La Gazzetta dello Sport - Lombardia
Gila erede del Gasp Genoa ambizioso senza punti fermi
La ricetta del tecnico rossoblù: moduli variabili, giocatori multiruolo e mentalità vincente
In principio era... Gasperson, quando nei progetti di quel Genoa c’era un allenatoremanager. Alla Ferguson, appunto. Lunedì scorso, fatto curioso, l’a.d. Blazquez ha rivelato che quando inizieranno i contatti per il rinnovo del contratto di Gilardino, gli proporrà proprio un ruolo sul modello dell’ex allenatore dello United. Un’ulteriore prova di quanto siano vicini gli allenatori di Genoa e Atalanta, non solo per le loro esperienze rossoblù, ma per molto altro.
Camaleonti Fra i suoi maestri, o esempi illustri a cui Gilardino si è ispirato nella sua seconda vita di allenatore, c’è proprio Gasperini, di cui fu giocatore esattamente dieci stagioni fa a Genova (primo campionato del Gasperini-bis al Grifone), in un campionato che anticipò la cavalcata dell’anno successivo verso il quarto posto finale. Il soprannome del Gasp a quei tempi era l’alchimista, e oggi Gilardino nel solco del predecessore veste i panni dell’apprendista stregone. A questo punto della stagione, l’allievo ha già eguagliato il maestro, per tutti e due ventinove punti dopo 23 giornate, com’era accaduto al primo Gasp rossoblù, sedici anni fa. I numeri, però, non dicono tutto: molti i punti in comune. Il Ferraris trasformato in fortino (quest’anno solo Milan e Fiorentina hanno vinto a Genova, Roma, Inter, Napoli e Juve hanno pareggiato). La capacità di non essere integralisti, ma di sapersi adattare agli uomini e alle situazioni. Gilardino possiede la stessa capacità di reinventarsi ruoli e moduli, partendo oggi da un 3-5-2 di base, ma con un impianto di gioco variabile a gara in corso, soprattutto ora che il processo di maturazione della squadra può dirsi quasi completato.
Geniali Se Gasp ha ridato smalto a CDK, Gilardino dopo avere liberato l’estro di Gudmundsson (che con lui fa gol e assist a ripetizione) punterà forte domani su un ex figlio dell’Atalanta, che aveva lasciato Bergamo a malincuore, dopo la tappa a Marsiglia è rinato al Genoa: «Una bella scommessa per tutti, felice della sua evoluzione», il commento di Gilardino, che lo ha arretrato per fargli costruire gioco.
Motivatori Entrambi si sono distinti nella gestione del gruppo e nella capacità di saper motivare lo spogliatoio. Gasp era più intransigente, Gilardino sinora ha sposato la filosofia della condivisione: di ideali e responsabilità. Il Gilardino di questo primi due anni di lavoro è riuscito anche a far scattare una forte autostima nel gruppo. Certo, la dirigenza scelta dalla nuova proprietà americana ha fatto la sua parte, aumentando la qualità della rosa, ma la mentalità è mutata. «Ma io voglio arrivare il prima possibile a quota quaranta punti». Okay, mister: fino ad allora occhi bassi e lavorare. Dopo si potrà pensare in grande.