La Gazzetta dello Sport - Lombardia

Roma, l’uomo in più

DDR ama variare i moduli in base agli avversari. Con Chris si può tornare a giocare in tre dietro

- Di Alessio D’Urso ROMA s TEMPO DI LETTURA

Chris Smalling

È nato a Greenwich in Inghilterr­a il 22 novembre 1989. Prima di approdare nel 2019 alla Roma ha giocato in Premier League con il Fulham e il Manchester United. Con i Red Devils ha vinto 9 trofei fra i quali 2 Premier League e una Europa League. È stato nazionale inglese dal 2011 al 2017 colleziona­ndo 31 presente e un gol

Cgli spazi. Un ritorno importanti­ssimo, quello dell’inglese, funzionale proprio alla concezione di calcio moderno del tecnico, che ormai coinvolge tutti (a parte Abraham e il terzo portiere Boer, ha utilizzato l’intera rosa a disposizio­ne, compreso Renato Sanches). Un modo per rafforzare anche il concetto di “famiglia” gialloross­a, come ha confermato l’allenatore dopo la gara di lunedì: «Mi sento come se fossi qui da tantissimi anni, c’è piena sintonia con tutti». E proprio con il ritorno in pianta stabile di Smalling, dal centrocamp­o in su tutto è possibile. Dal 3-5-2 al 3-4-2-1, che De Rossi ha schierato contro il Torino, sarà una Roma duttile e coraggiosa, capace di sparigliar­e le carte agli avversari nei sedici metri. E i tifosi, che attenti osservator­i sono, hanno capito la bontà del ragionamen­to di DDR, che è riuscito nel frattempo nella difficile impresa di far tornare la Roma un “rito collettivo” all’Olimpico: nessuno come lui, del resto, poteva incarnare il sentimento del popolo gialloross­o.

Rivincita E così Smalling, tornato già a Frosinone (entrato al posto di Angeliño al minuto 82) dopo ben 170 giorni, si è ripreso la scena. E anche una rivincita, se vogliamo. Le allusioni al fatto che l’ex United non giocasse sul dolore - l’ultima presenza da titolare era datata a settembre contro il Milan - e rifiutasse di curarsi nella maniera tradiziona­le la fastidiosa tendinite che gli ha complicato il cammino hanno creato intorno al centrale un clima di sfiducia, che si è manifestat­o con un po’ di fischi lunedì scorso, al momento della lettura delle formazioni e in quello della sua sostituzio­ne. Niente di grave, ovviamente, soprattutt­o perché DDR è decisament­e dalla sua parte. E lo ha confermato nel dopo gara con parole al miele per il centrale. «Quando fai l’allenatore, devi operare delle scelte che solo il campo può dire se sono giuste o sbagliate: il 3-5-2 è stata una di queste. Volevo far giocare a tutti i costi Chris perché l’avevo visto bene in allenament­o. Sono contento, lo stavamo aspettando». E lui è pronto a rivivere un’altra notte magica. Sul treno della Champions vuole salirci anche lui. A tutti i costi.

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