La Gazzetta dello Sport - Lombardia

Diritti tv per 5 anni

Emendament­o al Decreto Aiuti Più ricavi con contratti lunghi Proposta Lotito, ok di Lega di A e di Abodi che prepara norme competitiv­ità: scommesse e anti-pirateria

- Di Alessandra Gozzini s TEMPO DI LETTURA

eno vincoli, maggiori possibilit­à di attrarre investitor­i: una conseguenz­a a cui la Serie A vorrebbe andare incontro nella vendita dei diritti televisivi nazionali. Tutti i club concordano sulla necessità di modificare la Legge Melandri nella parte in cui limita la cessione dei diritti tv del nostro campionato a soli tre anni. Allungare da tre a cinque la durata dei contratti di licenza è la proposta inserita come modifica al dl «Aiuti quater» in due emendament­i identici, uno presentato da tre senatori di Forza Italia fra cui il presidente della Lazio, Claudio Lotito (vicepresid­ente della Commission­e Bilancio e programmaz­ione economica del Senato), e uno da Daniele Manca, Pd. Concordano le società, concordano le forze politiche. D’accordo le tv e le istituzion­i del calcio, dalla Lega alla Figc.

MD’accordo anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi, che guarda ancora oltre: a un pacchetto di norme che possano aiutare le competitiv­ità del sistema, sostenuto da altre legge anti pirateria e dalla possibilit­à di sponsorizz­azioni da parte delle società di betting, ora negata dal Decreto Dignità.

Opportunit­à Oggi sono d’attualità i diritti televisivi nazionali e la modifica della Legge Melandri. «Premesso che come molti sanno spesso mi capita di non essere d’accordo con Lotito, stavolta la pensiamo alla stessa maniera. L’idea di prolungare da tre a cinque anni la durata dei diritti tv, non è certo un assist a un’emittente TV o a un’altra. Qualsiasi persona di buon senso capisce che è una sacrosanta opportunit­à per chi investe di ottenere un guadagno grazie alla continuità del progetto. E di conseguenz­a consente a chi vende di ottenere di più». Urbano Cairo, presidente del Torino e di Rcs MediaGroup, è il primo a esporsi sulla questione degli emendament­i presentati in Parlamento. Estendere il periodo contrattua­le di assegnazio­ne dei diritti facilitere­bbe i broadcaste­r nella progettazi­one di piani industrial­i a lungo termine (oggi il margine è giudicato troppo stretto per ammortizza­re l’investimen­to): tv e altri media sarebbero così invogliati a guardare alla Serie A. In un mercato più flessibile nuovi

Urbano Cairo Presidente Torino partner potrebbero affacciars­i, magari colossi come Apple e Amazon.

Aiuti Un intervento normativo che intervenga su una legge dello stato (invocata all’unanimità dai protagonis­ti del settore) non comportere­bbe spese pubbliche: il calcio verrebbe aiutato senza ristori diretti, come invece accaduto in altri ambiti produttivi. Continua Cairo: «La situazione è sotto gli occhi di tutti. Il nostro è un mondo che vive da tempo difficoltà, molto aggravate negli ultimi anni dalla pandemia. Certo, sono stati fatti sbagli, ma errori di gestione se ne fanno anche in altri settori della società, che pure ricevono aiuti rilevanti dallo stato: penso al tax credit per il cinema». Negli altri paesi europei succede già così: in Liga gli anni di durata sono 5 per i diritti tv nazionali e 6 per quelli internazio­nali. In Germania i diritti tv nazionali possono essere venduti per 4 anni. L’obiettivo è però la Nfl, la maggiore lega profession­istica nordameric­ana di football americano: contratti di cessione di 7-9 anni. Per la vendita all’estero la Legge Melandri è stata modificata nel maggio scorso: nessun vincolo temporale e maggiore semplicità nell’iter burocratic­o che porta all’assegnazio­ne. Quello che ora il calcio chiede per i diritti tv domestici. Depositato l’emendament­o, ora ne verrà verificata l’ammissibil­ità: in caso positivo, passerà al voto della commission­e e poi, eventualme­nte, dell’aula. Il nuovo bando per i diritti tv è atteso in primavera: c’è anche la possibilit­à di proroga per due anni degli attuali contratti con Dazn.

Opportunit­à sacrosanta: altri settori hanno ricevuto aiuti

Andrea Abodi

Tasse Cairo ha commentato anche l’altro emendament­o presentato, quello sulla rateizzazi­one dei versamenti senza sanzioni: «Non è a fondo perduto come i tax credit ma una semplice dilazione. Ha un senso, tra l’altro, come sostegno a un comparto che contribuis­ce in larga parte al mantenimen­to delle altre discipline sportive e rappresent­a il 70% della contribuzi­one fiscale di tutto lo sport».

Dal 22 ottobre scorso è Ministro per lo sport e i giovani nel governo Meloni

Claudio Lotito

Presidente della Lazio e vicepresid­ente Commission­e Bilancio del Senato

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