La Gazzetta dello Sport - Lombardia
FANTASINNER APPUNTAMENTO CON LA STORIA LO ASPETTIAMO DA 48 ANNI... MELBOURNE
Sfida con il russo Medvedev a Melbourne. Panatta 1976 l’ultimo eroe azzurro 9.30
DOMENICA 28 GENNAIO 2024 LA GAZZETTA SPORTIVA
AUSTRALIAN OPEN
Jannik Sinner di
Innazitutto grazie. Grazie Jannik, per averci fatto vivere due settimane di attesa, sveglie all’alba, notti insonni a rincorrere il fuso orario di Melbourne per vederti giocare l’Australian Open. Grazie di averci uniti attorno alla tavola del tennis a raccontare e raccontarci di te, delle tue imprese, delle tue vittorie eccezionali. A casa, davanti a un caffè e alla colazione lenta della domenica mattina, siamo pronti a vivere un’altra giornata eccezionale, la tua prima finale Slam, contro Medvedev. Siamo pronti a soffrire, morderci le unghie, saltare in piedi a ogni vincente, disperarci a ogni errore. Come si fa durante un Mondiale, un’Olimpiade, come si fa quando c’è di mezzo la storia.
Come la Davis
Jannik Sinner lo ha già fatto, due mesi fa, trascinando l’Italia alla vittoria della Coppa Davis che ci mancava dal 1976. Un anno speciale, in cui il tennis italiano sollevava con le braccia di Adriano Panatta il trofeo del Roland Garros. In 47 anni e 7 mesi nessuno tra gli uomini del tennis italiano è più riuscito nell’impresa. Ci ha provato Matteo Berrettini a Wimbledon. Era l’11 luglio del 2021, il giorno in cui la Nazionale di calcio vinse l’Europeo a Londra. Berrettini non riuscì a domare Novak Djokovic, ma tutto il Paese tornò ad appiccicarsi alla televisione, ai computer, agli smartphone per vedere un italiano contendersi un titolo Slam. Oggi, se Jannik Sinner batterà Daniil Medvedev nella finale degli Australian Open, avremo un vincitore Slam a colori. E se per
Panatta di rosso c’era la terra dello Stade Philippe Chatrier, noi di rosso abbiamo il campione dal ciuffo ribelle, che da due settimane ci dà il buongiorno con una vittoria.
Lo sbadiglio
Eccezionale nella sua normalità, o normale nella sua eccezionalità, Jannik negli ultimi mesi è entrato nelle case degli italiani, un po’ figlio, un po’ fratello, un po’ compagno di giochi, un po’ fidanzato dei sogni, sicuramente campione. Al pensiero di affrontare Daniil Medvedev in una finale Slam, solo sei mesi fa ci saremmo messi le mani nei capelli. Il russo era la sua bestia nera, lo aveva battuto sei volte di fila, schernendolo pure alle Finals del 2021 a Torino con uno sbadiglio in faccia dopo avergli rifilato un 6-0. Sinner se l’è legata al dito, da quel giorno ha iniziato a lavorare ancora più duro, ha cambiato team, è cresciuto, si è misurato altre volte con lui perdendo sempre, fino al Masters 1000 di Miami, primavera del 2023. A Pechino, a ottobre, la prima picconata, in finale. Un caso? No. Pochi giorni dopo, stesso risultato a Vienna. Il terzo colpo è arrivato a Torino, sullo stesso campo dello sbadiglio, ancora una vittoria di Jannik. Dopo quelle vittorie, Meddy disse: «Ci sono alcuni giocatori che hanno momenti molto buoni,
QUEL PRECEDENTE... Alle Finals del 2021 Medvedev gli sbadigliò in faccia dopo un 6-0: Sinner non l’ha mai dimenticato
Van de Zandschulp
De Jong
Baez
Khachanov
Rublev
Djokovic ma bisogna vedere se poi restano costanti nel rendimento». Da lì, l’altoatesino non si è più fermato, arrivando a battere Novak Djokovic tre volte su quattro incontri e a conquistare la finale in Australia.
La sesta
Oggi, alle 9 e mezza italiane, sul cemento della Rod Laver Arena, Sinner affronterà la sua prima finale Slam, per Medvedev si tratta invece della sesta, la terza in Australia. Daniil ha vinto un solo titolo major, lo Us Open del 2021 rimasto nella storia per il mancato Grande Slam di Novak Djokovic, stoppato dal russo proprio a un passo dalla leggenda. Chissà come Jannik gestirà l’emozione della finale? Al momento ha dimostrato una freddezza robotica, che stride con il carattere che chi lo frequenta definisce giocherellone. Dopo aver battuto Djokovic in semifinale ha accennato poco più di un sorriso: «Ma solamente perché il lavoro sarà fi