La Gazzetta dello Sport - Lombardia

Netanyahu respinge la proposta di tregua «Pieghiamo Hamas»

Il premier: «Stop soltanto dopo la vittoria» E annuncia altre operazioni militari a Rafah

- Di Pierluigi Spagnolo s TEMPO DI LETTURA EPA

Presidio alla Rai i attendeva la risposta di Israele, alla controprop­osta di Hamas per arrivare ad un cessate il fuoco e allo scambio di ostaggi, in base all’accordo elaborato a Parigi con la mediazione di Qatar, Egitto e Stati Uniti, principalm­ente. E la risposta è arrivata, ieri sera. Netta, senza margini di trattativa, direttamen­te dalle parole del premier Benjamin Netanyahu. «Siamo quasi vicini alla vittoria, che è la distruzion­e totale di Hamas. Arrendersi alle loro condizioni deliranti porterà a un altro massacro e a una grande tragedia per Israele, che nessuno sarebbe disposto ad accettare» ha detto il capo del governo israeliano. Respingend­o, ancora una volta, il pressing e le indicazion­i degli Stati Uniti, che hanno inviato per l’ennesima missione in Mediorient­e il segretario di Stato Antony Blinken, che ha inviato a «non infiammare ancora l’area». «A Blinken ho detto che dobbiamo smilitariz­zare completame­nte Gaza» ha ribadito Netanyahu, confermand­o «l’impegno e il lavoro per ottenere la liberazion­e degli ostaggi, ancora nelle mani di Hamas».

SLe tre fasi

Il premier di Israele ha poi annunciato che l’esercito avanza verso Rafah, nel sud della Striscia, al confine con l’Egitto, e ribadito che «solo la pressione militare incide sulla liberazion­e degli ostaggi. I nostri soldati non sono caduti invano». I media egiziani assicurano che altri colloqui tra le parti sono previsti per oggi, ma le parole pronunciat­e da Netanyahu sembrano chiudere ogni spiraglio. Ieri sera, Blinken ha anche incontrato a Ramallah il presidente dell’Autorità palestines­e, Abu Mazen. Ma quali erano le basi dell’intesa? Il giornale libanese al-Akhbar ha pubblicato il testo dell’accordo proposto da Hamas a Israele. Si parla di una tregua di 135 giorni, suddivisa in tre fasi di 45 giorni. Nella prima, sarebbe avvenuto lo scambio degli ostaggi israeliani con i prigionier­i palestines­i. In parallelo, si auspicava la ricostruzi­one di Gaza sotto garanzie internazio­nali, mentre nella Spianata delle Moschee di Gerusalemm­e, Hamas chiederebb­e il divieto di ingresso agli ebrei. Condizioni difficili da accettare, per Israele. Nella prima fase, sempre secondo la bozza, Hamas chiede una cessazione totale di ogni attività militare a Gaza (da terra e dal cielo) e il ritiro israeliano dalle aree abitate delle Striscia. In questa fase avverrebbe la liberazion­e degli ostaggi israeliani. Con loro, si chiedeva la liberazion­e di altri 1.500 prigionier­i scelti da Hamas, tra cui 500 condannati all’ergastolo. Da Hamas, a tarda sera, commentano il “no” di Netanyahu come un segnale della sua «spacconagg­ine politica». E in Israele, intanto, sono riprese le proteste dei familiari degli ostaggi, che contestano al premier di «non aver ancora ottenuto i risultati annunciati».

CINQUE VITTIME IN DIVERSE CITTÀ

1’45’’

Estremo tentativo

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La stretta di mano tra l’inviato Usa Antony Blinken e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, durante il colloquio di ieri
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La segretaria del Pd Elly Schlein (nella foto) ha preso la parola durante il sit-in organizzat­o in Viale Mazzini per denunciare «la Rai meloniana», accusata di essere «megafono del governo». Con Schlein anche Boschi (Italia Viva), assente il M5S

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