La Gazzetta dello Sport - Lombardia

GP di Madrid 2026 Oggi sarà ufficiale Disegno italiano per il tracciato

Alle 12, nella capitale spagnola, atteso l’annuncio di Domenicali Un affare da 450 milioni annui Prenderà il posto di Barcellona?

- S TEMPO DI LETTURA p.i. lu.pe.

a fuori vedevo che cosa stava facendo Ducati in MotoGP e Superbike, ma è solo entrando nel loro mondo che ho iniziato a capire quanto siano capaci, come si siano strutturat­i in modo efficace e lavorino bene. Se penso alla Ktm, che è un gigante, Ducati ha dimensioni più piccole, eppure stanno ottenendo risultati straordina­ri. Perché? Perché sono bravi». Corrado Maddii, un grande ex del cross, due volte vice iridato, racconta così la sua, per ora breve esperienza alla corte della rossa. È sua la struttura alla quale la Ducati si appoggerà per l’attesissim­o debutto nel mondo delle ruote artigliate, il campionato italiano quest’anno, il Mondiale l’anno prossimo, il Supercross

«DLa sfida

nel 2026. Il pilota sarà Alessandro Lupino, otto titoli italiani alle spalle e un Mondiale nella classe 85, il grande consulente e, chissà, pilota part-time, Antonio Cairoli, 8 Mondiali in bacheca, che dopo una vita in Ktm, dopo l’esperienza dello scorso anno come team manager, ha deciso di affrontare mostrano serenità e determinaz­ione. Per Bagnaia è quella del bicampione del mondo, l’uomo da battere, con una fiducia accresciut­a dai successi delle ultime due stagioni. «La moto 2023 era quasi perfetta, ma c’erano aree nelle quali faticavamo. Avevamo, perché anche Enea diceva lo stesso, chiesto di migliorare quelle aree e il test ha dato buone risposte». Se sulla moto Bagnaia non ha dubbi, in inverno ha lavorato a livello mentale per fare l’ultimo passo che gli manca. «Vorrei ripartire con l’esplosivit­à di inizio 2023 e che poi avevo un po’ perso dopo l’incidente di Barcellona. E poi devo cadere meno. Ho colleziona­to sette cadute nel 2023, ma cinque sono avvenute in gara. Con 22 GP e altrettant­e Sprint, sarà molto importante essere il più costante possibile».

Rinnovo

Bastianini, invece, ha una voglia matta di lasciarsi alle spalle un 2023 difficilis­simo. questa nuova avventura.

Attesissim­a

Si sapeva già molto, della nuova sfida della rossa, che si affida a Paolo Ciabatti (dopo 11 stagioni nel ruolo di direttore sportivo della MotoGP) e a Mauro Grassilli, per occuparsi a tempo pieno del progetto offroad. «Sono qui per vincere gare e lottare per il titolo – dice –. Dovrò lavorare bene nei test ma, soprattutt­o, lasciarmi alle spalle quel nervosismo che lo scorso anno in certi momenti non mi ha facilitato». Anche perché in ballo c’è il futuro. «Io voglio restare qui. Ma in questo momento sono concentrat­o solo sulla stagione che sta per iniziare». Se il suo domani è da definire, quello di Bagnaia, invece, sembra molto più certo. «Non nascondo che stiamo trattando, la mia ambizione è andare avanti» sorride sornione. Più che al rinnovo, l’attenzione è rivolta agli avversari. «Non so se Martin sarà ancora il mio rivale, è presto. Marquez? In tanti saranno competitiv­i, di sicuro la sua GP23 è una moto vincente. Alla gente piace parlare e far rumore, io aspetto le prime gare». Però, fino a ieri mancava lei, la protagonis­ta attesissim­a da tutti gli appassiona­ti. Sul palco di Madonna di Campiglio la curiosità è stata soddisfatt­a: la Desmo 450 MX, questo il nome della prima Ducati da cross, non sfigurava al fianco della Desmodesdi­ci e della Panigale V4S. «È una moto diversa da tutte le altre» gongolano Cairoli e Lupino. «Per me è un grande cambiament­o dopo tanti anni in Ktm. Lì stavo bene, ma quando mi hanno contattato ho visto la bellezza di questo progetto, così è stata una decisione quasi facile. Anche perché non ero ancora pronto ad appendere definitiva­mente il casco al chiodo e poter dare un contributo allo sviluppo è qualcosa che mi piace molto» conclude Cairoli.

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Dettagli ultima volta si corse a Jarama. Era il 1981 e il ferrarista Gilles Villeneuve conquistav­a uno dei più iconici trionfi della sua carriera da funambolo, tenendo a bada fino al traguardo un trenino di agguerriti inseguitor­i, con Laffite (Ligier), Watson (McLaren), Reutemann (Williams) e De Angelis (Lotus) racchiusi in appena 1”24. Poi negli anni seguenti il GP di Spagna traslocò, lasciando la regione di Madrid per approdare in Catalogna, dove si gareggia tutt’ora sul circuito di Montmelò, non lontano da Barcellona. Ma la storia è destinata a compiere uno dei suoi più classici ricorsi. Perché oggi è atteso l’annuncio del ritorno della F.1 a Madrid a partire dal 2026, su un tracciato cittadino che dovrebbe avere i box e il rettilineo principale a Valdebebas, vicino all’aeroporto di Barajas, dove si trova anche il centro sportivo della squadra di calcio del Real Madrid.

L’Lotta di campanile

La conferenza stampa di presentazi­one dell’evento è prevista alle 12 al parco fieristico Ifema. Interverra­nno Stefano Domenicali, presidente e a.d. della Formula One Group; Isabel Diaz Ayuso, governatri­ce di Madrid; e Jose Vicente de los Mozos, il presidente di Ifema, uno dei grandi artefici dell’operazione, che ha condotto le lunghe trattative per avere il GP nella capitale spagnola. Il contratto stipulato con la F.1 avrebbe un’estensione di 10 anni. E potrebbe significar­e l’addio della F.1 al Montmelò, in quanto Madrid subentrere­bbe al posto della gara catalana, attualment­e in calendario fino al 2026 (ma c’è anche la possibilit­à di avere i due GP almeno per un anno). Non c’è da meraviglia­rsi che la notizia, anticipata dai quotidiani El Mundo e Marca, sia stata accompagna­ta dall’ipotesi che il passaggio di testimone possa diventare motivo di uno scontro politico con il Governo centrale. «Che la F.1 se ne vada o meno da Barcellona non ha niente a che vedere con Madrid — replica la governatri­ce Ayuso —. Preferisco che un evento del genere cambi regione spagnola anziché lasciare il Paese».

Mano italiana

Di sicuro, al netto degli investimen­ti necessari per realizzare la pista e delle ingenti cifre da versare alla F.1, si preannunci­a un grande affare per Madrid, con 450 milioni di guadagni previsti ogni anno e circa 10 mila posti di lavoro che saranno creati, senza contare le ricadute indirette sull’economia della città, leggi indotto per alberghi, ristoranti e attività commercial­i. E Ayuso lancia anche la candidatur­a per ospitare in futuro le Olimpiadi. Si conferma la tendenza della F.1 ad avvicinars­i sempre di più al grande pubblico, portando lo show nei centri urbani, come avvenuto negli anni recenti con i GP di Jeddah, Miami e Las Vegas, che si sono aggiunti a Montecarlo, Singapore e Baku. Nel disegno del circuito, che sarà in parte coperto, c’è la mano dell’italiano Jarno Zaffelli, con l’azienda Dromo, protagonis­ta di numerosi interventi negli ultimi anni sui tracciati di F.1 di tutto il mondo.

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Da sinistra, Antonio Cairoli, Gigi Dall’Igna e Alessandro Lupino
 ?? ?? Dall’alto verso il basso: la parte anteriore della GP24, si notano le appendici aerodinami­che e le prese d’aria dei freni; il codone con le alette già viste nel 2023; il forcellone posteriore in fibra di carbonio
Dall’alto verso il basso: la parte anteriore della GP24, si notano le appendici aerodinami­che e le prese d’aria dei freni; il codone con le alette già viste nel 2023; il forcellone posteriore in fibra di carbonio
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 ?? ?? L’impresa di Gilles L’ultimo GP di Spagna corso nei pressi di Madrid, al Jarama, vide nel 1981 il trionfo impossibil­e di Villeneuve con la Ferrari
L’impresa di Gilles L’ultimo GP di Spagna corso nei pressi di Madrid, al Jarama, vide nel 1981 il trionfo impossibil­e di Villeneuve con la Ferrari

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