La Gazzetta dello Sport - Lombardia

Inzaghi vuole il

La seconda stella resta l’obiettivo: a San Siro c’è la Salernitan­a, Simone sceglie il centrocamp­o titolare guidato da Mkhitaryan ed è tentato dalla solita Thula Così l’Europa può attendere...

- Di Filippo Conticello GETTY

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Un modo per mostrare quale sia davvero il “core business”, l’attività principale dell’azienda Inter, lo ha trovato Simone Inzaghi alla vigilia di questo venerdì di campionato pre-Champions. L’Atletico di Simeone si intravede all’orizzonte, affascinan­te e minaccioso come il suo allenatore, ma in questo particolar­e periodo della storia nerazzurra conta più sfidare al massimo l’umile Salernitan­a: l’ultima in classifica si presenta stasera a San Siro alla ricerca del miracolo, ma merita quasi l’attenzione di una big del Continente. Viste le premesse, per Inzaghi diventa necessario confermare la colonna vertebrale della squadra, dal trio di difesa al super-centrocamp­o, con la seria possibilit­à di vedere pure la ThuLa ancora una volta dall’inizio. Non è solo una questione di ordine cronologic­o delle partite, ma di priorità della casa: mettere in sicurezza lo scudetto, aggiungere ancora spazio tra sé e la Juve, è il mantra interista. L’obiettivo è arrivare oggi a un vantaggio in doppia cifra, un rilassante +10 per una notte, in attesa che domani rigiochi la Signora (e torni ad avere comunque una gara in più). Il piano non significa certo disimpegno europeo: per il club di

Zhang, vicecampio­ne della Champions in carica, eliminare l’ex Cholo e volare ai quarti conta parecchio per ragioni economiche, di prestigio e di legittima ambizione, ma lo sforzo non deve condiziona­re o distrarre dalla corsa italiana. La seconda stella va acchiappat­a lassù in cielo e poi messa sul petto il prima possibile, anche a costo di lasciare qualche briciola altrove.

Priorità Con la decisione di ridurre al minimo indispensa­bile il turnover in Serie A prima della battaglia europea di martedì, Inzaghi ha assecondat­o le priorità di tutta la dirigenza, a partire dal presidente Zhang: in privato, ma anche in pubblico, il club è stato chiaro su cosa conti davvero . Da parte sua, pure Simone concorda con la gerarchia dei desideri: mai aveva visto così vicino uno scudetto da quando è a Milano, anzi il titolo numero 20 lo farebbe entrare nella storia dalla porta principale. Contro la Salernitan­a sognava un rendez-vous di famiglia con il fratello Pippo, ma dovrà accontenta­rsi di salutare un vecchio compagno laziale come Fabio Liverani: in ogni caso, presenterà una squadra non troppo distante da quella già pronta per la Champions. Tra i titolariss­imi va escluso Acerbi, infortunat­o e sostituito dal sempreverd­e De Vrij, mentre un po’ di riposo lo meritano gli esterni spremuti negli ultimi tempi. Il sinistro di Dimarco servirà per cross affilati contro l’Atletico e alle sue spalle Carlos Augusto dà ampie garanzie. Darmian, ormai padrone

Uomo cardine

Henrikh Mkhitaryan, 35 anni. Il centrocamp­ista armeno, alla seconda stagione in nerazzurro, sta tenendo livelli di rendimento altissimi

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