La Gazzetta dello Sport - Lombardia
Il fascino infinito di un appuntamento che in mezzo secolo è diventato leggenda
La prima edizione nel 1971 grazie all’idea di quattro amici. Solo nel ‘78 fu aperta alle donne
Il 7 febbraio del 1971 si intuiva già che quei settanta chilometri sulla neve tra Moena e Cavalese sarebbero diventati una piacevole abitudine per i fondisti: già vedere sulla linea di partenza 1157 appassionati – tra cui 40 stranieri da sette nazioni diverse – era un risultato notevole per un evento nato un po’ per caso, un po’ per scommessa. L’incredibile storia della Marcialonga inizia nel momento in cui quattro amici (Mario Cristofolini, Giulio
Giovannini, Roberto Moggio e Nele Zorzi), “malati” di sci di fondo, prendono parte alla più famosa maratona al mondo, la Vasaloppet che nel 2012 ha festeggiato i cento anni di vita. Al termine di quella impresa in Svezia iniziarono a sognare una gara simile nella loro terra trentina, tra le valli di Fiemme e Fassa.
La sfida Cinquantatrè anni fa, non mancava lo scetticismo verso quello che per molti era ritenuto un azzardo, ma grazie alla perseveranza dei fondatori e al coinvolgimento di tanti volontari si presentò al via un numero di sciatori dieci volte superiore a quanto sperato. Per la cronaca, vinse il due volte olimpico Ulrico Kostner (che fece il bis nell’edizione 1978) davanti al grande favorito Franco Nones, oro alle Olimpiadi Invernali del 1968 a Grenoble. Anno dopo anno, i pionieri sono diventati una marea: nel 2013, anno memorabile in cui la Val di Fiemme ospitò per la terza volta i Campionati Mondiali di sci nordico e le gare di sci di fondo della XXVI Universiade invernale, fu registrato il maggior numero di partecipanti, con 7570 atleti.
Numeri super Ma anche quest’anno non si scherza: 6800 iscritti di cui 4973 stranieri che arrivano da ben 43 Nazioni: cinque sono al debutto (Groenlandia, Grenada, Cipro, Colombia e Bosnia Erzegovina), sette (Austria, Finlandia, Germania, Spagna, Svezia, Svizzera e Italia) non sono mai mancate all’appuntamento. Lo straordinario successo della Marcialonga si deve in massima parte a un tracciato unico: percorribile con gli sci di fondo durante la stagione invernale (e a piedi, con gli skiroll, in bicicletta, a cavallo nei mesi estivi) attraversa prima la Val di Fassa e poi quella di Fiemme. Misura 69,38 km di lunghezza, con un dislivello complessivo di ben 1030 metri e un tempo di percorrenza medio di circa 3 ore e 13 minuti, alla velocità media di 21,5 km/h. Difficile non farsi conquistare
Da tutto il mondo La Vasaloppet italiana sembrava un azzardo, oggi arrivano migliaia di stranieri
dall’ambiente dolomitico, come è forte il peso della tradizione. Ma ancora di più, è protagonista dell’evento la gente che segue il passaggio nelle tante cittadine trentine: rappresenta una delle peculiarità della Marcialonga, concepita proprio come una “sfilata” nelle due valli che la ospitano. Con momenti di fascino incredibile, vedi la partenza mattutina nella piana di Moena, e la risalita dell’intera Val di Fassa – dove a San Giovanni, c’è “Spacagiames”, ovvero la salita “spacca gambe” – sino al giro di boa di