La Gazzetta dello Sport - Lombardia
Netanyahu respinge la proposta di tregua «Pieghiamo Hamas»
Il premier: «Stop soltanto dopo la vittoria» E annuncia altre operazioni militari a Rafah
Presidio alla Rai i attendeva la risposta di Israele, alla controproposta di Hamas per arrivare ad un cessate il fuoco e allo scambio di ostaggi, in base all’accordo elaborato a Parigi con la mediazione di Qatar, Egitto e Stati Uniti, principalmente. E la risposta è arrivata, ieri sera. Netta, senza margini di trattativa, direttamente dalle parole del premier Benjamin Netanyahu. «Siamo quasi vicini alla vittoria, che è la distruzione totale di Hamas. Arrendersi alle loro condizioni deliranti porterà a un altro massacro e a una grande tragedia per Israele, che nessuno sarebbe disposto ad accettare» ha detto il capo del governo israeliano. Respingendo, ancora una volta, il pressing e le indicazioni degli Stati Uniti, che hanno inviato per l’ennesima missione in Medioriente il segretario di Stato Antony Blinken, che ha inviato a «non infiammare ancora l’area». «A Blinken ho detto che dobbiamo smilitarizzare completamente Gaza» ha ribadito Netanyahu, confermando «l’impegno e il lavoro per ottenere la liberazione degli ostaggi, ancora nelle mani di Hamas».
SLe tre fasi
Il premier di Israele ha poi annunciato che l’esercito avanza verso Rafah, nel sud della Striscia, al confine con l’Egitto, e ribadito che «solo la pressione militare incide sulla liberazione degli ostaggi. I nostri soldati non sono caduti invano». I media egiziani assicurano che altri colloqui tra le parti sono previsti per oggi, ma le parole pronunciate da Netanyahu sembrano chiudere ogni spiraglio. Ieri sera, Blinken ha anche incontrato a Ramallah il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen. Ma quali erano le basi dell’intesa? Il giornale libanese al-Akhbar ha pubblicato il testo dell’accordo proposto da Hamas a Israele. Si parla di una tregua di 135 giorni, suddivisa in tre fasi di 45 giorni. Nella prima, sarebbe avvenuto lo scambio degli ostaggi israeliani con i prigionieri palestinesi. In parallelo, si auspicava la ricostruzione di Gaza sotto garanzie internazionali, mentre nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme, Hamas chiederebbe il divieto di ingresso agli ebrei. Condizioni difficili da accettare, per Israele. Nella prima fase, sempre secondo la bozza, Hamas chiede una cessazione totale di ogni attività militare a Gaza (da terra e dal cielo) e il ritiro israeliano dalle aree abitate delle Striscia. In questa fase avverrebbe la liberazione degli ostaggi israeliani. Con loro, si chiedeva la liberazione di altri 1.500 prigionieri scelti da Hamas, tra cui 500 condannati all’ergastolo. Da Hamas, a tarda sera, commentano il “no” di Netanyahu come un segnale della sua «spacconaggine politica». E in Israele, intanto, sono riprese le proteste dei familiari degli ostaggi, che contestano al premier di «non aver ancora ottenuto i risultati annunciati».
CINQUE VITTIME IN DIVERSE CITTÀ
1’45’’
Estremo tentativo