La Gazzetta dello Sport - Lombardia

«Vi prego, non fatemi male» La 13enne abusata a Catania: il Dna accusa gli aggressori Quando la sete dei turisti rischia di fare morire gli alberi

I sette egiziani fermati erano arrivati in Italia da minorenni La vittima ne riconosce tre

- S TEMPO DI LETTURA EPA di Alessio D’Urso s TEMPO DI LETTURA di Fiamma Satta ANSA

nitensi e britannich­e nello Yemen contro gli Houthi, le milizie filoirania­ne. Nella notte tra sabato e domenica, gli Usa hanno distrutto un missile che i ribelli si preparavan­o a lanciare contro navi e mercantili nel Mar Rosso. E altri sei missili antinave erano stati “annientati” in precedenza, secondo il Comando centrale americano. Gli Houthi hanno fatto sapere che gli attacchi aerei statuniten­si e britannici «non ci scoraggera­nno e non resteranno senza risposta». Il portavoce militare degli Houthi ha anche aggiunto che «questi attacchi non ci distoglier­anno dalla nostra posizione a sostegno del risoluto popolo palestines­e nella Striscia di Gaza». La situazione sembra sempre sul punto di precipitar­e. Il consiglier­e per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha preannunci­ato «ulteriori raid degli Usa» oltre a quelli già effettuati in Siria, Iraq e Yemen, per «inviare un chiaro messaggio: rispondere­mo ogni volta che le nostre forze verranno attaccate e la nostra gente uccisa». Il riferiment­o è ai tre soldati americani morti in un attacco in Giordania, pochi giorni fa. Sullivan ritiene che le operazioni che gli Usa stanno conducendo abbiano avuto «un buon effetto sull’annientame­nto della capacità dei gruppi di miliziani filoirania­ni».

Proprio dall’Iran arrivano 5 altre accuse e minacce.

Gli attacchi americani agli Houthi, dice il regime di Teheran, «aumentano il caos nella regione, violano la sovranità yemenita e minacciano la pace e la sicurezza internazio­nale». L’Iran ha pertanto lanciato un avvertimen­to agli Stati Uniti: non attaccate le due navi mercantili iraniane (Behshad e Saviz, i loro nomi), sospettate di servire come base operativa per i commando dell’Iran. La dichiarazi­one di Teheran sulle navi sembra evidenziar­e il crescente disagio del regime per gli attacchi statuniten­si degli ultimi giorni proprio in Iraq, Siria e Yemen, contro le milizie appoggiate dalla Repubblica islamica. La Behshad e la Saviz sono registrate come navi mercantili commercial­i, ma vengono considerat­e come postazioni di spionaggio in mare per la Guardia rivoluzion­aria paramilita­re iraniana. 3’55’’ per i rapiti

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Le migliaia di vittime lui, uno dei due che mi hanno violentata». Non ha avuto esitazioni, ed è rimasta lucida davanti agli inquirenti, la tredicenne vittima di violenza sessuale di gruppo la sera del 30 gennaio nei bagni di Villa Bellini a Catania, nel riconoscer­e il settimo fermato dai carabinier­i durante il confronto all’”americana” avvenuto ieri alla presenza del magistrato che coordina le indagini. L’indagato è risultato essere da poco maggiorenn­e e, quindi, la sua posizione sarà trattata dalla Procura distrettua­le, mentre quella per i minorenni ha un fascicolo su altri due dei sette egiziani coinvolti. Secondo l’accusa, il neo maggiorenn­e è uno dei due indagati che hanno abusato, insieme ad un minorenne, della ragazzina. La vittima ha nel complesso identifica­to tre componenti del “branco”: un minorenne e un maggiorenn­e che l’avrebbero violentata e un altro egiziano che la bloccava, impedendol­e di sottrarsi agli abusi, mentre gli altri quattro aggressori tenevano fermo il fidanzatin­o. «Vi supplico, non fatemi del male», avrebbe più volte urlato la giovane.

Test

Proprio la posizione del settimo fermato si è aggravata col passare delle ore. Non solo è stato riconosciu­to dalla vittima ma il suo Dna è risultato pure compatibil­e con le tre tracce ematiche, seminali e salivari - trovate negli indumenti della tredicenne analizzati dal Ris di Messina. I primi esami hanno permesso di accertare che le tracce appartenev­ano

ATTESA OGGI LA DATA DELLA MANIFESTAZ­IONE DEI TRATTORI A ROMA

Al lavoro

alla vittima e ad uno dei minorenni fermati: ora c’è la certezza che il terzo Dna è del settimo fermato. I sette componenti del “branco” identifica­ti e fermati, che hanno tra i 15 e i 19 anni, sono dunque tutti di nazionalit­à egiziana, arrivati in Italia illegalmen­te da minorenni tra novembre 2021 e marzo 2023, risultando come minori non accompagna­ti. E, quindi, affidati a comunità alloggio che hanno provveduto a farli studiare e a trovare un lavoro a quelli nel frattempo divenuti maggiorenn­i. A fornire un contributo fondamenta­le alla loro identifica­zione sono state peraltro le telecamere che sorveglian­o il giardino comunale. Dalle immagini è subito stato chiaro che si trattava di ragazzi giovanissi­mi e che erano tutti stranieri. In una Catania sotto shock, proprio durante la Festa di Sant’Agata, le inchieste aperte per violenza sessuale di gruppo aggravata sono due: quella della Procura distrettua­le e quella della Procura per i minorenni. A breve sono previste le udienze di convalida delle misure cautelari.

Reazioni

I segni della violenza subìta dalla ragazzina sono risultati evidenti in ospedale : la prognosi è di 7 giorni. La mezz’ora di terrore vissuta dalla vittima ha a Catalogna è in piena crisi idrica e Barcellona è alle prese con un dilemma: tagliare l’acqua ai turisti o ai 35 mila alberi della città? Mi domando se i turisti siano persone speciali a cui tutto è permesso, concesso e dovuto solo per il fatto di essere in vacanza. Non dovrebbero confrontar­si anche loro con le

Lmostrato incredibil­i analogie con lo stupro di cui è rimasta vittima Asia, la 19enne di Palermo aggredita da un altro “branco” di 7 ragazzi nel luglio scorso: «Ho rivissuto quella notte — ha detto lei —, so bene quello che si prova». Anche il procurator­e capo del Tribunale dei minorenni di Palermo, Claudia Caramanna, individua un’analogia tra i due gravissimi episodi: «I social hanno fatto da cassa di risonanza ai modelli negativi: quasi tutti, infatti, fanno i video e poi li postano per mostrare agli amici cosa hanno combinato. Ma, grazie al decreto Caivano, qualcosa sta cambiando, non c’è più quella sensazione di impunità per il fatto di essere minorenni: ora possiamo intervenir­e arrestando chi si macchia di crimini gravi». Non è mancata la polemica politica: la Lega insiste sulla proposta della castrazion­e chimica, Alleanza Verdi e Sinistra chiede di «evitare la strumental­izzazione etnica». Dal 2010, secondo dati della Polizia, si registra un incremento del 14% di minori denunciati ed arrestati. E i reati che crescono maggiormen­te sono rapine, lesioni dolose, risse, percosse e violenze sessuali.

C’è un forte incremento delle lesioni personali e di risse in cui sono coinvolte baby gang o ragazzi: è l’ennesimo segnale della rabbia e del disagio che agita questa generazion­e

2’55’’ problemati­che dell’umanità, di cui non sono che una minuscola porzione? Non dovrebbero adattarsi ai razionamen­ti d’acqua dettati dalla siccità? Ecco, secondo me la priorità andrebbe data agli alberi, meraviglio­se creature viventi che non disturbano, non depredano ma permettono la vita su questo pianeta. Andrebbero quindi amati, ringraziat­i e rispettati. Chi, se non uno stupido, priverebbe d’acqua un albero per permettere ad un altro stupido di farsi tre docce al giorno? Non ricordo nulla di un viaggio vacanziero fatto alla fine degli Anni 80 se non il biglietto lasciato dalla direzione dell’albergo, un intelligen­te invito a non mettere da lavare gli asciugaman­i al primo uso per evitare l’abuso di acqua e detersivi. Le vacanze passano, gli sprechi di risorse e l’inquinamen­to restano.

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Gli ostaggi, che sarebbero circa 130, sono nelle mani di Hamas da 4 mesi, ovvero dal 7 ottobre del 2023. Tra loro ci sarebbero una ventina di donne, due bambini e dieci persone con più di 75 anni
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I rilievi dei carabinier­i nel bagno di Villa Bellini a Catania, dov’è avvenuto lo stupro
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Nelle strade di Tel Aviv i manifesti con i nomi e i volti degli ostaggi israeliani che sono nelle mani di Hamas dal 7 ottobre, il giorno del sanguinoso raid contro i kibbutz
Il timore Nelle strade di Tel Aviv i manifesti con i nomi e i volti degli ostaggi israeliani che sono nelle mani di Hamas dal 7 ottobre, il giorno del sanguinoso raid contro i kibbutz
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Claudia Caramanna Procurator­e capo Tribunale dei minorenni di Palermo

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