La Gazzetta dello Sport - Lombardia
Linea dura
Piantedosi accelera. Nei buu a Maignan coinvolti 10 tifosi, porte chiuse col Monza
Tempo scaduto. Bisogna agire. Altrimenti il rischio è di andare avanti fino al prossimo caso parlando poi degli stessi argomenti. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi proprio ieri, nell’intervista rilasciata alla Gazzetta sugli insulti razzisti rivolti a Udine a Mike Maignan, aveva anticipato la linea sua e del Governo: «Vanno individuati strumenti che, oltre alla chiusura degli stadi e delle curve, rendano ancora più incisiva la risposta dello Stato verso gli autori di questi gravissimi gesti. Serve l’immediata identificazione dei soggetti». In sintesi, vanno colpiti i singoli e non il sistema. Ed ecco che quindi già domani pomeriggio Piantedosi ha messo in agenda la convocazione al Viminale di Federcalcio e Leghe per un tavolo congiunto dove verranno studiate le linee attuative di intervento. L’idea è di usare davvero il pugno duro, magari anche l’arresto immediato per chi è protagonista e complice di atti di discriminazione. In pratica, sulla linea di quello che già avviene in Inghilterra dove è previsto l’arresto e dieci anni di Daspo. Lo scorso aprile, per citare uno degli ultimi episodi, tre giovani del Wolverhampton si sono macchiati di canti discriminatori all’indirizzo dei calciatori di colore del Chelsea, finendo in manette dopo essere stati identificati dalle telecamere: tolleranza zero.
Gravità
Intanto, per l’ignoranza di alcune persone, al momento pagano tutti. Ossia l’Udinese e la tifoseria che si vedrà privata della visione dal vivo di una gara. Il Giudice sportivo Gerardo Mastrandrea non ha avuto bisogno di chiedere un supplemento di indagine alla Procura Federale (le relazioni ricevute dagli ispettori, che hanno interrogato a fine gara Maignan, sono state esaustive), infliggendo ai friulani la sanzione di una partita da giocare a porte chiuse che verrà scontata il 3 febbraio in Udinese-Monza. Mastrandrea nelle motivazioni ha sottolineato «la obiettiva gravità dei fatti descritti e riportati, che hanno comportato l’adozione delle misure previste dall’apposito protocollo procedurale contenuto nelle norme federali», ricordando «la reazione del calciatore interessato e le conseguenze sul regolare svolgimento della gara, interrotta per ben due volte» e rilevando come non ci siano state «durante e dopo i fatti, e nonostante i due annunci al pubblico, chiare manifestazioni di dissociazione da tali intollerabili comportamenti da parte dei restanti sostenitori (elemento che sarebbe stato rilevante in senso attenuante, e finanche esimente in presenza degli altri pre
Primo cittadino
La nostra non è una città razzista Ci saranno nuovi progetti Alberto Felice De Toni
3 Ne ha parlato con i club?
«Sì, ci siamo subito attivati con il Milan e la fondazione. Erano felici. L’idea è collaborare e organizzare. L’assessora allo sport Chiara Dazzan è attiva e sensibile su queste tematiche. E vogliamo invitare Maignan a Udine».
3 E l’Udinese che cosa dice?
«Il vice presidente Stefano Campoccia è sembrato entusiasta. L’Udinese vuole prendere le distanze dal razzismo e collaborare a tutti i progetti che metteremo in atto».
3Intanto è stato identificato un 46enne che urlava espressioni non proprio gentili dalla curva e il lavoro della polizia e dell’Udinese dovrebbe portare a identificarne altri 10 almeno. Il club, oltre al Daspo di 5 anni, ha deciso di espellerli per sempre dallo stadio. E’ d’accordo?
«Io sono per il perdono. Da cattolico dico che è importante dialogare e perdonare».
3I progetti allo studio cosa riguardano?
«Attività qui, con le scuole, le società sportive. E far capire cos’è Udine che ha 64 etnie. Il 14% degli abitanti non è di origine italiana. I bandi per i contributi alle società sportive premiano chi favorisce antidiscriminazione e inclusione. Qui pensiamo ai diritti della persone, la discussione è di livello alto. Un caso internazionale, un messaggio internazionale. E anche dalla Francia ci hanno applauditi».
3 Udinese-Monza il 3 febbraio a porte chiuse. Esagerato?
«Mi allineo alle decisioni del giudice e prendo atto. Con l’auspicio che però questa sia una misura applicata sistematicamente. E’ giusta la tolleranza zero, meno giusto fare di Udine un capro espiatorio». 2‘33’’