La Gazzetta dello Sport - Lombardia
È un Lautaro da record Segna un gol a partita per la missione scudetto
Ha fatto 19 reti in 19 match e ora punta a superare i 36 di Immobile e Higuain in una sola stagione in Serie A Il tecnico: «Prima o poi batteremo anche le grandi» Offerti 7 milioni all’Augsburg per Vargas
Inzaghi su Lautaro uestione di aritmetica, di rigida media da rispettare, di obiettivi talmente ambiziosi che non permettono il minimo stop: Lautaro Martinez, metodico e abitudinario, continua a viaggiare verso la meta, il record del nostro pallone. In campionato ha giocato 19 volte e quella di ieri è stata la rete numero 19: media di un gol secco a partita, un maniaco della precisione. E allora, senza pignoleria, basta proiettare le cifre fino al termine della stagione per capire che l’impresa è davvero possibile: mancano 17 partite di Serie A, mantenendo questo ritmo il capitano dell’Inter raggiungere quota 36, il primato custodito dal Ciro Immobile laziale e dal Gonzalo Higuain napoletano. Alla varia collezione di stagione mancava una perla così, una girata di testa arrivata
Qdirettamente da calcio d’angolo: un colpo in torsione da centravanti di scuola, essenziale e letale oltreché ad altissimo tasso di difficoltà. L’unica altra testata di stagione era arrivata sul campo del Torino, ma era ben più comoda e dopo sponda area di Acerbi. Nel nuovo centro, invece, c’è l’impronta dell’argentino, un computer programmato per il gol: sentire così la porta è una rara, appartiene ai grandi della storia interista che Lautaro ha raggiunto e superato uno alla volta. Dopo il sorpasso a Vieri e Milito, ecco questo 124esimo centro che gli permette di raggiungere all’ottavo posto nella storia dei marcatori nerazzurri di ogni tempo il connazionale Icardi. Sì, proprio l’uomo che gli sbarrò la porta una volta arrivato dall’Argentina a Milano. Sono però, quei tempi e quel Toro timido edizione 201819, quando si faceva bastare le briciole cadute dalla tavola imbandita per Maurito.
Piano di inseguimento
Adesso Martinez non ha solo la fascia al braccio e non è solo il terminale ultimo di ogni manovra di Inzaghi, ma è pure il guru in missione per conto di un indote tero popolo. Raramente c’era stata una leadership tanto pronunciata nell’Inter recente, ad Appiano sussurrano sottovoce che la squadra non aveva un capitano così rispettato e seguito dai tempi di Pupi Zanetti. In quest’ultima settimana Lautaro non ha solo materialmente messo la Supercoppa dentro all’aereo di ritorno dall’Arabia, grazie alla girata decisiva nel relontanissimi,
Dopo il gol di Lautaro abbiamo avuto altre occasioni: vinte 17 gare su 21, ragazzi da applaudire
mo fatto con e senza palla: bene Beltran sottopunta, bene Bonaventura a stare in quella zona, bene Nzola. C’è poco da dire: abbiamo creato tante situazioni, messo in difficoltà una grandissima come l’Inter ma so che giocando così ci toglieremo soddisfazioni. Non facciamo risultato? Sia oggi che con la Juve potevamo fare di più, ma con loro alla fine perdiamo perché sono più forti. Prima o poi arriveremo a batterli, ad avvicinarli, ma siamo penalizzati in maniera enorme dal dischetto. E’ proprio una maledizione».
Vargas
Intanto, considerando che Brekalo oggi si sottoporrà alle visite mediche con l’Hajduk Spalato, la Fiorentina continua a inseguire il “file” legato a Ruben Vargas, attaccante svizzero dell’Augsburg. Il club avrebbe avanzato la prima offerta al club tedesco di circa 7 milioni di euro. Poi, continuano le trattative per il rinnovo di Bonaventura: da quanto risulta le parti sarebbero ancora distanti. La chiosa sul mercato la fa Italiano: «Cosa mi aspetto? A posto così, non mi aspetto niente. A questa domanda non rispondo». 2’11” Fine della storia. Nicolò Barella, ieri squalificato, è andato a Cagliari a rendere omaggio a Gigi Riva al cimitero di Bonaria dove il pellegrinaggio continua. In questo weekend più di duemila persone