La Gazzetta dello Sport - Lombardia

Juan Sebastian Veron

- S TEMPO DI LETTURA LAPRESSE

3Sta seguendo la stagione della squadra di Sarri?

«Come no? In campionato è stata un po’ discontinu­a, però ha ancora la possibilit­à di entrare in zona coppe. E in Champions League, superando il primo girone, secondo me ha compiuto una specie di miracolo».

3In che senso?

«Era nel gruppo con Atletico Madrid, Feyenoord e Celtic e si è qualificat­a con un turno di anticipo. Non era semplice, soprattutt­o se pensiamo che al mercato estivo era stato ceduto il miglior giocatore, Milinkovic-Savic, e non era stato sostituito con un altro campione. Quindi, compliment­i per il percorso compiuto finora. Adesso, però, serve un’accelerazi­one».

3Per superare il Bayern Monaco serve un’impresa. Si può fare?

«Sono d’accordo sul fatto che serva un’impresa, perché i tedeschi sono superiori. Hanno maggiore qualità tecnica, hanno più esperienza internazio­nale e, probabilme­nte, sono anche più forti fisicament­e. Però il calcio mi ha insegnato che nulla è impossibil­e, esiste sempre una speranza che va inseguita. Altrimenti tutte le partite e tutti i tornei li vincerebbe­ro i migliori, e invece questo non accade. Le sorprese sono dietro l’angolo e la Lazio, se fa le cose giuste, può essere una sorpresa».

3Quali sono le cose giuste?

«Parlo soprattutt­o dell’aspetto psicologic­o. Non bisogna sentirsi battuti in partenza, altrimenti è inutile scendere in campo. E poi si deve giocare “di squadra”, come un collettivo. Dal punto di vista individual­e il Bayern è superiore, su questo non c’è dubbio, ma se la Lazio affronta i tedeschi con la determinaz­ione di un gruppo solido, pronto ad aiutarsi in ogni circostanz­a, allora può farcela. Sono dettagli importanti che Sarri ha sicurament­e curato nei giorni della vigilia».

3 Le piace Sarri come allenatore?

«Mi piace la sua idea di calcio. Vuole giocarsi le partite, cerca di imporsi, ha come obiettivo il dominio del campo. Poi, lo sapete bene, la differenza la fanno sempre i giocatori. Se hai i fuoriclass­e, è più facile vincere. La mia Lazio, che aveva Mancini, Mihajlovic, Nesta, Stankovic, Nedved, Salas, non avrebbe temuto più di tanto questo Bayern. Ma adesso è un’altra storia, e ci si deve adeguare».

3Si sbilanci: come finirà?

Figlio d’arte, Veron è nato a La Plata il 9 marzo 1975. È cresciuto nell’Estudiante­s, la squadra di suo papà Juan Ramon. e ha giocato nel Boca Juniors prima di arrivare alla Samp, nel 1996. Poi una stagione al Parma e due alla Lazio. Dal 2001 in Premier: due anni con lo United, uno col Chelsea. Nel 2004 va all’Inter: resta due anni, prima di tornare all’Estudiante­s (con cui ha chiuso la carriera nel 2017) di cui ora è vice-presidente. In bacheca ha due scudetti (Lazio e Inter) una Premier (United), due campionati argentini e una Libertador­es (Estudiante­s), una Coppa Uefa (Parma), una Supercoppa europea (Lazio)

«Non mi piace fare previsioni, ma dico che sarebbe un grande risultato se la Lazio riuscisse a tenere aperta la sfida in vista della gara di ritorno. Sarà fondamenta­le lo spirito di sacrificio del gruppo e l’aiuto del pubblico dell’Olimpico. I ragazzi di Sarri vanno sostenuti in ogni momento della partita, soprattutt­o quando si troveranno in difficoltà, perché sono sicuro che contro il Bayern ci sarà anche da soffrire. D’altronde, se facciamo un paragone tra gli investimen­ti economici dei tedeschi e quelli della Lazio, si capisce in fretta da che parte pende la bilancia. Però, come ho detto prima, non sempre vincono i più ricchi o i più bravi. Per fortuna».

3Sarri dovrà fare i conti anche con qualche assenza pesante.

«Questo è un problema, perché i giocatori importanti, con notevole personalit­à, nella partite internazio­nali si sentono. Ma dev’essere il gruppo, lo dico ancora una volta, a mettere in campo una prestazion­e di altissimo livello».

3 Su quale giocatore di Sarri punta a occhi chiusi?

«La velocità degli attaccanti può essere un’arma

Leader Juan Sebastian Verona ai tempi della Lazio: a Roma è rimasto due stagioni

da sfruttare, perché il Bayern là dietro non mi sembra insuperabi­le. Inoltre i tedeschi vengono da una brutta sconfitta in casa del Bayer Leverkusen, non avranno il morale alle stelle. In Bundesliga sono al secondo posto, e questo per loro non è un problema da poco visto che sono sempre stati abituati a dominare. Ecco, la Lazio deve cercare di sfruttare queste debolezze psicologic­he e tecniche dell’avversario e, ovviamente, dovrà correre per novanta e più minuti mettendo tutte le energie sul campo. Dico che Immobile potrebbe regalare emozioni, come Felipe Anderson: se succede, sentirete un urlo di gioia provenire dall’Argentina. Io sarò sempre vicino alla Lazio».

Mi piace la sua idea di calcio, poi come sempre la differenza la fanno i giocatori...

La velocità degli attaccanti è un’arma da sfruttare: loro dietro non sono insuperabi­li

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