La Gazzetta dello Sport - Lombardia
IL RITORNO DI DV9 IL 2024 È SUPER ORA PUNTA L’INTER PER ENTRARE NEI TOP
Il bianconero non ha mai segnato al Meazza ma nel nuovo anno viaggia a ritmi pazzeschi: 6 gol in 4 partite di A
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Quando Zlatan Ibrahimovic segnava il suo primo gol all’Inter a San Siro (novembre 2004), Dusan Vlahovic era un bimbetto vivace che zompettava sui campi da basket come tanti suoi coetanei. La passione per il calcio nacque qualche anno più tardi, quando il ragazzo con gli occhi di ghiaccio nato e cresciuto a Belgrado s’innamorò perdutamente del pallone e decise di cambiare il suo destino. Zlatan era il suo idolo insieme a Marco van Basten, due calciatori non banali che a San Siro hanno scritto pagine memorabili di storia. Ibra ha fatto centro 8 volte in Serie A all’Inter con le maglie di Juventus e Milan, sempre in trasferta. Vlahovic invece non ha ancora mai trovato la rete nei sette incontri giocati finora al Meazza contro le due milanesi in tutte le competizioni, un cimelio che manca nella sua pregiata collezione. In Serbia, dove Dusan si è formato con il mito del Partizan e il bianconero già sulla sua pelle, guardava la Serie A e in particolare le partite della Signora. «Rimasi impressionato dalla Juve di Ibrahimovic, Trezeguet e Cannavaro — ha raccontato alla Gazzetta dello Sport —. Sono cresciuto con l’obiettivo di diventare un vincente e farò di tutto per entrare nella storia della Juventus». La storia la scrive chi sbaciucchia trofei ed è questo il motivo per cui DV9 ha scelto Torino, dove però da quando è arrivato lui (gennaio 2022) non si è più festeggiato nulla dopo la grande abbuffata dello scorso decennio.
L’ultimo tabù
San Siro è lo stadio dei grandi e per l’ambizioso Vlahovic è arrivato il momento di lasciare anche la sua griffe. Al Partizan, dove esordì giovanissimo con la numero 9 sulle spalle 2. Dusan Vlahovic in questa stagione ha già segnato 12 reti in Serie A. E’ diventato così il secondo giocatore della Juventus negli ultimi 50 anni ad andare in doppia cifra di gol in due campionati consecutivi prima di compiere 24 anni. Prima di lui ci era riuscito Paulo Dybala, con cui l’attaccante serbo ha condiviso i primi 6 mesi della sua avventura in bianconero, prima dell’addio dell’argentino.
diventando il più giovane debuttante della storia del club, ha vissuto il derby eterno con la Stella Rossa a 16 anni e 24 giorni, un altro record di precocità. Lì ha imparato a non farsi schiacciare dalla pressione e a gestire le emozioni. A quei tempi al compagno Valery Bojinov confidava che sarebbe diventato il nuovo Ibra di Belgrado e che avrebbe giocato nei club più prestigiosi. Sembrava follia, invece era solo consapevolezza delle proprie qualità. A 22 anni appena compiuti Vlahovic si è trasferito alla corte di Madama per 70 milioni di euro più bonus, diventando l’acquisto più oneroso del mercato di gennaio in Serie A. In Champions grazie al gol lampo al Villarreal è diventato il primo giocatore bianconero a segnare al debutto nella fase a eliminazione diretta e il secondo più veloce, dopo Del Piero, a siglare una rete in una competizione europea.
Un 2024 bollente
Se l’estate è stata tiepida, tra voci di mercato, il fantasma di Lukaku e i postumi vero della pubalgia, l’inverno invece si sta rivelando bollente: il rinnovo in vista (prolungamento di una o due stagioni di cui si parlerà in primavera) ma soprattutto le 6 reti nelle ultime 4 partite. Dusan ha fatto centro in tutte le partite giocate in campionato nel 2024 e potrebbe diventare il secondo dopo Cristiano Ronaldo (un altro dei suoi modelli) a raggiungere quota 5. La sua striscia più lunga (6) tra novembre e dicembre 2021 con la Fiorentina. Chissà se alla ritrovata serenità (e prolificità) in campo ha contribuito anche il ritorno di fiamma con la modella serba Vanja Bogdanovic, con cui l’attaccante è stato fotografato a Capodanno. Di sicuro Vlahovic sta vivendo un momento magico, il migliore da quando è alla Juventus, e non intende fermarsi qui. Sogna di vincere da quando era bambino e vuole essere lui a regalare un trofeo che manca dal 2021 alla sua Signora. 2’58”