La Gazzetta dello Sport - Lombardia

«Nessuno ai suoi livelli Simbolo della potenza impossibil­e da fermare» L’amicizia con Vialli Grandi bomber e grandi dirigenti

- Di Andrea Schianchi s TEMPO DI LETTURA

Sacchi e l’esperienza condivisa con la Nazionale: «Discreto e rispettoso, mi costrinse a fare le flessioni...»

essun dubbio: è stato il più forte attaccante italiano. Gigi Riva era immarcabil­e. Un fenomeno». Arrigo Sacchi ricorda il calciatore e ricorda l’uomo: i due hanno vissuto assieme in Nazionale per cinque anni, dal 1991 al 1996.

«N3 Che rapporto aveva con Riva?

«Era stato un grandissim­o giocatore ed era una grandissim­a persona. Umile, educato, modesto. Un uomo vero. Lui era il capodelega­zione della Nazionale, mai una volta che sia stato invadente, mai una volta che abbia fatto pesare il suo ruolo o la sua personalit­à. Riva rispettava gli altri e aveva un grandissim­o amore per la maglia azzurra».

3Aneddoti di quel periodo?

«Ricordo che una volta, mi pare prima della sfida contro la Scozia all’Olimpico, mi vide che facevo le flessioni. Gli dissi: “Gigi, guarda qui che muscoli”. E lui: “Bravo, continua”. Vincemmo la partita contro la Scozia e lui mi obbligò, alla vigilia di ogni gara, a fare almeno cinquanta flessioni. Io sudavo e lui contava».

3Ricordi dell’esperienza a Usa ‘94?

«Tantissimi. Mi viene in mente subito una partitella che facemmo tra di noi: allenatori, massaggiat­ori, fisioterap­isti, dirigenti. Gigi scatta sulla fascia e si blocca di colpo. Si era strappato. Restò a letto due giorni. Aveva un dolore pazzesco alla gamba».

3L’ha aiutata nella gestione di quel Mondiale?

«Non si intromette­va in questioni tecniche. Però la sua presenza era sempre importante. Ogni tanto ci raccontava di quando era calciatore, storie che venivano direttamen­te dagli anni Sessanta

Azzurri

o Settanta».

3Tipo?

«Una sera mi prese da parte e mi disse di come erano i ritiri al tempo del Cagliari dello scudetto. I giocatori si radunavano in una stanza e giocavano a carte. E fumavano, fumavano tantissimo. Una volta entrò nella stanza l’allenatore Scopigno, un tipo molto ironico, e si mise a guardare quello che succedeva. Trascorsi un paio di minuti, rivolto ai suoi giocatori, disse: “Disturbo se accendo una sigaretta?”. Gigi, quando ricordava quell’episodio, rideva sempre».

Usa ‘94 Gigi ci raccontava i ritiri degli Anni 60 e 70, quando fumavano e giocavano a carte

Le doti Di lui ho apprezzato la correttezz­a: sembrava burbero ma aveva molta ironia

 «È la persona giusta in un ruolo delicato». Con queste parole Gigi Riva commentò l’incarico di team manager della Nazionale, che lui aveva ricoperto per oltre vent’anni, a Gianluca Vialli. I due si sono frequentat­i in azzurro nella lunga esperienza da dirigente azzurro di Rombo di Tuono, che è stato una figura essenziale al Mondiale 2006 come Luca lo è stato accompagna­ndo l’Italia nel trionfo all’Europeo del 2021. Ora giocherann­o ancora nella stessa squadra, fianco a fianco. Saranno una grande coppia.

3Lei lo aveva mai visto giocare dal vivo?

«Come no? Ricordo che una domenica presi la macchina e da Fusignano andai a Bologna. Era l’anno dello scudetto del Cagliari. La partita finì 0-0, ma lui era stato bravissimo: ricordo ancora un tuffo di testa con il pallone che era quasi rasoterra. Gol sfiorato, ma che emozione! Mi restò nella memoria un’immagine di potenza assoluta: Riva era impossibil­e fermarlo: era forte di testa, aveva un sinistro micidiale, in acrobazia aveva un coraggio da leone. Nessun italiano, lo dico ancora, ha mai raggiunto quei livelli».

3 Che cosa le piaceva di Riva umanamente?

«La sua correttezz­a. Aveva una sola parola e di lui ci si poteva fidare ciecamente. D’altronde la sua carriera è la testimonia­nza del suo carattere: giocava nel Cagliari, lo volevano i grandi squadroni del nord, la Juve, l’Inter e il Milan, ma lui non si mosse dalla Sardegna. Era un uomo tutto d’un pezzo: elegante, signorile, aveva uno stile inconfondi­bile. Poteva sembrare burbero, ma vi assicuro che aveva una notevole dose di ironia. Stare al suo fianco, per me, è stato un privilegio». 2’25”

MARCATORE Lautaro al 46’ s.t..

MAZZARRI

NAPOLI (3-4-3) Gollini; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus; Zerbin (dal 13’ s.t. Ostigard), Lobotka, Cajuste (dal 29’ s.t. Raspadori), Mazzocchi (dal 29’ s.t. Mario Rui); Politano (dal 25’ s.t. Lindstrom), Simeone, Kvaratskhe­lia (dal 25’ s.t. Gaetano). PANCHINA: Contini, Idasiak, Demme, Zielinski, Ngonge, D’Avino, Gioielli ESPULSI: Simeone dal 15’ s.t. AMMONITI: Rrahmani, Zerbin, Gaetano per gioco scorretto, Mazzarri per proteste CAMBIO DI SISTEMA: nessuno BARICENTRO: MOLTO BASSO 43m 6,5

POSSESSO %

TIRI IN PORTA

FALLI FATTI

INTER 7

ALL.

ARBITRO: Rapuano di Rimini. VAR: Di Paolo

NOTE: Spettatori 24.900, incasso non comunicato. Tiri in porta 1-5. Tiri fuori 3-9. Angoli 1-8. In fuorigioco 0-2. Recuperi: 1’ p.t.; 5‘ s.t.

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L’ex c.t. Arrigo Sacchi, 77 anni, ai tempi dell’Italia assieme a Gigi Riva, che a partire dal 1990 è stato accompagna­tore, team manager e capo delegazion­e della Nazionale
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