La Gazzetta dello Sport - Lombardia
ADDIO A BOGARELLI UNO DEI PIONIERI DELLA TV PRIVATA PORTÒ DA NOI L’NBA
runo Bogarelli ha rappresentato una figura centrale per il mondo dell’informazione degli ultimi quarant’anni, uno dei primi a capire il valore dell’intrattenimento sportivo in tv. La sua scomparsa dopo una lunga malattia, a 73 anni, lascia un vuoto in tutti quelli che ne hanno incrociato la strada: dai dirigenti delle aziende per cui ha lavorato ai giornalisti, dai campioni ai tecnici delle squadre seguite con passione, fino alle maestranze delle emittenti che ha contribuito a portare al successo.
BFininvest
La sua carriera inizia a Canale 5 con Silvio Berlusconi, di cui è stato uno dei collaboratori più stretti dagli Anni 80. Contribuisce alla realizzazione dei primi spazi informativi nelle varie testate giornalistiche del gruppo: direttore di Videonews e, in seguito, coordinatore della redazione sportiva di Italia 1. Nel 1985 fu tra i protagonisti del lancio di La Cinq, il canale aperto da Fininvest in Francia.
Il ricordo di Cairo
«L’ho conosciuto nel 1981 a Mediaset quando ero assistente di Berlusconi. Da allora siamo diventati amici e non ci siamo mai persi di vista», ricorda il presidente di Rcs Mediagroup e del Torino, Urbano Cairo. «Ricordo che andammo insieme con Berlusconi negli Stati Uniti, a Los Angeles e New York, per l’acquisto di programmi televisivi. Bogarelli era un lavoratore incredibile, un perfezionista con grande attenzione alla qualità. Nel 2006 mi diede una grande mano per le celebrazioni del centenario del Torino, che furono un successo grazie anche al suo contributo. Suo figlio, un ragazzo molto in gamba, ha lavorato con me nella mia concessionaria, poi ha preso la sua strada».
Lo sbarco della Nba
Lasciato il gruppo nel 1988, creò con il fratello Marco, scomparso tre anni fa, la Media Partners, società leader in Europa nel settore dello sports marketing che in seguito venne acquisita da Infront. Si occupò del lancio di Eurosport in Italia, nel 2004 ecco l’avventura con Sportitalia, canale di news sportive di cui è stato fondatore, direttore e figura di riferimento fino al 2013, lanciando diversi telecronisti e volti oggi noti al grande pubblico. Il basket è stata una delle grandi passioni della sua vita. È stato il primo a portare la Nba in Italia, negoziando l’acquisto dei diritti dalla CBS. Era il 1981, due anni prima c’erano state le esibizioni a Milano e Bologna con giocatori arrivati dagli Stati Uniti: la rivalità tra Larry Bird e Magic Johnson, Celtics contro Lakers, era destinata a fare epoca. In poco tempo nacque un fenomeno di massa grazie alle telecronache di Dan Peterson che lui lanciò in quel ruolo e al successo dell’amata rivista «I giganti del basket». Bogarelli era molto legato al mitico coach della Milano di Meneghin e McAdoo. «Quando Dan tornò ad allenare l’Olimpia, nel 2011 - ricorda Cairo - andavamo spesso al Forum con i miei figli a vedere insieme le partite. Bruno era un vero appassionato. Per me è stato sempre un amico generoso». 2’30”
ma il calcio per me è musica e bisogna saper variare i ritmi. Cosa che chi sa ballare o è appassionato di musica sa fare e apprezzare. Il calcio vive di variazioni».
3Un grande coreografo, Maurice Bejart, diceva che il ballerino è più importante della coreografia. È d’accordo?
«L’ho sempre pensato. La coreografia è importante, ma prima gli interpreti. Come nella musica: se suona Chat Baker non è come se suona uno qualunque».
3 Sempre in tema di donne, tante volte sono state decisive anche nei trasferimenti.
«Sono importanti ed è giusto che sia così, ma una volta nessuno sapeva chi fosse la mamma di Rivera. Adesso è tutto diverso e alcune donne diventano importanti di riflesso. Non mi pare una bella idea. Comunque, mi ricordo le botte a Rivera in Juve-Milan, mi vengono in mente certi discorsi: il calcio non è uno sport per signorine. E mi domando che senso abbia. A me piacciono i tipi che ballano in campo, mi piace la naturalezza che associo alle donne. Il calcio deve essere naturale: non mi sono mai piaciuti i calcoli. La naturalezza produce le bollicine nel calcio e non soltanto».
3Calciatori musicali che vorrebbe citare?
«De Bruyne, Modric. In passato Rivera. Mi piace Yildiz, l’ho detto da tempo a Massimiliano, guarda che quello è fortissimo. Così come quattro anni fa gli avevo detto di Bellingham, uno spettacolo. E lo avevo detto anche a Mazzarri. E Mkhitaryan, che bello vederlo giocare... ma sono pochi ormai».
3Se li scopre tutti così presto, forse dovrebbe tornare nel calcio e fare il talent scout.
«Eh, poi mi innamoro anche di qualcuno che si rivela un bidone. Però una cosa la voglio dire: su De Ketelaere sono stati tutti frettolosi. Non sarà mai un top player, ma un ottimo giocatore sì».
3Galeone, gli anni passano e la gente ancora le chiede pareri. Sente di essere stato un po’ sottovalutato in passato?
«Non so, mi vogliono tutti bene, anche dove non ho fatto niente di speciale. Credo di essere stato un buon insegnante di calcio. Forse un allenatore deve avere anche altre caratteristiche».
3 A proposito di passato, lunedì se n’è andato Gigi Riva...
«A Grado, era il periodo delle sabbiature e c’erano tanti calciatori, eravamo sempre insieme. Arrivava con un paio di pantaloni, qualche maglietta e una valigia piena di Marlboro. Era una persona meravigliosa e lo ricordo così. Con l’amore per il mare, che è anche mio».
Amo le donne perché sono eleganti. Serve anche nello sport