La Gazzetta dello Sport - Lombardia

UMILTÀ E RITMO COSÌ L’INTER FA IL VUOTO VERSO IL TITOLO

- Di Filippo Conticello Di Andrea Schianchi s TEMPO DI LETTURA GETTY

Inzaghi non vuole cali di tensione ma la seconda stella è più vicina E in Europa nessuna big corre così...

Un occhio all’amico Diego Simeone, finalmente col sorriso nella Liga, e un altro a Massimo Allegri, un naufrago al Bentegodi. Ieri Simone Inzaghi aveva il cuore diviso tra Italia e Spagna, Madrid e Verona, anche se in realtà la preferenza della casa è piuttosto evidente: tutti ormai sanno che sia lui che la dirigenza Inter da maggiore importanza alla seconda stella, un sogno da acchiappar­e in cielo e mettere al petto. La Champions non sarà mai un fastidio da snobbare, è il simbolo della nuova nobiltà europea conquistat­a dai nerazzurri sul campo: dopodomani a San Siro contro l’Atletico si presentano pur sempre da vice-campioni in carica. Lo scudetto numero 20, però, porta con sé un vissuto e una magia “diversi”: è il primissimo obiettivo stagionale anche per l’emozione che trascina in ogni tifosi, presidente Zhang in testa. Vedere ieri la Juve annaspare ha colpito e soddisfatt­o più degli altri: questo Simone-ter spicca nella gestione del gruppo. In panchina una nuova capacità di motivare e martellare senza sosta: la squadra sta ormai sul pezzo, sempre e comunque, indipenden­temente dalla grandezza del rivale di turno, dall’andamento del singolo match o dai punti impressi sulla classifica. Se due anni fa l’Inter di Inzaghi fu distratta dalle sirene, adesso è impermeabi­le a qualunque canto: è davvero concentrat­a «anche nel sonno» come dice il tecnico. Questo focus è scoraggian­te per chi insegue e, al netto di scaramanzi­e, induce inevitabil­mente a coltivare un pensiero stupendo in casa Inter: alla 33esima c’è il derby di ritorno, basterebbe nel frattempo aumentare il vantaggio sul Milan per avere una palaspetto

u’altra frenata della Juve (solo 2 punti negli ultimi quattro turni) e l’Inter di Simone Inzaghi se ne va: adesso è a +9 con una partita da recuperare. «Vantaggio importante commenta Arrigo Sacchi Anche se io continuo a pensare che i nerazzurri non si debbano sentire già arrivati al traguardo. Ma non credo che ci sia questo rischio, visto come hanno giocato con la Salernitan­a. Una prestazion­e di grande sostanza e di grande serietà».

U3 Adesso, per il secondo posto, torna in ballo il Milan.

«I rossoneri li ho visti in Europa League contro il Rennes e hanno fatto una grande partita. Stanno bene, la difesa è più solida, la squadra è più compatta. Bisogna vedere come recuperano dalle fatiche della coppa. In ogni caso, vincendo contro il Monza, hanno la possibilit­à di superare la Juve».

3 Quello dell’Inter pare un dominio incontrast­ato in campionato. La squadra è cresciuta e pure il suo allenatore. Che ne dice?

«Non siamo ancora alla perfezione, anche perché resto convinto che nella vita si possa sempre fare di più e meglio. Però questi passi in avanti sono evidenti e convincent­i».

3 Che cosa le piace di Inzaghi?

«Intanto devo dire che è un bravissimo ragazzo, molto educato e molto rispettoso. Ora mi sembra un allenatore più europeo. E’ migliorato tanto. Oggi è sulla strada giusta per diventare uno stratega. Prima era un bravissimo tattico, giocava sugli errori degli avversari. Ora crea calcio. Prima l’Inter, dopo aver segnato, si chiudeva in difesa. Adesso, invece, continua ad attaccare per fare il secondo gol. Vuol dire che l’obiettivo è il dominio del

Applausi campo».

3 Dove è migliorata l’Inter?

«Penso che la finale di Champions dell’anno scorso sia stato uno spartiacqu­e: i nerazzurri hanno perso, ma hanno lottato fino in fondo e hanno sfiorato più volte il pareggio. Lì, probabilme­nte, si sono convinti di essere all’altezza di una grande squadra come il City a patto di giocare un certo tipo di calcio. E da allora i migliorame­nti sono stati costanti. La difesa è sempre molto attenta, il centrocamp­o è uno dei più forti d’Europa, i due attaccanti si completano e si muovono in funzione della squadra. E tutto questo è merito di Inzaghi».

3 Le piace il gioco dell’Inter?

«Per come sta in campo, l’Inter riempie gli occhi. Ha un’armonia precisa, ora è più completa perché ha più soluzioni: non si affida solo al classico “difesa e contropied­e”. Fa un po’ di pressing, attacca con gli esterni, non lascia tanti uomini in zona arretrata».

3 Si vede dunque la mano dell’allenatore.

«Tantissimo. Una squadra dev’essere come una fisarmonic­a, muoversi in quel modo, avanti e indietro. Non deve mancare la compattezz­a: trenta metri di lunghezza al massimo. Inzaghi è stato bravo a insegnare tutto ciò ai suoi ragazzi».

3 Significa che funziona anche la gestione del gruppo.

«Quando riesci a convincere 25 giocatori vuol dire che stai facendo un buon lavoro. Adesso, però, attenzione all’Atletico. Simeone ti fa diventare matto. Ma Inzaghi, con lo spirito di squadra e il gioco che ha saputo dare all’Inter, non ci deluderà».

È cresciuto tanto, adesso il suo obiettivo è sempre il dominio del gioco

Thuram e Lauraro si completano e si muovono sempre in raccordo con gli altri

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I giocatori dell’Inter sotto alla Curva dopo il 4-0 alla Salernitan­a

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