La Gazzetta dello Sport - Lombardia
Azzurro di felicità
«HO RITROVATO ENTUSIASMO AL VILLEURBANNE LO AVEVO PERSO»
Il clima della Nazionale ha restituito al c.t. Gianmarco Pozzecco l’innato entusiasmo gelato dalla brusca fine della storia a Villeurbanne. Stasera a Pesaro contro la Turchia, l’Italia torna in campo per la prima partita di qualificazione all’Europeo.
3Qual è la cosa più bella tornando ad allenare?
«Rivedere i giocatori dopo tanto tempo e venendo da una sofferenza. In Nazionale si è creata un’atmosfera irreale per la passione con cui tutti fanno tutto. Quando sono arrivato la prima volta da giocatore non era così».
3Com’era?
«Si mangiava in tavoli diversi: i giocatori da una parte, lo staff, i dirigenti dall’altra La prima sera a Pesaro siamo andati tutti in pizzeria. Io chiedevo: “Ma quando arrivano i giocatori? C’era il nostro driver Simone Poncini, l’addetto ai materiali Luigi Massimei. Sembrava una rimpatriata di amici. Ci vogliamo bene».
3Non c’è Carlo Recalcati: perché?
«Come mi disse il presidente Petrucci la prima volta, la Nazionale dà enorme gratificazione ma ti mette di fronte a difficoltà diverse dai club. È l’anno olimpico e il numero di partecipanti alla spedizione a questa clamorosa ma
Oggi a Pesaro Italia-Turchia per l’Europeo 2025. Il c.t.: «La gioia più grande è stata rivedersi con i giocatori, ci vogliamo bene. In Francia è stata dura»
nifestazione è limitato per decisione del Cio. La prima persona cui ho pensato è stato Charlie».
3Perché?
«È l’unico dello staff che l’Olimpiade l’ha già fatta. Recalcati è una persona straordinaria, nella mia top 3 assoluta. Ha avuto una reazione che l’ha fatto soffrire, ma da uomo eccezionale qual è. È stata una scelta dolorosa per tutto ciò che ha fatto per me. E tutti noi siamo dispiaciuti. La parola giusta al momento giusto, la serenità e fiducia che mi ha dato: è la persona a cui mi ispiro di più».
3 Come va con il nuovo capo delegazione Datome?
«Non so cosa voglia fare, ma so che qualunque strada scelga farà bene. Gigi ha questo talento, com’è stato da giocatore, sarebbe da manager, da arbitro».
3Nicolò Melli è sempre il miglior giocatore del mondo?
«Certo. Nella riunione tecnica, stavamo studiando come difendere in una certa situazione. Eravamo davanti a due scelte contraddittorie. Ho scelto la via più semplice: “Nic, pensaci tu”. Melli riunisce due tra i giocatori migliori per me».
3Quali?
«Rigaudeau e Smodis. Non saranno stati i più forti, ma quelli che sistemano una squadra, fanno quadrare il cerchio. Anche Basile era così. Non dico Andrea Meneghin, che era troppo forte per fare certe cose. Poi c’era Dino... Come in quel detto sulla
Germania e il calcio: il basket è quello sport che si gioca in cinque e alla fine vince sempre Meneghin».
3Poche novità per queste due partite: per il poco tempo?
«Sono partite di qualificazione da affrontare con due allenamenti. Con un nucleo pronto è più facile, quindi ho scelto così a discapito di giocatori che se avessi chiamato avrei messo in difficoltà».
3Novità dal campionato?
«Rossato, Totè, mi spiace non chiamare anche Michele Vitali. Normale e giusto che io venga criticato al bar. Non accetto le critiche di alcuni addetti ai lavori senza educazione e conoscenza. Io parlo con i giocatori, gli staff. Alcune cose non le devo spiegare, sono scelte mie. Non sono condizionabile, conosco le sofferenze per le esclusioni che ho vissuto da giocatore».
3Un esempio?
«La scorsa estate non ho convocato Petrucelli. Era appena nata sua figlia e, lo dico da padre, non esiste competizione al mondo che si possa paragonare. Non l’ho detto pubblicamente, ci sarebbe stato chi lo avrebbe criticato in modo becero. Una scelta mia e basta».
3 Belinelli, Gallinari, Hackett: ci saranno quest’estate?
«Non lo so. Deciderò dopo aver fatto tutte le considerazioni con loro e i club. Una cosa è sicura: sono persone che vanno ammirate per la considerazione che
hanno per la maglia azzurra. Vorrebbero venire sempre. A 35 anni io ho detto basta alla Nazionale. Ognuno vive il logorio fisico in modo diverso».
3Drew Eubanks di Phoenix è un possibile passaportato?
«La Nazionale è aperta a chi ha il passaporto, desidera e merita di giocarci. Non ci sono preclusioni, ma non è giusto parlarne rispetto a chi c’è».
3Grant Basile?
«Lo stimo, con Salvatore Trainotti siamo andati a vederlo a New York ai tempi di Banchero. Se non avessimo dovuto giocare partite di qualificazioni avrei fatto ragionamenti diversi. Petrucelli mi dà maggiori garanzie».
3Com’è andata al Villeurbanne?
«Ho sofferto come giusto che sia. Nello sport facciamo una cosa bella che a volte gratifica, a volte no».
3Qual è stato il problema?
«Eticamente penso di essere equilibrato. Forse è l’unico equilibrio che ho. Se le cose non vanno come vorrei, mi sento responsabile. Non si può dare le colpe agli altri. Ora sono più sereno e sono ancora più convinto che le mie idee siano indispensabili per il mio modo di vivere lo sport. A compromessi non scendo».
3Avete giocato uno contro uno con il presidente Tony Parker?
«Adesso non so se mi batterebbe, farebbe molta fatica».