La Gazzetta dello Sport - Lombardia
«Volevamo un figlio e Davide era molto felice No, non posso perdonare»
L’elezioni in Sardegna premiano la manager grillina di Nuoro, favorita anche dal voto disgiunto ma assume subito un rilievo nazionale: Pd e M5S rilanciano il campo largo, in attesa delle regionali in Abruzzo del 10 marzo. La premier Meloni (nella foto) pa
Punte
Pippo Ganna, 27 anni, ha aperto il 2024 in Australia: ora Tirreno e Sanremo. Sotto,
Bettiol (Ef), 30 anni, già 10 giorni-gara: da Laigueglia a Sanremo, sempre presente. La novità Davide Piganzoli (PoltiKometa), 21 anni: 2 vittorie in Turchia, ora Laigueglia e Tirreno
Jonathan Milan (Lidl-Trek)
23 anni
Debutto
Valenciana
Programma:
TirrenoAdriatico e Milano-Sanremo
Andrea Bagioli (Lidl-Trek)
24 anni
Debutto
Figueira Classic
Programma
Strade Bianche, Tirreno, Sanremo
Il 30 novembre 2022, mentre si allenava nel Vicentino, un tir tedesco ha travolto e ucciso Davide Rebellin, 51 anni, pro’ dal 1992, esempio di lealtà, passione e amore per la vita. Il camionista Wolfgang Rieke è stato arrestato in Germania: estradato, ha patteggiato 3 anni e 11 mesi, ed è ai domiciliari a Vicenza. Françoise, moglie di Rebellin, racconta la sua verità e lui cominciava l’allenamento. Ci siamo salutati, e cinque minuti dopo me lo sono visto arrivare. Dal modo in cui mi guardava posso parlare di amore a prima vista. Da lì abbiamo pedalato insieme ogni giorno, è stato magico. Mi chiamava la sua colomba. Era straordinariamente delicato e gentile. Un essere buono, luminoso e infinitamente rispettoso».
3 Qual è la prima cosa che le viene in mente pensando a Davide?
«Era un uomo puro, con un solo difetto: quello di essere troppo gentile. Non era equipaggiato per i colpi che gli ha dato la vita, sapeva solo rispondere con il silenzio. Avevamo mille progetti meravigliosi che ci rendevano molto felici. Davide era sereno nella sua decisione di chiudere la carriera ed entusiasta delle nuove idee: i corsi di ciclismo, l’attività di rappresentante di prodotti naturali di altissima qualità, un lavoro di coaching per giovani o per professionisti. E soprattutto la nostra vita di coppia: i viaggi, le gite insieme finalmente senza bici, vedere gli amici, fargli conoscere il mio villaggio in Corsica. Eravamo più innamorati che mai».
3 Volevate dei figli?
«Sì. Ero incinta di tre mesi nel 2014 ma il cuore del bambino si è fermato. Avevamo deciso di riprovarci e questo ci ha dato molta gioia. Soprattutto a Davide».
3 Che spiegazione si è data di questo destino atroce?
«Davide era un essere troppo puro per questo mondo spesso ingrato e oscuro. È evidente che Davide in questa vita non ha ricevuto la luce, la gentilezza e il rispetto che meritava».
3 Cosa la fa andare avanti?
«L’amore. Davide non c’è più fisicamente ma è qui in un modo diverso. I legami delle anime sono eterni, so che lui è ancora con me, ci sono segni, messaggi, sogni, straordinarie coincidenze. Davide mi ha salvato, riesce ancora a darmi la sua forza, il suo amore e la sua protezione. Ora tutto ciò che conta per me è che lo lasciamo riposare in pace, rispetto e luce».
«Il futuro ha radici antiche».
Lo aveva scritto su X Alessandra Todde prima del voto di domenica. Il post ha portato bene e racconta il personaggio: la candidata M5S-Pd diventa la prima governatrice donna della Sardegna (e la prima M5S in assoluto al timone di una Regione) con il 45,4% dei voti, ovvero poco più di 331 mila schede contro le oltre 328 mila del meloniano Paolo Truzzu (45%), il sindaco di Cagliari scelto dal centrodestra. Dati ancora parziali alle 21 di ieri ma la sostanza resta: il futuro è di questa 55enne di Nuoro, un nonno per anni al confino da antifascista, laureata in Scienze dell’informazione e poi in Informatica, undici anni trascorsi all’estero ad occuparsi di energia ed evoluzione digitale, poi a.d. di Olidata, società del settore informatico. Quindi la politica con Grillo («miracolosu», le ha scritto lui ieri), sottosegretaria nel governo Conte II, viceministra dello Sviluppo economico con Draghi. Ieri ha festeggiato promettendo di tingersi una ciocca di capelli con i colori della Sardegna. Ma le «radici antiche» sono i legami più profondi e lo sa chi, come lei, è tornata sull’isola dopo tanti anni fuori. Quell’isola in cui, ad esempio, tra 2021 e 2022 l’Istat segnalava un calo di 35.257 residenti nei piccoli Comuni.
È proprio questo uno dei temi sul tavolo per Todde.
«In Sardegna la sanità, l’istruzione, potersi spostare e lavorare, sono diritti di base negati. Lo spopolamento non è altro che l’effetto di tutte queste cause», diceva la neo-governatrice in campagna elettorale. In pratica, già una traccia del suo programma, cui aggiungere «una moratoria che sostenga la transizione energetica e permetta di lavorare sulla mappa delle aree idonee per le rinnovabili, che sono un far west», una riforma dell’autonomia della Sardegna, la riorganizzazione dell’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, la lotta al divario creato dalla povertà «che è crescente e va affrontato». Ieri Todde ha ammesso di aver vinto al fotofinish («Ho scalato un ottomila e sarà nostro compito essere la Giunta di tutti, ma lavoreremo sulla legge elettorale regionale») e ammesso che la lentezza nello spoglio rivela le gravi debolezze del sistema locale («abbiamo dato un esempio terrificante»). Ma ha anche offerto una lettura nazionale al risultato: «Mi hanno molto colpito i fatti che sono accaduti a Pisa: ai manganelli i sardi hanno risposto con le matite. Meloni? Strafottente, i sardi soffrono per i pochi servizi e non si meritano il cabaret», con riferimento al comizio di Cagliari della premier, piuttosto teatrale.
Le facce di Schlein e Conte, lunedì notte, erano decisamente eloquenti.
All’una passata, i leader M5S e Pd già celebravano insieme a Todde, che in realtà appariva più scaramantica (o solo molto più stanca). «Era dal 2015 che non vincevamo in una regione governata dalla destra», ricorda Schlein, ad un anno dall’inizio della sua sofferta segreteria. Ora rafforzata, in attesa delle Europee di giugno. Sconfitto Renato Soru (8,6%), che era stato severo con la linea del Pd, Todde rilancia quindi il campo largo, dando fiato a chi ritiene imprescindibile la collaborazione fra i due partiti per un’alleanza progressista (magari pure da ampliare con Calenda) che possa ambire a competere con la destra. A patto di trovare sempre un accordo con Giuseppe Conte. Che ieri ha dettato: «Da soli non si vince, però si vince con programmi
Elly Schlein Leader del Pd
Paolo Truzzu Candidato del centrodestra
Meloni impari che l’arroganza non paga e riveda la sua strategia
La sconfitta è mia ma pesano i ritardi della campagna elettorale
coesi e obiettivi chiari». Ora l’attenzione si sposta sull’Abruzzo, dove si vota il 10 marzo e dove i sondaggi delineano un testa a testa fra il governatore uscente Marco Marsilio (centrodestra) e il candidato del centrosinistra unito Luciano D’Amico. Anche Todde andrà in Abruzzo a fare campagna elettorale. Mentre, sulla barricata del centrodestra, si riapre un’altra partita: quella del terzo mandato di Luca Zaia, governatore veneto in quota Lega. Però Fratelli d’Italia pare ferma sul “no”, anche per non cedere terreno in Campania ed Emilia Romagna.
La maggioranza di governo prova a consolarsi.
Nel complesso, le liste della destra a sostegno di Truzzu hanno ottenuto circa 6 punti in più di quelle del centrosinistra (48,8% contro 42,6%). Vittoria parziale? Sì: al contempo, ci sono stati dei “franchi tiratori” di destra ma anti-Truzzu. Il nodo è che la Lega avrebbe preferito ricandidare Christian Solinas, presidente uscente, indagato per corruzione. Truzzu, già dirigente degli universitari missini del Fuan, 85° nella classifica di gradimento dei primi cittadini di tutta Italia a luglio, è stato scelto da Meloni e ora