La Gazzetta dello Sport - Lombardia

LA FORZA DI SINNER E QUEL SORRISO CHE INCANTA L’ITALIA

- Di GIANNI VALENTI ALESSANDRO VOCALELLI

Il ragazzo con il sorriso ha fatto svegliare l’Italia in piena notte, l’ha fatta palpitare per tre ore e ventidue minuti e infine gioire quando ormai era il momento del caffè. Il ragazzo con il sorriso ha compiuto una di quelle imprese che resteranno nella storia perché segna un cambio generazion­ale storico nelle gerarchie mondiali del tennis. Il ragazzo con il sorriso ha dato scacco matto a re Djokovic, che nel suo giardino australian­o ha vinto il torneo per dieci volte e non perdeva da ben trentatré partite consecutiv­e.

L’Italia oggi è pazza di Jannik Sinner, questo giovane altoatesin­o di 22 anni che ieri mattina, appena finito il match che l’ha portato in finale, in diretta mondiale ha dato il «buongiorno» al suo Paese, in modo semplice e genuino sfoggiando un sorriso innocente che ha conquistat­o tutti. Le Finals di Torino gli avevano regalato il salto in alto nella popolarità, la vittoria in Coppa Davis l’amore della gente, il successo di ieri è stato la definitiva consacrazi­one.

È lui l’eroe azzurro più famoso del momento e lo sarà ancora per molto tempo. Il suo cognome è come una parola magica che apre il cuore di ogni sportivo. E non solo. All’improvviso tutti sono diventati profondi conoscitor­i di tennis, disquisisc­ono al bar, sulla metropolit­ana o nei social sul dritto o il rovescio di Sinner come masticasse­ro la materia con padronanza da tempo. Sembra di rivivere gli anni di Valentino Rossi, Alberto Tomba e Marco Pantani, tutti straordina­ri campioni che dominavano il mondo nei rispettivi sport e avevano acceso la scintilla della passione tra la gente. Tanto da eguagliare o addirittur­a superare in popolarità anche i calciatori più famosi.

Jannik è forte nella semplicità. E questo aspetto del suo carattere rivive nel tennis che mette in mostra. Aggressivo ma controllat­o nelle emozioni. Il gesto più eclatante che possiamo notare durante una partita è quel pugno alzato al cielo dopo i punti più importanti. Non lo vedremo mai disunito o in preda a isterismi. In campo è come un computer con il suo programma che non permette divagazion­i o distrazion­i. Può perdere punti, anche cruciali come è accaduto ieri quando, nel terzo set, non è riuscito a chiudere la partita pur avendo un primo match-ball a disposizio­ne nel tie-break. Errore che poi gli è costato il set. Ma certo non si scoraggia e riparte, come nulla fosse successo. Ecco, è stato questo il momento della sfida contro Novak Djokovic che ci ha fatto capire come il ragazzo con il sorriso è diventato oggi un vero campione. In quei pochi minuti che sono passati tra il terzo e il quarto set, Jannik ha avuto la capacità di digerire la delusione

La finale conquistat­a in Australia battendo il numero 1 Djokovic è la consacrazi­one di Jannik, che conquista tutti con semplicità e senza nessun eccesso

nche se tutto spinge verso i toni del grigio e le parole della vigilia di campionato finiscono con l’essere scolorite dall’arte del dissimular­e, InterJuve è già tra di noi. Il derby d’Italia è un match lunghissim­o che si comincia a giocare in questo weekend. Come suggeriva il vecchio Rilke ruminando poeticamen­te sui suoi passi, mentre guardava il golfo di Trieste, il futuro è dentro di noi prima che accada. Funziona così anche nel calcio, sul cammino di Simone Inzaghi e Max Allegri verso lo scudetto. «Noi siamo Sinner, loro Djokovic», ha detto ieri il tecnico bianconero dopo il fantastico successo di Jannik a Melbourne sul fuoriclass­e serbo. Era un modo di caricare la sua squadra che sparato così dell’occasione appena sprecata e ha rilanciato. Facendo tesoro delle sfide precedenti con il serbo, non ha prestato il fianco al vecchio campione che già aveva intravisto un pertugio dove infilare la sua rimonta. E l’ha rimesso in un angolo senza dargli scampo a suon di sventaglia­te di dritto. La vittoria sul numero uno del mondo è stata netta, ancor più roboante perché ottenuta in uno dei tornei del Grande Slam.

Adesso che la prima impresa è stata portata a casa, c’è da mettere il cappello su questi Australian Open e coronare quello che alla vigilia appariva come un sogno. Sinner ha giocato un torneo strepitoso perdendo solo un

sembra una provocazio­ne. Invece è l’inevitabil­e sintesi di un giudizio più prudente e argomentat­o, che accosta la Juve dei baby – Yildiz è il capoclasse – al decollo mondiale del giovane azzurro nel tennis. È evidente che Inter-Juve si gioca da oggi, con interposti avversari – l’Empoli stasera, la Fiorentina domani – perché diverse scelte nelle formazioni delle due squadre in lotta per il titolo sono determinat­e da quello che vedremo in campo tra otto giorni a San Siro. La squalifica di Barella diventa quasi un sollievo e un’opportunit­à per Inzaghi, che potrà avere il centrocamp­ista sardo fresco e pimpante nello scontro diretto. Dopo venti match su venti in campionato, mancherà anche Calhanoglu, perno fondamenta­le dei nerazzurri, e sarà rilevato da Asllani. È un

Incrocio

rebus, perché negli ultimi due anni l’Inter ha vinto solo una volta nelle cinque partite senza il turco. Ma nel bicchiere mezzo pieno ci sarà un Calha più tonico e riposato per la Juve. Comunque, anche Allegri guarda oltre la siepe. Si tiene in

di

(PRIMO TEMPO)R1-0 MARCATORI Biasci (C) al 29’ p.t.; Segre (P) al 3’ s.t.

CATANZARO (4-4-2)

Fulignati 6; Situm 6 (dal 33’ s.t. Oliveri s.v.), Scognamill­o 6,5, Brighenti 6,5, Veroli 6,5 (dal 41’ s.t. Antonini s.v.); Sounas 6, Pompetti 6,5, Verna 6,5 (dal 33’ s.t. Petriccion­e s.v.), Vandeputte 6; Iemmello 5,5 (dal 19’ s.t. Ambrosino 6), Biasci 7 (dal 41’ s.t. Stoppa s.v.)

PANCHINA Sala, Borrelli, D’Andrea, Brignola, Pontisso, Miranda, Donnarumma

ALLENATORE Vivarini 6,5

38 Pissardo, 12 Pellegrini, 25 Pucino, 21 Zuzek, 14 Lulic, 16 Astrologo, 44 Acampora, 10 Bellomo, 11 Achik, 14 Morachioli, 7 Menez, 9 Nasti

ALLENATORE Marino

SQUALIFICA­TI nessuno

DIFFIDATI Acampora, Vicari, Di Cesare, 18 Liverani, 61 Volpe, 3 Tonetto, 11 Dubickas, 17 Krastev, 25 Sau, 19 Pilati, 20 Zennaro, 27 Hergheligi­u, 70 Parigini, 91 La Mantia, 99 Pietrelli Zaffaroni nessuno nessuno

Carraro, Ferrarini, Letizia, Verzeletti, Voltan

22 Saracco, 25 Dalmasso, 5 Degli Innocenti, 10 Salcedo, 11 Salomaa, 17 Caporale, 26 Frigerio, 44 Guglielmot­ti, 28 Louakima, 9 Eusepi, 29 Listkwoski, 77 Di Stefano 22 Loria, 6 Hermannsso­n, 42 Barbieri, 15 Touré, 16 Nagy, 30 De Vitis, 32 Piccinini, 7 L. Tramoni, 25 Valoti, 26 Masucci, 9 Bonfanti, 32 Moreo Aquilani nessuno Leverbe, L. Tramoni, Nicolas Beruatto, Barberis, Jureskin, M. Tramoni

28 Crespi, 40 Zovko, 14 Vignali, 26 Cugnata, 77 Bertola, 21 Corradini, 36 Candelari, 9 P. Esposito, 11 Cipot, 19 Krollis, 48 Antonucci, 15 Pietra D’Angelo nessuno Bandinelli, Elia Gelashvili, Bandinelli, Elia, Reca, Wisniewski, Serpe, Moutinho

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Inzaghi (47) e Allegri (56)
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