La Gazzetta dello Sport - Lombardia

«IO, RINATO 9 E MEZZO CON L’ATALANTA AL MILAN NON PENSO, PUNTO AL TOP» «Battere la mia ex squadra: non una rivincita, ma neanche una vittoria come le altre...»

Dopo l’anno grigio in rossonero, già 7 gol e 5 assist: il decollo della Dea è dovuto anche al momento d’oro del belga

- Di Andrea Elefante INVIATO A ZINGONIA (BG) s TEMPO DI LETTURA

«Ecco, sì, questo mi piace, è una buona sintesi: adesso sono un nove e mezzo». C’è molto del Charles De Ketelaere di oggi in una sola frase: un trequartis­ta riscoperto attaccante, e felice di esserlo. Con tutto quel che ne consegue. E il nerazzurro dell’Atalanta, dopo quello del Bruges e anche del club dei suoi primi calci al pallone, il Varsenare («Mi dicono tutti che sono i colori che mi stanno meglio»), più che questione di cromatismo nel destino, sembra essere una questione di feeling.

3Facciamo un gioco, si chiama dei sette aggettivi: entusiasta, euforico, sereno, fiducioso, rivalutato, rinato, orgoglioso. Ne può scegliere tre per il De Ketelaere di oggi.

«Inizio da orgoglioso, ma anzitutto della squadra, in corsa per i suoi obiettivi in campionato, in Europa League e in Coppa Italia. Fiducioso: l’Atalanta da due mesi gioca bene e io anche, così mi piaccio. Sereno: cerco di esserlo sempre, dopo le buone partite, ma anche quelle meno buone. Per lavorare bene, ogni giorno».

3Il suo gol del 3-0 al Frosinone: un tiro sotto l’incrocio quasi rabbioso e un’esultanza meno controllat­a del solito. C’era tutto il CDK di adesso?

«Più convinzion­e che rabbia, è difficile che io sia arrabbiato. Ma è vero che mi sono lasciato andare di più, anche perché era proprio un bel gol».

3Abbiamo ripensato a quel che racconta il suo primissimo allenatore, Rik Brusseel: “Charles era un ragazzino che sorrideva sempre”.

«Se chiede nel nostro spogliatoi­o, le diranno la stessa cosa. Ma è vero, me lo dicono anche i miei: quando gioco ho un faccia diversa, sorrido molto poco, se non quando esulto. È solo concentraz­ione».

3 Nei momenti duri dei mesi passati ha mai dubitato di sé?

«Direi una bugia rispondend­o no. Ma poi è il lavoro che mi porta a non dubitare e a essere sereno, come dicevo prima. Mi ha aiutato a non perdere fiducia in me stesso».

3 Sta dando e sta avendo quello che sperava?

«Do tutto quel che ho, e posso dare ancora di più. Ma sento che sto crescendo e non mi meraviglia: quello che dai, lo ricevi indietro quasi sempre».

3C’è stato un momento preciso in questi cinque mesi in cui le è scattato dentro qualcosa?

«Non un solo “clic”: uno scatto quando ti senti meglio tu, uno quando entri in sintonia con i compagni, uno quando metti in fila diverse buone partite. Fu così anche al Bruges».

3 Torniamo ad agosto: è stato difficile scegliere l’Atalanta?

«Ci ho pensato un po’, certo: non era una scelta qualsiasi. Ma difficile no, perché tutti, a cominciare dal mister e dal direttore D’Amico, mi hanno fatto sentire subito e sempre la fiducia giusta. E poi vedere giocare l’Atalanta mi era sempre piaciuto. C’erano anche altre opzioni, ma non le ho mai

3 Giocare nell’Atalanta è più divertente o più impegnativ­o?

«Impegnativ­o di sicuro: gli obiettivi sono alti. Ma divertente, molto: abbiamo qualità e non solo davanti, non l’ho portata di sicuro solo io. Prendiamo il 5-0 al Frosinone, cinque marcatori diversi: così ci si diverte in tanti».

3 La cosa più importante, o che l’ha colpita di più, che le ha detto Gasperini?

«Con i suoi consigli tecnici e tattici ha fatto evolvere il mio modo di vedere il calcio. Mi ha detto subito: “In campo devi essere protagonis­ta. Chi segna o fa un assist lo è di sicuro, ma puoi esserlo anche con un pressing fatto bene, giocando bene da attaccante”».

3Diciamo pure quasi attaccante puro: una sorpresa anche per lei, questo cambio di ruolo?

«Già al Bruges, dove giocavo in vari ruoli, sentivo di poterlo essere. Ora lo so: mi sento molto meglio così, da punta».

3 Dunque meglio un gol di un assist?

«Sicurament­e. Ma non sono mai stato un attaccante che dice: “Preferisco perdere segnando due gol”. E ce ne sono, di attaccanti così».

3Da (ex) ottimo tennista, avrà sentito come ha scherzato Jannik Sinner sul proprio fisico. Lei è un falso magro come lui.

«Quando si è alti come noi, i muscoli si vedono meno...».

3 Ma si è mai sentito così bene fisicament­e?

«No, mai. Dipende da come si lavora qui, ma è anche questione di crescita naturale: a 22 anni sei più forte di quando ne hai 20».

3E in cosa si sente cresciuto di più da quando è all’Atalanta?

«Nella lucidità che metto nel fare le scelte di gioco. Puoi migliorare la tecnica, ma senza lucidità non la sfrutti fino in fondo. Per questo oggi mi sento un giocatore migliore anche rispetto alla mia versione più brillante, quella dell’ultima stagione al Bruges. Anche perché gioco in un campionato sicurament­e più duro».

D’Amico Lui e il mister mi hanno fatto sentire la fiducia giusta per scegliere l’Atalanta

Gasperini Ha fatto evolvere il mio modo di vedere il calcio: “In campo devi essere protagonis­ta”

3 Più difficile arrivare in Champions League, vincere l’Europa League o la Coppa Italia?

«In campionato serve tanta continuità, nelle coppe grandi partite nelle gare secche. Diciamo così: per vincere la Coppa Italia ci mancano tre grandi partite e so che qui aspettano un trofeo da sessant’anni. Sarebbe molto bello essere nell’Atalanta che ne riporta uno a Bergamo».

3 Intanto con l’Atalanta ha vinto due volte su due contro il Milan, ma ha detto che non l’ha sentita come una rivincita: che sensazione ha provato, allora?

Sinner Sono falso magro come lui? Quando si è così magri i muscoli si vedono meno...

«Non ho pensato “Non mi avete capito”, ma certo quando abbiamo battuto il Frosinone non ero così contento, questo sì. Non era una sensazione negativa, però so cos’è il Milan, dunque anche cosa significa batterlo».

3 Il Milan e il futuro: ci pensa ogni tanto? E ha cominciato a pensarci seriamente?

«È gennaio, c’è ancora tempo. Oggi penso solo che quel che accadrà non dipenderà soltanto da me e a me hanno insegnato che devo pensare solo alle cose che posso “controllar­e”: il prossimo allenament­o, la prossima partita. E il fatto che sono molto contento di essere qui all’Atalanta». 4’30”

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Charles De Ketelaere, 22 anni, in prestito con diritto di riscatto all’Atalanta
Charles innamorato
Il calciatore belga insieme alla compagna Jozefien Van de Velde, a cui è legato dai tempi della scuola
ANSA Talento Charles De Ketelaere, 22 anni, in prestito con diritto di riscatto all’Atalanta Charles innamorato Il calciatore belga insieme alla compagna Jozefien Van de Velde, a cui è legato dai tempi della scuola
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