La Gazzetta dello Sport - Lombardia
Viña al Flamengo Sanches al Besiktas cessione più vicina
Gazzetta.it tera “famiglia” a subire lo sfregio. La famiglia della Roma. «Noi siamo famiglia» era lo slogan con cui l’uomo di Setubal aveva martellato per mesi le tempie dei suoi. Dove per suoi s’intendono i calciatori, sì, ma ancora di più i tifosi, “suoi” come poche volte, forse mai, si era visto nella storia delle relazioni amorose tra un allenatore di calcio e l’ambiente. In quanto allo strabismo amoroso. Nella sua brillante conferenza stampa di presentazione (coefficiente di difficoltà dieci) Daniele De Rossi aveva azzardato un poetico auspicio, ancora più bello per quanto dissonante con il suo sembiante da guerriero vichingo, della serie cosa si fa, quanta barba bisogna farsi crescere per dissimulare la propria tenerezza. Ovvero, «perché, sulla scia del grande amore per Mourinho, non ammettere la possibilità che si possa amare anche il suo successore, cioè me?», figlio immacolato della Lupa aggiungo io, senza che l’uno amore vada a bestemmiare l’altro?
Gli slanci sentimentali
Applausi per Daniele, ma aveva ragione Daniele? No, non aveva ragione. A meno che non si usi la stessa parola, “amore”, per raccontare slanci sentimentali molto diversi. Tosca e Mamma Roma. Il melodramma e Pasolini. La passione morbosa di una folla intera per il suo tenebroso, dispotico e perduto amante, destinato dai malvagi alla fucilazione esonero, che tanto sembra irreale per quanto differita, inverosimile o alla fine simulata, e che invece accade realmente o l’amore viscerale della stessa folla per un figlio del suo ventre, allattato dalle sue mammelle? Solo riconoscendone la diversità, l’amore per il figlio Daniele potrà serenamente convivere con quello per l’amante José. Lasciando ai cani rabbiosi e anche un po’ malati dei social il divertimento cretino del fare muro contro muro. Matias Viña al Flamengo è ormai fatta: il terzino uruguaiano interromperà il prestito al Sassuolo e tornerà in Brasile per 8
milioni più uno di bonus, il che permetterà alla Roma di mettere a bilancio una piccola plusvalenza. Al Sassuolo dovrebbe invece andare un giovane tra Joao Costa, Romano, Feola, Pagano e Joao Gabriel. La Roma ora spera anche di poter chiudere la cessione del portoghese Renato Sanches al Besiktas (via Psg). Intanto ieri José Mourinho è stato avvistato a Barcellona.
Umori diversi
La storia di Daniele De Rossi allenatore della Roma merita d’essere vissuta solo per un motivo, per quanto rischia di essere bellissima. Se non lo sarà, bellissimo sarà comunque averla immaginata. In sintonia con l’ibrido sabato dell’Olimpico, la vittoria con il Verona ha evocato umori diversi. Si sono viste cose preziose del calcio che forse sarà e che non è mai stato in quasi tre anni di Mou e si sono viste, però, anche tante magagne del passato, a cominciare da una condizione atletica penosa. Inutile rivangare all’infinito. Per quasi tre stagioni, lo stregone Mou ha invaso e pervaso il campo, dettato i temi della comunicazione e quelli dello spartito emotivo. Quando essere felici, tristi, depressi o rabbiosi. Non si è quasi mai parlato di calcio. Di un gioco che rinunciava a giocare, di una squadra che non stava fisicamente in piedi (quanto ha campato Mourinho sulle energie nervose da ultima trincea del “soli contro tutti”?). Di giocatori modesti o cagionevoli. C’è bisogno di farla lunga, di scrivere un saggio di mille pagine, per spiegare come ragazzi spesso sprovveduti non possono che finire per somigliare alla descrizione che ne fa il loro leader carismatico? Quanti hanno tirato un sospiro di sollievo nel vedere El Shaarawy e Zalewski restituiti al calcio che sanno fare e che, si spera, non hanno dimenticato di saper fare.
Sognando ancora
Voltare pagina significa non interrogarsi più di tanto su quello che è stato. Se un’ipnosi di massa, il gigantesco caso di fascinazione di una mente maliarda, protesa come ogni Don Giovanni a sfamare il suo ego Moloch o l’ennesima prova di come la psicologia delle masse subisca il richiamo del leader forte (sarà ora che i tifosi giallorossi, unici al mondo per tanti motivi, la smettano di percepirsi come piccole fiammiferaie bisognose di protezione). Ritornando agli auspici. Non fanno male a nessuno e qualche volta, anzi, illuminano la strada. Indovinato De Rossi, l’auspicio è di ritrovare presto Ricky Massara al suo fianco. La chiusura del cerchio. Ha imparato ad amare la Roma da giovane dirigente all’ombra di Walter Sabatini e non ha mai smesso di amarla. Conosce la Roma, conosce il calcio e conosce De Rossi. L’esperienza al Milan con Paolo Maldini lo ha fatto crescere. È così difficile immaginare che i due insieme a Trigoria sarebbero una grande opportunità per un club che passa di travaglio in travaglio? 4’13’’
Ribaltone
in panchina
De Rossi/1 Sguardi, abbracci, tifosi, persone e giocatori: emozioni che mai dimenticherò
De Rossi/2 L’obiettivo adesso è riportare squadra, tifosi e club ad essere una cosa sola: Roma
DDR allenatore della Lupa è bellissimo, pure solo da immaginare