La Gazzetta dello Sport - Lombardia
«Ora credo in me e non mollo mai Sogno i Giochi con la Errani»
Una nuova dimensione dopo il trionfo a Dubai: «In doppio Sara mi aiuta molto, ho imparato a lottare su ogni punto»
Sotto la doccia canta Tuta gold, la canzone di Sanremo che più ha amato. Un titolo che rimanda a sogni di gloria olimpica, che Jasmine Paolini coltiva, come è giusto che sia, da numero 14 al mondo in singolare. Un desiderio che culla anche in coppia, con Sara Errani e, perché no, anche nel misto: «Qualcuno si farà avanti, spero!». La ragazza nata in Garfagnana ma cresciuta a Bagni di Lucca si sta ancora riprendendo dalla sbornia di felicità del primo titolo 1000 in carriera, ma è già pronta a guardare avanti, a una stagione che porta con sé tanti obiettivi, compresa la King Cup dov’è stata finalista con le azzurre di Tathiana Garbin: «Le ho sentite tutte, nei prossimi giorni ci incontreremo. Non vedo l’ora anche di abbracciare Tathiana che ha creduto in noi, in tutte noi, fin da quando eravamo in serie C».
3 Jasmine, ora è una giocatrice affermata. Cittadina del mondo, le sue radici sono a Bagni di Lucca, dov’è cresciuta. Che rapporto ha con la sua terra?
«Bello, sereno. Mi piace tornare quando il calendario me lo permette. È importante per me trovare un po’ di tranquillità, sentire l’atmosfera di quando ero piccolina, vivere la famiglia, trovare i nonni. È il posto in cui sono nata, dove ho iniziato a giocare».
3E la Polonia, il Paese di origine di mamma Jacqueline, la frequenta ancora? Iga Swiatek le ha fatto i complimenti sui social in polacco.
«Purtroppo è da qualche anno che non vado, e anche la lingua di mia mamma la sto perdendo. Dovrei praticarlo un po’ di più, un tempo facevo anche le interviste in polacco...».
3 Ci racconta come è nato l’amore per il tennis?
«Al TC Bagni di Lucca, il circolo dei bambini. Lì potevi correre, fare confusione, giocare, senza che nessuno si lamentasse. Ricordo che frequentarlo per me era puro divertimento, e penso sia stato fondamentale per far crescere in me la passione genuina per questo sport».
3 Ha conquistato il trofeo più importante della carriera: se si guarda indietro qual è il percorso che l’ha portata fino al titolo di Dubai?
«Un percorso lungo ma costante di consapevolezza. Ho avuto bisogno del mio tempo perché dovevo toccare con mano il livello che potevo valere, non mi bastava sentirmelo dire. Forse non ci credevo del tutto. Poi, piano piano, soprattutto da metà della scorsa stagione con i tre set combattuti contro Kvitova a Wimbledon e la sfida con Sabalenka a Pechino, ho iniziato a vedere che tutti i mattoncini messi insieme stavano diventando una bella costruzione.
Segnali di crescita che mi hanno dato la spinta a continuare sulla strada che stavo percorrendo».
3Uno degli aspetti che più colpisce di lei, è la capacità di non dare per persa nessuna partita, anche quando è spalle al muro.
«Ci è voluto tanto lavoro, non è sempre stato così. Ho imparato a pensare un punto per volta, senza esaltarmi nè buttarmi giù. Quella di Dubai è una settimana in cui ho giocato bene, senza pensare al risultato. E ha funzionato».
3 Riti, scaramanzie?
«Nulla di particolare... Questa settimana un solo piccolo rito: andare ogni sera nello stesso ristorante italiano, a ogni cena un piatto di diverso. Anche la sera della semifinale, nonostante fosse molto tardi abbiamo rispettato la nostra ritualità, non volevamo interrompere le buone abitudini...».
3Sia in singolare che in doppio, con Sara Errani, ha dimostrato che l’altezza non è fondamentale per vincere.
«Beh, se iniziassi a considerare l'altezza un problema non andrei più da nessuna parte. Certo, avere 10 cm in più mi aiuterebbe al servizio, ma con i se...».
3 Com’è nato il sodalizio con Sarita?
«Renzo (il coach Furlan, ndr) mi ha sempre consigliato di giocare il doppio per migliorare in risposta, volée, servizio, ma non riuscivo a farlo con continuità. Poi è arrivata Sara, che con la sua esperienza mi sta aiutando tanto. Insomma alla fine è andata così bene che proveremo a qualificarci per i Giochi di Parigi».
3La sua vittoria è l’ennesimo gioiello nella collezione del tennis italiano.
«È un periodo pazzesco per il nostro tennis, e non solo per i risultati ma per l’aria che si respira. Chiamatela “sinnermania” o “tennismania”, stiamo crescendo tutti tantissimo. Prima di noi, però, non dimentichiamo che ci sono stati i risultati di Berrettini, Fognini, e delle nostre donne campionesse Slam».
3 Già, le donne: serve sempre fare un po’ più di fatica per entrare nella storia.
«C’è voluta l’esplosione di Jannik per dare anche a noi ragazze visibilità. Hanno parlato della mia vittoria nei telegiornali e forse qualche anno fa non sarebbe successo. Ci vorranno anni per cambiare questa cultura ma ce la faremo».
3 Ma se l’avessero invitata al festival di Sanremo?
«Non lo so, avrei dovuto trovarmi nella situazione. Se si riferisce alla scelta di Sinner, trovo giusto che ognuno faccia quello che si sente e segua il proprio percorso. Non c’è nulla di male ad andare, come a non andare. Di sicuro mi sono divertita a seguire il Festival, negli ultimi anni è più bello. Ero a Doha, incastravo partite e musica».
3 Canzone che le è rimasta in testa?
«La Tuta gold di Mahmood, mi piace moltissimo». La colonna sonora perfetta per accompagnare un'Olimpiade... 4'48"
Dolce casa
Quando posso torno a Bagni di Lucca per respirare le atmosfere di quando ero piccola
Errani
Coach Furlan mi ha sempre consigliato il doppio per migliorare: ed è arrivata Sara... «A Dubai tutte le sere un rito portafortuna: stesso ristorante italiano ma un piatto diverso»
Sinner
Le sue vittorie hanno dato visibilità a tutti: sono finita perfino al telegiornale «Al Festival di Sanremo magari sarei andata, l’ho seguito tutto: mi piace Mahmood»