La Gazzetta dello Sport - Lombardia
Tutte le spine di Max
È concepita per tenere conto dei cicli temporali di 48 mesi e distinguere i mesi da 31 giorni
Christian Horner
Vent’anni di storia celebrati a tutto gas, con le immagini dei trionfi iridati di Sebastian Vettel e Max Verstappen che passavano in rapida sequenza, poi finalmente è apparsa in sala la nuova Red Bull RB20. Nessuno è rimasto a bocca aperta, perché quei satanassi di Milton Keynes sono stati bravi a nascondere tutte le soluzioni inedite dell’ultima creatura di Adrian Newey, grazie a sapienti giochi di luci e ombre. Ma è bastata una frase di Christian Horner, presente nonostante l’inchiesta del team che pende su di lui, per lasciare intendere quanto sia ambizioso il progetto: «Questa macchina è un’evoluzione della precedente, ma è altrettanto aggressiva, non siamo stati conservativi. Alcuni dettagli sono squisiti». È il caso delle fiancate, con le prese d’aria verticali, che ieri non sono state inquadrate durante la presentazione. Tutti gli altri team hanno imitato la Red Bull dell’anno scorso e la Red Bull è andata ancora in contropiede... «Non vedo l’ora di guidarla nei test in Bahrain e capire come renderla sempre più veloce», dice Verstappen candidandosi al quarto Mondiale di fila.
Il Capo Le spine però non mancano, per i dominatori della passata stagione, a partire dalla vicenda extrasportiva che riguarda Christian Horner. Il team principal è stato accusato di comportamenti “inappropriati” e “abuso di potere” in seguito alla denuncia di una dipendente, per cui l’azienda ha aperto un’inchiesta interna, affidando il caso a un legale indipendente. Ne è scaturita una gigantesca bufera mediatica, essendo Horner personaggio pubblico e marito della celebre cantate Geri Halliwell delle Spice Girls, e il fatto di essere arrivati fin qui senza avere fatto chiarezza, ha creato una situazione paradossale. Ieri Horner ha partecipato all’evento come se nulla fosse, pur ammettendo l’esistenza di un processo in corso. «Inevitabilmente è stata una distrazione, ma il team è molto unito e il lavo
È tutto come sempre anche se c’è un’indagine Nego tutte le accuse e le negherò sempre
Non erano prevedibili cambi di concetto tanto radicali: penso siano davvero coraggiosi
La RB20 è rivoluzionaria: prese d’aria verticali per il raffreddamento Invece i concorrenti hanno copiato la RB19...
Fare di più non credo sia tra i nostri obiettivi Gli altri crescono
Wow, è diversa! Mi piace che non siamo mai conservatori
«Allora, chi fa lo stop?». Il Tottenham Stadium è vuoto, ma quattro giocatori sono sul campo di gioco, bagnato da quella pioggerella tipica di Londra in una mattina invernale. Non stanno indossando la divisa da gioco del Tottenham, la squadra che in questa stagione in Premier League sta volando (è quarta, in piena corsa per un posto in Champions League), ma l’altra divisa, quella destinata alle occasioni formali degli Spurs. È quella firmata da Kiton, che, a partire da questo campionato, veste giocatori e staff tecnico della squadra londinese con quattro look diversi firmati KNT, la linea di urban wear creata nel 2018 dai gemelli Mariano e Walter De Matteis, la terza generazione della famiglia Kiton.
Passione C’erano anche loro due al Tottenham Stadium a sorvegliare i giocatori. Da appassionati di calcio quali sono, i due fratelli li hanno spesso applaudito durante le partite degli Spurs, ma stavolta volevano assicurarsi che, nel corso dello shooting che ha sigillato la partnership, iniziata già all’inizio di questa stagione e valida anche per la prossima, ogni dettaglio fosse perfetto. «Penso sia un look moderno, bello e comodo, quindi mi fa molto piacere indossarlo», racconta Destiny Udogie, ex difensore dell’Udinese arrivato in Premier League all’inizio di questa stagione, chiaramente più a suo agio con scarpette e divisa da gioco che in questa veste di modello, ma convocato insieme ad altri tre compagni di squadra per sancire l’accordo tra il brand e il club inglese.
Maxi KNT campeggia sui quattro maxischermi dell’impianto. «Sono grandi come il Centrale di Wimbledon», racconta un addetto della squadra che supervisiona i giocatori. Oltre a
Modelli Il centrocampista inglese Ryan Sessegnon, 23 anni e, in alto l’attaccante gallese Brennan Johnson, 22, protagonisti con Vicario e Udogie dello shooting moda nello stadio degli Spurs
Destiny Udogie ci sono Guglielmo Vicario, anche lui al primo anno in Premier League, il gallese Brennan Johnson e l’inglese Ryan Sessegnon. I quattro si alternano tra il campo da gioco e il primo anello dell’impianto, diretti da fotografi e dal personale di Kiton. Sfoggiano i quattro outfit che la sartoria napoletana ha creato per il club, prima da soli e poi in una foto di gruppo che prevede anche uno stop di cui, alla fine, si incarica Sessegnon. «Questo outfit mi piace, ha uno stile che somiglia a quello che preferisco anche io, un po’ più over e un po’ più morbido», spiega Vicario parlando dell’uniforme fuori dal campo, già sfoggiata dai calciatori in diverse occasioni quest’anno. «Mi trovo bene, è una cosa confortevole ma, allo stesso tempo, bella da indossare. Vestirmi nel modo giusto è un’abitudine alla quale tengo e, negli ultimi anni, ho anche cambiato modo di farlo, provando a cercare qualcosa di più moderno. Mi piace scegliere capi over, un po’ più comodi».
Dettagli Per il Tottenham, l’accordo con Kiton è uno dei tanti dettagli che contribuisco
no a fare la differenza. Come i tanti, piccoli segreti nascosti nel suo magnifico stadio (inaugurato nel 2019), compresa la porta che dà l’accesso agli spogliatoi della squadra di casa dal tunnel che porta al campo: è impercettibilmente più piccola rispetto a quella degli avversari, quanto basta però per far percepire gli Spurs più grossi e più forti rispetto alla realtà. «L’idea che tutti indossiamo i medesimi capi prima di una partita ci fa sembrare più uniti come squadra», racconta Johnson, tra i più attenti alla moda nella rosa di Ange Postecoglou. «E con un partner importante come questo, ci fa sembrare anche meglio...». «È davvero bello, realizzato con un ottimo materiale e di un colore notevole. E poi mi sta davvero bene», approva Sessegnon. Come toni predominanti dei suoi quattro outfit per il Tottenham, KNT ha scelto il bianco e il blu in omaggio ai colori del club e a quel mare di Napoli che resta fonte d’ispirazione anche per questa collezione dedicata a un club inglese.
Vince il blu Guglielmo Vicario, in alto, 27 anni, è portiere del Tottenham ed è nella rosa della Nazionale. Questa è la sua prima stagione in Premier League. In Italia ha giocato con Venezia, Perugia, Cagliari ed Empoli. Vicario indossa uno dei look KNT: un ensemble blu realizzato con l’esclusiva lana 14micron di Kiton, con una giaccacamicia e pantaloni jogger con dettagli easy on
62.500 euro
Tra pochi giorni, tutti gli orologi meccanici dotati di calendario saranno messi alla prova. Come ogni anno bisestile, il 2024 conterà un giorno in più, e tanto basterà per far saltare le certezze di buona parte degli strumenti dotati di tale complicazione astronomica.
Che complessità Dai modelli dotati di datario a quelli equipaggiati di calendario completo e fino alle varianti contraddistinte dalla funzione calendario annuale, tutti richiederanno un intervento manuale per forzare il mese di febbraio. Ma l’orologeria, il cui fine è da sempre quello di tendere alla precisione, si è ovviamente spinta anche oltre, tanto da perfezionare già verso la fine del XVII secolo quello che ancora oggi viene definito calendario perpetuo. Si tratta di una variante ancor più raffinata che si poggia su un movimento altamente complesso, dotato di una memoria meccanica concepita per tenere conto dei cicli temporali di 48 mesi e dunque capace di distinguere in autonomia non solo quelli di 30 e 31 giorni, ma anche l’anomalia propria degli anni bisestili. Una complicazione, questa, frutto di un autentico prodigio ingegneristico poi approdata un secolo fa anche nell’orologio da polso, in seguito ai progressi compiuti nel frattempo nel campo della miniaturizzazione. Un saper fare per pochi eletti che solo le principali realtà dell’industria del tempo sono in grado di padroneggiare.
I secolari Questo tecnicismo è ancora in continua evoluzione. Il perché si spiega con la scansione temporale alla base del calendario gregoriano oggi in uso e con la conseguente difficoltà di conciliare l’anno tropico, o solare (la cui durata effettiva è di 365,2422 giorni) con l’anno civile (365 o 366 giorni), incompatibilità che sin dalla sua entrata in vigore, nel Cinquecento, ha portato a prevedere tra l’altro come bisestili solo gli anni secolari (quelli che terminano con due zeri) divisibili per quattrocento. Specificità che nel 2100 comporterà così anche per i modelli con tale funzione una correzione manuale. Svelando di conseguenza una natura perpetua sì, ma non eterna.
Ref. 5320G-011