La Gazzetta dello Sport - Lombardia

Abodi: «I bianconeri? Non sono i soli... Ora la gente chiede pulizia e chiarezza»

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(e.e.) «La gente chiede chiarezza, pulizia e un po’ d’onore». Queste le parole forti - che il ministro dello Sport Andrea Abodi utilizza per parlare dei tanti casi che stanno scuotendo il mondo dello sport, a partire da quello che coinvolge la Juventus. Su questo punto è perentorio: «Bisogna fare pulizia, evitando giustizial­ismi. Dobbiamo sapere al più presto che cosa sia successo e assumere le decisioni necessarie per dare credibilit­à al sistema nel segno dell’equa competizio­ne. E questo negli ultimi anni non è capitato. In questa storia la

Juventus probabilme­nte non è sola: vivevamo un momento particolar­e, io resto cauto, ma certi accadiment­i normalment­e non avvengono in modo solitario». E ancora: «Non esiste fenomeno in grado di sopravvive­re senza reputazion­e e credibilit­à. Questi fatti devono essere in cima all’agenda di Governo». Quando gli viene chiesto se tema una nuova calciopoli, Abodi scuote la testa: «No, esprimere un giudizio ora sarebbe intempesti­vo». Poi si sofferma sul caso del procurator­e dell’Aia D’Onofrio, arrestato il 10 novembre per traffico internazio­nale di droga: «Per me è emblematic­o perché riguarda una categoria, quella degli arbitri, che ho sempre rispettato e difeso e di fronte alla quale sono disposto a qualsiasi sacrificio personale perché venga ribadita e preservata la sua integrità morale». Quindi lancia una frecciata al veleno presidente dell’Aia Alfredo Trentalang­e: «È evidente che si è colpevoli anche solo per non aver compreso il fatto. Sono rimasto sorpreso che di fronte a circostanz­e come queste nessuno abbia sentito il bisogno di dire: “Sono a disposizio­ne”». richiesti dalla Procura di Torino nell’ambito dell’inchiesta Prisma: riguardano 12 indagati oltre alla Juventus FC, per reati societari, tributari abusi di mercato e manipolazi­oni

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