La Gazzetta dello Sport - Lombardia
«Il caso Maignan specchio della società Impariamo da Sinner serve più serenità»
Il conduttore Rai e tifoso della Fiorentina «Stasera sarò al Franchi, l’Inter è carica ma noi abbiamo riposato un po’ di più»
Carlo Conti viaggia sempre ad alta velocità, tre le prime serate di Rai 1 - sabato si concluderò lo spin off Tali e Quali, poi ci sarà Tale e Quale Sanremo, a marzo Rischiatutto70 e ad aprile I migliori Anni - e le corse al Franchi per vedere la sua Fiorentina, come accadrà stasera. «Riesco a fare tutto con leggerezza e divertimento, sono il capitano di una squadra forte, con cui lavoro bene da anni». Un capitano che ha fatto dell’arte della ‘misura’ un marchio distintivo in una tv troppo spesso urlata.
3Servirebbe più ‘misura’ anche nel calcio?
«Non solo nel calcio. È il mondo che corre troppo, si litiga su ogni cosa, si è tutti esperti di tutto. C’è un eccesso di frenesia, bisognerebbe fermarsi e riflettere, tornando a confrontarsi».
3 Un discorso che in qualche modo si può legare all’episodio di razzismo di Udine?
«È anche quello specchio di una società violenta, verbalmente e non solo. È un fenomeno dilagante e difficile da fermare perché va preso da lontano, a partire dalle famiglie e dalle scuole. Maignan è stato bravo a fermarsi: di certo un professionista in vista è abituato a certe pressioni, ma penso abbia voluto esporsi per evidenziare con un gesto eclatante qualcosa che non si può tacere».
3 Parliamo della sua Fiorentina? Ha fatto gli onori di casa all’inaugurazione del Viola Park.
«Accanto a Commisso in una giornata storica. È un centro sportivo di altissimo livello, un tempo impensabile, che spero possa diventare una sorta di “fabbrica” di calciatori, preparati tecnicamente e con dei valori».
3Commisso che impressione le ha fatto?
«È una persona d’altri tempi, un presidente vero, che ci mette la faccia e i soldi. Ce ne sono pochi ormai. È un imprenditore importante, entrato in un mondo a lui nuovo: diamogli il tempo per costruire qualcosa di importante, è difficile nascere e volare. Anche se già in questi anni qualche soddisfazione ce la siamo tolta».
3Da questa stagione che cosa si aspetta?
«Mi sembra un anno particolarissimo, tra il quarto posto e il nono ci sono davvero pochi punti. È presto per giudicare, può succedere di tutto».
Il capitano
Commisso Ci mette la faccia e i soldi. E il Viola Park è un centro di livello che trasmette valori
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anche in funzione dei progressi che sta facendo con l’Olimpia.
Ala piccola
Escludendo Simone Fontecchio che gioca in Nba, non posso che essere d’accordo con Dan su Marco Belinelli e la sua follia di tiratore, anche se non perfettamente in linea con un ruolo che esige grande versatilità.
Ala forte
Il discorso per l’ala grande ha pochi prospetti e Achille Polonara è certamente il migliore, anche se il giusto titolare del ruolo sarebbe Nicolò Melli, che per cause di forza maggiore deve occupare il posto di centro, ma è tale la sua classe e la sua intelligenza di gioco che dove lo metti lui ci sta alla perfezione.
Centro
Per non essere in sintonia con Dan in questo modo nauseante, aggiungerò che non vedo alcuna somiglianza tra Melli e Meneghin. Dino, monumento nazionale, era uno straordinario combattente, Nick ha dalla sua meno fisicità ma un’alta sapienza tecnica ed entrambi sono due grandi leader.
STEFANO BARIGELLI
Il saluto