La Gazzetta dello Sport - Lombardia

Una trama perf

L’italiano: « Sinner e Alcaraz sono il futuro spero non smettano di vincere». L’omaggio dell’australian­o: «Simone collega ideale»

- Di Federica Cocchi GETTY

DIETRO AL CAMPIONE

n questa sua famiglia tennistica un po’ strana, possiamo definirli il papà e la mamma. Simone Vagnozzi e Darren Cahill abbraccian­o il loro Jannik con delicatezz­a, quasi a non volerlo stropiccia­re, come se temessero che si rompa dopo tanta fatica. Sono loro che hanno preso in mano la carriera di Jannik, volato via dal nido di Riccardo Piatti a Bordighera per crescere ancora. Una scelta che ha fatto storcere il naso a molti, un salto nell'ignoto che faceva temere per il peggio... e invece. Jannik ha dimostrato di aver fatto la scelta giusta, con quella libertà che mamma e papà, quelli veri, gli hanno sempre dato. Un gruppo che è andato ampliandos­i man mano crescendo fino a trovare un equilibrio perfetto. Si divertono, si supportano, si vogliono bene, soprattutt­o. E adesso finalmente possono festeggiar­e.

Equilibrio

IÈ un equilibrio delicato ma perfetto il loro: «Simone è l’allenatore migliore con cui abbia mai lavorato - dice l’australian­o che ha riportato Agassi al numero 1 -. Sta facendo un lavoro incredibil­e, ogni momento come questo è speciale. Quando un giocatore va in campo e raggiunge la grandezza di Jannik, per tutta la squadra è speciale. Siamo molto affiatati, i ragazzi sono uniti: lavorano sodo e si divertono, con una cultura del lavoro eccellente. Tutti si rispettano e sono sullo stesso piano: ognuno esprime la sua opinione, compreso Jannik». L’australian­o si intende di campioni, sa maneggiarl­i con cura, trarre da loro il meglio da Hewitt a Agassi fino a Simona Halep: «Sinner può essere una superstar di questo sport. Credo che Alcaraz sia molto simile a Jannik per il modo di giocare, per l’entusiasmo e la gioia che portano al gioco, per la personalit­à e l'affetto che riscuotono dal pubblico. Sono ragazzi simili fuori dal campo, hanno una rivalità amichevole. È importante che continuino a vincere e che facciano ciò che Jannik è stato in grado di fare oggi. Vogliono farsi un nome e Sinner lo ha fatto». La crescita di Alcaraz può aver spinto Jannik: «Carlos ha aperto la strada a molti giovani giocatori. Aspiriamo a essere bravi come lui come lui e speriamo, un giorno magari di essere migliori di lui. al momento però siamo ancora all'inseguimen­to».

Niente paura

Vagnozzi lo aveva detto anche poco prima di partire per l’Australia: «Se avessi avuto paura, non avrei mai preso Sinner. E invece da subito ho cominciato a toccare il suo gioco». Un rischio con lo staff ponderato, che oggi ha pagato la golden share: «Eravamo sicuri che fosse in grado di raggiunger­e questo livello e di vincere trofei così. Penso che l’anno scorso sia stato molto importante per lui». Una vittoria di Sinner, ma anche un trionfo per tutto il movimento italiano: «La Davis e gli Australian Open, a pensarci è incredibil­e. Ma questi successi vengono dagli ultimi 10 anni: abbiamo una Fede

Superstar Jannik può essere una superstar di questo sport: insieme a Carlos porta gioia

Lavoro I ragazzi lavorano sodo e si divertono. Hanno una cultura del lavoro eccellente

La gioia di Cahill «La grandezza di Jannik è speciale per la squadra»

La gioia in tribuna

 ?? ?? Il primo abbraccio tra Sinner e lo staff: da sinistra Giacomo Naldi, Umberto Ferrara, Sinner, Simone Vagnozzi e Darren Cahill
Il primo abbraccio tra Sinner e lo staff: da sinistra Giacomo Naldi, Umberto Ferrara, Sinner, Simone Vagnozzi e Darren Cahill

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy