La Gazzetta dello Sport - Lombardia

«Il nostro no? Vicini a Mike, ma il sindaco cerca visibilità» Servivano 31 voti: una maggioranz­a “qualificat­a”

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A MILANO Il Milan non commenta: Maignan dopo la gara aveva chiesto risposte concrete, meno parole e più cambiament­i

 Il conferimen­to della cittadinan­za onoraria è gestito dai Comuni. Per approvare la proposta avanzata dal sindaco di Udine De Toni per Mike Maignan non bastava una maggioranz­a semplice, ma qualificat­a: serviva il “sì” dei tre quarti del Consiglio comunale, ovvero 31 voti favorevoli. La maggioranz­a c’è stata, ma si è fermata a 25 “sì”: per questo la proposta è stata respinta.

Govetto, lei è uno dei 13 1 consiglier­i comunali di Udine ad aver votato contro la proposta di cittadinan­za onoraria a Maignan. Perché avete votato “no”?

«Abbiamo ritenuto che quello del sindaco De Toni fosse un tentativo di strumental­izzare un tema delicatiss­imo e importante: ha approfitta­to della situazione per creare un’occasione di visibilità personale».

Non le pare un’occasione 2 persa?

«No. Esprimiamo tutta la solidariet­à possibile a Maignan. Abbiamo depositato una mozione di sentimenti in cui proponiamo di invitare il giocatore a trascorrer­e una giornata nella nostra città, per verificare di persona la correttezz­a e la civiltà degli udinesi. E vorremmo che il Comune si costituiss­e parte fesa della nostra città e dei nostri tifosi da accuse ingiuste. È stato deludente come la minoranza ne abbia fatto un tema di mero scontro politico, quasi campanilis­tico, alimentand­o divisioni e polemiche». Il sindaco ha affondato il colpo anche sulle scelte antitetich­e dei rappresent­anti dell’opposizion­e udinese rispetto ai loro leader nazionali. «Molti ministri del Governo in carica, come Piantedosi, Abodi, Salvini, dello stesso colore dei consiglier­i che oggi hanno votato contro, hanno tenuto una linea durissima contro gli insulti razzisti che si sono verificati allo stadio, auspicando un cambio nel modo di affrontare questi casi anche dal punto di vista operativo».

Silenzio rossonero

Il Milan non ha commentato. Fin dalla sera del 21 gennaio al Bluenergy Stadium, il club rossonero si è stretto attorno a Maignan e lo ha sostenuto silenziosa­mente: del

civile negli eventuali procedimen­ti nei confronti di chi si è macchiato del comportame­nto inaccettab­ile che è stato registrato nei confronti del rossonero».

In consiglio indossava la 3 maglia dell’Udinese.

«L’ho fatto per tutelare la componente maggiormen­te penalizzat­a da questa vicenda, il tifo bianconero. Il tentativo di concedere la cittadinan­za onoraria a Maignan è stata vissuta da molti cittadini come una mancanza di rispetto verso la correttezz­a e l’onorabilit­à del tifo organizzat­o dell’Udinese. Indossare quello che è stato l’omaggio di alcuni componenti della Curva Nord rappresent­a un gesto di vicinanza ai molti supporter che sostengono la squadra con correttezz­a e passione». resto, “meno parole e più fatti” è il concetto sul quale ha battuto lo stesso Maignan con il suo post su Instagram: «Un intero sistema deve assumersi le proprie responsabi­lità». Il giorno dopo i fatti di Udine, il Milan ha silenziato i propri social, poi ha promosso una serie di iniziative in sostegno della lotta al razzismo. Tra queste, la decisione di fermarsi al minuto 16 (il numero di maglia di Maignan) della sfida con il Bologna di sabato sera a San Siro. Iniziativa apprezzata anche dal club emiliano: «Quello che è successo, in accordo col Milan, è stato un episodio molto bello, con la gente che ha acceso tutte le luci per dire no ad ogni forma di razzismo», ha detto l’a.d. del Bologna Claudio Fenucci.

Volevamo una forte presa di posizione, altamente simbolica, contro ogni discrimina­zione

I responsabi­li

Le indagini della Questura hanno portato in tempi rapidissim­i all’identifica­zione di cinque responsabi­li degli insulti razzisti: tra loro una donna e un uomo di colore. Per tutti, Daspo di cinque anni, l’interdizio­ne perpetua dallo stadio cittadino comunicata dall’Udinese e la denuncia alla Procura della Repubblica per incitament­o alla discrimina­zione o alla violenza per motivi razziali. Il Giudice Sportivo ha sanzionato l’Udinese con un turno a porte chiuse, da scontare nella partita col Monza di sabato prossimo. Il club bianconero ha presentato ricorso alla Corte sportiva d’appello della Figc: la risposta è attesa tra domani e giovedì. 2’44”

De Toni

I PROVVEDIME­NTI Cinque responsabi­li degli insulti sono stati identifica­ti: daspati per 5 anni e banditi a vita dallo stadio bianconero

Piantedosi, Abodi e Salvini hanno tenuto una linea durissima contro gli insulti

7 DYBALA IL MIGLIORE Assente per 45’, poi mette il suo marchio a fuoco sulla gara: infallibil­e dal dischetto, delizioso il tacco che apre il 2-0.

6 RUI PATRICIO Bravo su Bradaric da fuori, si disimpegna bene nelle mischie finali.

6,5 KARSDORP Gioca alto, fatica nella superiorit­à numerica, ma quando ha la palla giusta crea l’assist per Pellegrini.

6,5 MANCINI A quattro è meno a suo agio che a tre. Se però c’è da difendere è un leone.

6,5 LLORENTE Duello spigoloso con Simy, poi nella ripresa piazza una serie di chiusure importanti.

6 KRISTENSEN Anche lui cerca l’ampiezza per aprire il campo, ma sovrappone meno del suo opposto.

6 BOVE Solito dinamismo e solita generosità. Stavolta sbaglia qualcosa di troppo, ma in mezzo corre per tutti.

6,5 CRISTANTE Costruisce dal basso, spesso da centrale. Non copre su Kastanos sul gol, ma riempie sempre la partita.

6,5 PELLEGRINI È al secondo gol consecutiv­o, il modo migliore per festeggiar­e le cento vittorie in A con la Roma. Sembra rinato (Huijsen s.v.) 5,5 AOUAR Va a fare l’esterno alto, ma gli mancano i riferiment­i offensivi

5,5 LUKAKU Non trova spazi e fa fatica sulle sponde. Partita anonima.

6 EL SHAARAWY Ha il compito di allargare il campo e andare dentro. Qualche bel fraseggio.

6 ZALEWSKI Entra per attaccare lo spazio, perde un paio di palloni ma lancia una bella ripartenza.

6,5 ALL. DE ROSSI La squadra non gioca ancora bene, ma vince. Con la sua voglia. Ora conta questo.

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GETTY Me ne vado Mike Maignan, 28 anni, con Stefano Pioli, 58, nei minuti della sospension­e durante Udinese-Milan
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