 alle 16, nei 29 giorni già stabiliti. Ci sono delle “free zone”, dal piazzale della Stazione ferroviari­a di Santa Lucia all’area di San Giobbe. E sono escluse le isole minori, da

Murano a Burano, da Pellestrin­a a San Clemente. Non deve pagare i 5 euro del ticket chi abbia un alloggio, una stanza d’hotel o un posto in un b&b (paga già la tassa di soggiorno di 5 euro). Ma deve comunque registrars­i per “attivare” l’esenzione. La misura, punta a scoraggiar­e chi va a Venezia per una semplice passeggiat­a, a disincenti­vare il turismo “mordi e fuggi”, gli escursioni­sti. Non pagano ovviamente i residenti nei 44 comuni dell’hinterland di Venezia e in tutto il Veneto, ma devono comunque registrars­i sul sito, per un censimento reale dei presenti. E non pagano i minori fino a 14 anni, ma i genitori devono dichiararn­e la presenza. Sono esentati anche i parenti fino al terzo grado di un residente. Diritto all’esenzione anche per chi raggiunge Venezia per motivi di studio o di lavoro, i crocierist­i e i tifosi in città per un evento sportivo. Insomma, i distinguo non mancano. Per i trasgresso­ri, però, le multe vanno da 50 a 300 euro.

È presto per valutare l’impatto della misura, ma c’è già si ipotizza un ulteriore aggravio dei costi, nel 2025.

3

Quest’anno è una prova, ma dal prossimo anno il costo del ticket «potrebbe salire a 10 euro per chi non vuole proprio rinunciare a Venezia, anche quando la città è già al limite della capienza, prospetta l’assessore comunale al Bilancio, Michele Zuin, facendo un primissimo bilancio. «Non potevano certo essere i 5 euro a convincere i turisti a non venire a Venezia. La sperimenta­zione di quest’anno ci serve per raccoglier­e i dati su flussi e spostament­i, per lavorare su quella che dovrà essere la soglia massima di turisti presenti in città, senza far saltare i servizi pubblici, i trasporti, i bagni» aggiunge Zuin. Anticipand­o che «nel 2025 saremo in grado di fissare una soglia massima di presenze sostenibil­i. Oltre quella, chi vorrà comunque venire in città dovrà pagare un contributo più caro, di 10 euro, il massimo previsto dalla legge. È una soglia massima e non un divieto», rimarca.

All’estero, ha fatto scalpore la protesta delle Canarie.

Nelle isole spagnole, una settimana fa, decine di migliaia di residenti sono scesi in strada per

dire no al turismo di massa, che starebbe distruggen­do il territorio, dal punto di vista paesaggist­ico oltre che sociale. Se in Spagna si sono mobilitati così, anche in Italia c’è chi prova a correre ai ripari. Alle Cinque Terre, sul litorale orientale della Liguria, è polemica per l’incremento del costo per i biglietti ferroviari che portano i turisti nelle “perle” della zona, sin dalle vacanze di Pasqua. Si è passati dai 14,80 euro (tariffa adulti), nel periodo di “bassa stagione”, a 32,50 euro, nei giorni clou. E in previsione del boom di presenze per i “ponti di primavera”, il Parco nazionale delle Cinque Terre ha disposto (oggi, domani, 1° maggio e forse nel weekend successivo), il ripristino della percorrenz­a a senso unico sul sentiero Verde Azzurro da Monterosso a Vernazza, nella fascia oraria 9-14. L’ingresso al sentiero nei giorni di applicazio­ne del senso unico sarà consentito esclusivam­ente con partenza da Monterosso e uscita a Vernazza, proprio per evitare il caos generato dall’incrocio di flussi di visitatori negli “orari di punta”. Nella zona, utilizzati semafori, un sistema informatic­o e persino dei droni per le riprese dall’alto, per scongiurar­e ressa e caos.

Una scelta analoga ha fatto 5 la Provincia di Bolzano.

Ha contingent­ato la disponibil­ità di posti letto turistici al totale di 239.100, compresi gli affittacam­ere privati. Il presidente Arnold Schuler ha spiegato di essersi accorto che «il nostro territorio, la nostra comunità e le nostre risorse erano arrivate a un livello di sfruttamen­to che non doveva e poteva essere più superato». Da qui, la decisione di fissare un limite. Non è l’unico caso in Italia. Un tetto alle presenze è stato fissato sulle spiagge di Villasimiu­s, in Sardegna, sotto forma di prenotazio­ni anticipate; il “numero chiuso” per auto e motorini è stato introdotto all’isola di Procida; le targhe alterne da Amalfi a Sorrento, in Campania. Il turismo di massa porta reddito e visibilità, lo sanno bene gli amministra­tori locali, a patto che non renda il soggiorno invivibile per tutti.

 ?? ??
 ?? ?? Sfida all’overtouris­m
Sfida all’overtouris­m
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy