La Gazzetta dello Sport - Lombardia
«JANNIK IL PIÙ FORTE DI TUTTI È LA PRIMA DI TANTE FINALI»
L’ultima a vincere uno Slam per l’Italia: «Sono impressionata dalla sua solidità tecnica e mentale. Ed è un ragazzo umile»
La giornata dell’orgoglio italiano. Quando il tricolore avrebbe sventolato su uno Slam a prescindere dal risultato. Il 12 settembre 2015, Pennetta e Vinci si affrontavano nella finale degli Us Open e New York diventava un’esplosione di bianco, rosso e verde, mentre un’ondata di passione travolgeva tutto il paese. Vinse Flavia, e quello rimane a tutt’oggi l’ultimo Major conquistato dal nostro tennis. Stamattina, però, a diecimila chilometri di distanza da qui, un ragazzo nato tra le montagne può scrivere di nuovo la storia e aggiungere al romanzo dello sport italiano una pagina da leggenda. Stamattina, siamo tutti Jannik Sinner.
3 Flavia, il giorno è arrivato: Sinner può diventare il suo erede in uno Slam.
«Me lo auguro davvero. Prima del torneo, nei miei pronostici, avevo messo Djokovic e la Sabalenka. Sulle donne ci ho preso, sono molto contenta di essermi sbagliata con gli uomini... Ma d’altronde Jannik con il passare dei giorni si è dimostrato l’uomo più forte degli Australian Open».
3Quindi è il favorito?
«In queste due settimane mi ha impressionato: solidissimo nel gioco, perfetto nella gestione dei punti chiave della partita, mentalmente fortissimo, molto maturato anche fisicamente, in quello che si pensava fosse ancora il suo punto debole. Non batti il numero 5 e il numero 1 del mondo in successione con la sua autorevolezza se non sei nelle condizioni psicofisiche perfette».
3 Cosa l’ha impressionata di più fin qui di Jannik?
«Potrei dire l’atteggiamento, la perfetta lettura delle situazioni, la sicurezza mostrata in campo. Ma dal punto di vista tecnico sono rimasta abbagliata dal suo servizio: è migliorato tantissimo, diventando un’arma letale contro gli avversari».
3 La finale di Melbourne è il coronamento di un percorso affrontato con la consapevolezza che la crescita doveva avvenire per gradi.
«Questa è la grandezza di Sinner: l’umiltà. Unita al coraggio di lasciare il certo per l’incerto con la decisione di cambiare allenatore a vent’anni. Non si è mai messo fretta, sapendo che correre troppo avrebbe minato il progetto dalle basi. Ha proseguito a testa bassa, senza preoccuparsi dei primi intoppi. E adesso gioca una finale Slam a 22 anni e con ancora enormi margini di miglioramento davanti a sé, perché può ancora sistemare dettagli del suo gioco. Credetemi, quella di oggi sarà solo la prima di tante».
3Può pesare la pressione della DALL’ALBUM
1.
BOLELLI-VAVASSORI KO
Si ferma in finale il sogno Slam di Simone Bolelli (già vincitore con Fognini in Australia nel 2015) e Andrea Vavassori, sconfitti in doppio dall’australiano Matthew Ebden (a sinistra nella foto) e dall’indiano Rohan Bopanna, che alla soglia dei 44 anni (li compirà l’8 marzo) conquista il primo Slam in carriera nella specialità di cui è un maestro: domani sarà anche il più vecchio n.1 della storia del doppio nell’era del computer (1973). Resta il grande torneo della coppia azzurra, che adesso punta decisamente alla Davis e alle Atp Finals.
prima finale Slam contro un rivale che invece giocherà la sesta, nonché la terza in Australia?
«Intanto bisogna ricordare che Medvedev è un campione, ha già vinto uno Slam ed è abituato a frequentare questi palcoscenici.
Ma una delle grandi qualità di Sinner è la serenità con cui sta affrontando questa fase della carriera: non si lascia sovrastare dalle tensioni, perché è consapevole che il lavoro fatto, unito al suo talento, gli può consentire di ottenere il massimo. Quindi, se non sarà per questa volta, ci riproverà la prossima: è il modo ideale per approcciare la partita fin qui più importante della carriera».
3 Anche per lei, nel 2015, si trattava della prima finale Slam: dal punto di vista mentale, come si gestisce l’avvicinamento a un appuntamento così grandioso e mai affrontato prima?
«Continuando con la routine che ti ha portato fin lì: allenamenti, tempo libero con il team, serate tranquille a cena, riposo. Bisogna il più possibile tenere fuori dalla porta l’ansia da prestazione. Ma lo ripeto: Sinner non corre questo rischio».
3 Quanto è importante avere accanto un coach come Cahill che ha gestito questi momenti con alcuni dei più forti giocatori della storia recente del tennis?
«Aiuta moltissimo. Credo che Darren sia stato preso anche per dare supporto in situazioni come queste con la sua enorme esperienza. E poi c’è il grande lavoro di Simone Vagnozzi che ha consolidato le basi tecniche, amplificando la fiducia».
3 Intanto Simone Bolelli, che uno Slam lo aveva vinto insieme a suo marito Fabio Fognini, ne ha sfiorato un altro...
«Peccato per la finale, ma lui e Vavassori hanno disputato un torneo straordinario. Sono contenta dei loro risultati, mi aspetto una grande stagione».
3 Magari con il rinforzo proprio di Fabio, soprattutto adesso che lavorerà con la Schiavone...
«Ha ancora voglia, deve solo rimanere in salute. Se è sano, su una partita secca può ancora dare fastidio a tanti. Era da tempo che suggerivo a lui e Francesca di provare a fare qualcosa insieme. Ci sarà da divertirsi». 3’50”
9
De Stefani
Pietrangeli
Panatta
Schiavone
Errani
Vinci
Pennetta
Berrettini
Sinner
Sposata con Fognini hanno tre figli
Ha avuto il coraggio di cambiare a vent’anni senza mettersi fretta: ecco perché è un grande
Pennetta
Il russo è un campione, ha già vinto uno Slam edè abituato a frequentare questi palcoscenici
Pennetta