La Gazzetta dello Sport - Lombardia
«Nessuno ai suoi livelli Simbolo della potenza impossibile da fermare» L’amicizia con Vialli Grandi bomber e grandi dirigenti
Sacchi e l’esperienza condivisa con la Nazionale: «Discreto e rispettoso, mi costrinse a fare le flessioni...»
essun dubbio: è stato il più forte attaccante italiano. Gigi Riva era immarcabile. Un fenomeno». Arrigo Sacchi ricorda il calciatore e ricorda l’uomo: i due hanno vissuto assieme in Nazionale per cinque anni, dal 1991 al 1996.
«N3 Che rapporto aveva con Riva?
«Era stato un grandissimo giocatore ed era una grandissima persona. Umile, educato, modesto. Un uomo vero. Lui era il capodelegazione della Nazionale, mai una volta che sia stato invadente, mai una volta che abbia fatto pesare il suo ruolo o la sua personalità. Riva rispettava gli altri e aveva un grandissimo amore per la maglia azzurra».
3Aneddoti di quel periodo?
«Ricordo che una volta, mi pare prima della sfida contro la Scozia all’Olimpico, mi vide che facevo le flessioni. Gli dissi: “Gigi, guarda qui che muscoli”. E lui: “Bravo, continua”. Vincemmo la partita contro la Scozia e lui mi obbligò, alla vigilia di ogni gara, a fare almeno cinquanta flessioni. Io sudavo e lui contava».
3Ricordi dell’esperienza a Usa ‘94?
«Tantissimi. Mi viene in mente subito una partitella che facemmo tra di noi: allenatori, massaggiatori, fisioterapisti, dirigenti. Gigi scatta sulla fascia e si blocca di colpo. Si era strappato. Restò a letto due giorni. Aveva un dolore pazzesco alla gamba».
3L’ha aiutata nella gestione di quel Mondiale?
«Non si intrometteva in questioni tecniche. Però la sua presenza era sempre importante. Ogni tanto ci raccontava di quando era calciatore, storie che venivano direttamente dagli anni Sessanta
Azzurri
o Settanta».
3Tipo?
«Una sera mi prese da parte e mi disse di come erano i ritiri al tempo del Cagliari dello scudetto. I giocatori si radunavano in una stanza e giocavano a carte. E fumavano, fumavano tantissimo. Una volta entrò nella stanza l’allenatore Scopigno, un tipo molto ironico, e si mise a guardare quello che succedeva. Trascorsi un paio di minuti, rivolto ai suoi giocatori, disse: “Disturbo se accendo una sigaretta?”. Gigi, quando ricordava quell’episodio, rideva sempre».
Usa ‘94 Gigi ci raccontava i ritiri degli Anni 60 e 70, quando fumavano e giocavano a carte
Le doti Di lui ho apprezzato la correttezza: sembrava burbero ma aveva molta ironia
«È la persona giusta in un ruolo delicato». Con queste parole Gigi Riva commentò l’incarico di team manager della Nazionale, che lui aveva ricoperto per oltre vent’anni, a Gianluca Vialli. I due si sono frequentati in azzurro nella lunga esperienza da dirigente azzurro di Rombo di Tuono, che è stato una figura essenziale al Mondiale 2006 come Luca lo è stato accompagnando l’Italia nel trionfo all’Europeo del 2021. Ora giocheranno ancora nella stessa squadra, fianco a fianco. Saranno una grande coppia.
3Lei lo aveva mai visto giocare dal vivo?
«Come no? Ricordo che una domenica presi la macchina e da Fusignano andai a Bologna. Era l’anno dello scudetto del Cagliari. La partita finì 0-0, ma lui era stato bravissimo: ricordo ancora un tuffo di testa con il pallone che era quasi rasoterra. Gol sfiorato, ma che emozione! Mi restò nella memoria un’immagine di potenza assoluta: Riva era impossibile fermarlo: era forte di testa, aveva un sinistro micidiale, in acrobazia aveva un coraggio da leone. Nessun italiano, lo dico ancora, ha mai raggiunto quei livelli».
3 Che cosa le piaceva di Riva umanamente?
«La sua correttezza. Aveva una sola parola e di lui ci si poteva fidare ciecamente. D’altronde la sua carriera è la testimonianza del suo carattere: giocava nel Cagliari, lo volevano i grandi squadroni del nord, la Juve, l’Inter e il Milan, ma lui non si mosse dalla Sardegna. Era un uomo tutto d’un pezzo: elegante, signorile, aveva uno stile inconfondibile. Poteva sembrare burbero, ma vi assicuro che aveva una notevole dose di ironia. Stare al suo fianco, per me, è stato un privilegio». 2’25”
MARCATORE Lautaro al 46’ s.t..
MAZZARRI
NAPOLI (3-4-3) Gollini; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus; Zerbin (dal 13’ s.t. Ostigard), Lobotka, Cajuste (dal 29’ s.t. Raspadori), Mazzocchi (dal 29’ s.t. Mario Rui); Politano (dal 25’ s.t. Lindstrom), Simeone, Kvaratskhelia (dal 25’ s.t. Gaetano). PANCHINA: Contini, Idasiak, Demme, Zielinski, Ngonge, D’Avino, Gioielli ESPULSI: Simeone dal 15’ s.t. AMMONITI: Rrahmani, Zerbin, Gaetano per gioco scorretto, Mazzarri per proteste CAMBIO DI SISTEMA: nessuno BARICENTRO: MOLTO BASSO 43m 6,5
POSSESSO %
TIRI IN PORTA
FALLI FATTI
INTER 7
ALL.
ARBITRO: Rapuano di Rimini. VAR: Di Paolo
NOTE: Spettatori 24.900, incasso non comunicato. Tiri in porta 1-5. Tiri fuori 3-9. Angoli 1-8. In fuorigioco 0-2. Recuperi: 1’ p.t.; 5‘ s.t.