La Gazzetta dello Sport - Cagliari
Israele: «Rilasciate 33 ostaggi civili o entreremo a Rafah»
Incombe ancora un’operazione di terra e si tratta sulla liberazione dei rapiti Gli Usa: «Stato palestinese senza Hamas»
Nuovi tentativi di mediazione per un cessate il fuoco a Gaza e per bloccare l’annunciata operazione a Rafah. Ci prova l’Egitto, attraverso il capo dell’intelligence Abbas Kamel, con la proposta che prevede un accordo - in cambio di negoziati - tra Israele e Hamas per il rilascio di 33 ostaggi civili. Secondo il Jerusalem Post, gli unici in vita oltre a un centinaio di soldati ancora trattenuti dai gruppi terroristici. A Tel Aviv sarebbero disposti a concedere questa «ultima possibilità in tempi brevi», ma se non ci saranno progressi si andrà inevitabilmente avanti con l’attacco di terra a Rafah (considerata l’ultima importante roccaforte di Hamas, ultimo rifugio di oltre un milione di palestinesi nella Striscia), nel sud di Gaza, dove Israele continua ad ammassare i carri armati, dopo aver già richiamato le forze riserviste. La comunità internazionale e le organizzazioni umanitarie temono un bagno di sangue e per questo nelle ultime tre settimane circa 200 mila civili avrebbero lasciato quel territorio, secondo l’Idf. Un funzionario dello stato ebraico ha fatto sapere che i colloqui con la delegazione del Cairo sono stati «molto positivi, mirati, portati avanti con spirito costruttivo e sono progrediti in tutti i parametri». Ma non contribuiscono ad allentare la tensione le ultime dichiarazioni del presidente turco Recep Erdogan: «Come gli assassini prima di lui, Netanyahu ha vergognosamente scritto il suo nome nella storia come il macellaio di Gaza».
Missione E martedì dovrebbe arrivare a Tel Aviv il segretario americano Antony Blinken: si tratterebbe della sua settima missione in Medio Oriente da quando è scoppiato il conflitto, dopo il massacro del 7 ottobre. Da allora, annuncia il ministero della Sanità della Striscia, «almeno 34.356 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi israeliani». Intanto la Casa Bianca (John Kirby, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale) ribadisce che «non ci sarà mai uno Stato palestinese con Hamas», richiesta rilanciata dagli islamisti. Mentre dilagano le proteste nelle università per condannare le azioni di Israele: da Parigi a Los Angeles fino all’Australia (sono state montate le tende all’ateneo di Sydney). E una manifestazione va in scena pure davanti alla sede di La7 a Roma, in via Novaro: un sit-in contro David Parenzo, per la sua partecipazione di giovedì in piazza con la Brigata ebraica.