La Gazzetta dello Sport - Lombardia
COSÌ IL G7 RIPARTE DA KIEV L’ACCORDO CON ROMA E IL SOSTEGNO DEI LEADER «NON VI LASCIAMO SOLI»
Dal vertice a presidenza italiana confermati gli aiuti a Zelensky Intesa sulla sicurezza per un decennio. Ancora sanzioni a Mosca L’Ue spinge per una difesa comune. Macron intanto snobba Meloni
«L’Ucraina è un pezzo della nostra casa».Un viaggio e uno sforzo diplomatico di alto valore simbolico. La premier, Giorgia Meloni, si è recata a Kiev, capitale dell’Ucraina, per presiedere il G7 che l’Italia coordina dall’inizio dell’anno, nel giorno del secondo anniversario dall’inizio della guerra con la Russia. Prima, la cerimonia di consegna delle onorificenze militari all’aeroporto Hostomel ad alcuni soldati superstiti della battaglia che si svolse proprio nei pressi dello scalo, uno dei primi obiettivi dell’offensiva di Mosca. Poi, la firma degli accordi di sicurezza RomaKiev a Palazzo Mariinskij, sede della presidenza ucraina. Infine, il summit dalla cattedrale di Santa Sofia a cui ha partecipato anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in collegamento con il presidente americano Joe Biden da Washington, con Berlino, Londra, Tokyo e con Parigi. Da dove, però, non è intervenuto il presidente Emmanuel Macron, impegnato (per tredici ore) al Salone dell’Agricoltura nel tentativo di placare la crisi dei trattori e sostituito dal ministro degli Esteri, Stéphane Séjourné. La premier è arrivata in Ucraina in treno, su cui hanno viaggiato pure la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il premier del Belgio, Alexander De Croo, presidente di turno della Ue, e il primo ministro canadese Justin Trudeau, membro anche lui del G7. «Questa terra è un pezzo della nostra casa e noi faremo la nostra parte per difenderla», ha detto Meloni durante la cerimonia all’aeroporto, aggiungendo che «questo posto è simbolo del fallimento di Mosca e dell’orgoglio dell’Ucraina. Ci ricorda che c’è qualcosa di più forte di missili e guerra: è l’amore per la terra e la libertà».
L’intesa Italia-Ucraina è decennale.
Meloni ha firmato con Zelensky un accordo bilaterale di cooperazione in materia di sicurezza. «È il più completo è importante firmato con un Paese che non fa parte della Nato» e durerà «dieci anni», ha spiegato accanto a Zelensky, che ha commentato: «Questo documento stabilisce una solida base per il partenariato di sicurezza a lungo termine dei nostri Paesi». Nell’accordo c’è l’impegno alla collaborazione
molto importante che il G7 si focalizzi su questo aspetto».
Pesa, diplomaticamente, l’assenza di Macron.
Al di là degli impegni in patria, tra le proteste dei “forconi” e i serrati negoziati con i sindacati degli agricoltori, la mancata partecipazione al summit di Macron è stata interpretata dai più maliziosi come uno “sgarbo” alla premier italiana. Anche se Meloni gli ha poi inviato in serata i saluti, spiegando che l’assenza era stata «comunicata in anticipo», la riunione senza il presidente francese ha riacceso qualche tensione sull’asse Roma-Parigi e aperto a diverse ipotesi politiche: dalla rivalità Macron-Meloni alle prossime elezioni europee alla distanza che l’Eliseo potrebbe voler marcare rispetto al dibattito italiano sulla morte in Russia del dissidente Alexei Navalny. Polemiche che potrebbero divampare, in ogni caso, nelle prossime ore: Macron vuole convocare per domani una riunione ad alto livello all’Eliseo, sempre sull’Ucraina. Ancora mancano i dettagli definitivi ma sarebbero invitati il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente polacco Andrzej Duda. Per l’Italia non è chiaro ancora se parteciperà la premier o Antonio Tajani.
Due anni dopo l’inizio di un conflitto dalle prospettive ancora oscure, resta vivo il tema della difesa europea.
Il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis ha lanciato un appello dopo la richiesta del Commissario Ue per l’Economia Paolo Gentiloni, secondo cui sarà necessario creare nuovi strumenti di debito comune per finanziare la difesa europea. «L’Ue dovrebbe prestare molta più attenzione alle sue capacità di difesa — ha osservato Dombrovskis — Ciò significa una maggiore spesa a livello degli Stati membri, perché sappiamo che molti non hanno ancora raggiunto gli obiettivi della Nato, pari al 2% del Pil. Le discussioni saranno pure su quali strumenti a livello Ue possiamo attivare». Detto da un “falco” in tema di conti pubblici e che viene dalla Lettonia, che ha la Russia ai suoi confini. Pesano come pietre le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella recapitate ieri al Viminale: «L’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare. Con i ragazzi, i manganelli esprimono un fallimento». Riferimento alle furiose cariche di polizia venerdì a Firenze e Pisa contro studenti, sindacati di base e comunità palestinese, in piazza per la causa di Gaza: feriti diciotto manifestanti, di cui dieci minorenni. Il Pd chiede la testa del ministro Piantedosi. Ma il governo non fa autocritica. Anzi, Fratelli d’Italia accusa la sinistra «che spalleggia i violenti» mentre il sindacato di polizia Siulp ammette «errori organizzativi e anche umani» ma chiede di «stabilire regole di ingaggio chiare e stringenti per tutti». Dopo che, invece, il Viminale ha parlato di «difficoltà operative» (negando direttive dall’alto), è il capo della Polizia Vittorio Pisani a riconoscere: «Ci saranno verifiche severe e trasparenti, i momenti di criticità non sono mai una giustificazione». Ieri a Milano, in 15 mila in corteo ancora per la Palestina: sassi contro un market e sagome “insanguinate” di Meloni. Salvini e Netanyahu. Ferita un’agente.
Cariche Le cariche della Polizia contro il corteo di venerdì a Pisa
Quando
Solo oggi dalle 6.30 alle 22 in 1844 sezioni: lo scrutinio comincia domani alle 7. Sono chiamati alle urne oltre 1,4 milioni di cittadini, fra cui 112 mila persone residenti fuori dall’isola. Non c’è ballottaggio
Come L’elettore può esprimere il proprio voto sia per il candidato alla presidenza, sia per uno o due candidati consiglieri delle liste circoscrizionali. Si può votare per un presidente e per un candidato di un partito non collegato alla sua coalizione
Preferenze Nel caso di espressione di due preferenze (la “doppia preferenza di genere”), queste devono riguardare due candidati di sesso diverso della stessa lista