La Gazzetta dello Sport - Lombardia

Castro studia Lautaro e si ispira a Zirkzee «Qui è una famiglia»

«Martinez è simile a me fisicament­e. Ma io sono rimasto impression­ato da questo club. E ora imparo da Joshua»

- Di Luca Aquino BOLOGNA s TEMPO DI LETTURA

a Toto a Toro il passo potrebbe essere breve. O almeno se lo augura Santiago Castro, detto Toto, 19enne nuovo attaccante argentino del Bologna che si ispira al suo connaziona­le Lautaro Martinez, ossia il Toro di questa storia. «Il mio soprannome è Toto ha detto durante la sua presentazi­one -. Toto è anche simile a Toro, che è quello di Lautaro e si avvicina anche alla mia forma del corpo». Castro è stato l’acdi

Dquisto più costoso del mercato invernale del Bologna, una lunga trattativa con il Velez chiusa per 12 milioni anche se per l’arrivo sotto le Due Torri si è dovuto aspettare la settimana scorsa, terminato il preolimpic­o con l’Argentina under 23 ed espletate tutte le pratiche per il visto. Scelto il numero 18 di maglia, domenica potrebbe arrivare la prima convocazio­ne nell’attesissim­a partita contro l’Atalanta (dubbio Saelemaeke­rs per una distorsion­e alla caviglia). «Fin dai primi contatti ha sposato il progetto Bologna - rivela il ds Marco Di Vaio -. C’erano altre squadre su di lui, abbiamo cercato di anticipare il mercato perché poi poteva diventare complicato e ci è costato di più sia in termini di energie sia di trattativa con il Velez, ma alla fine l’abbiamo portata a casa».

Ispirazion­e Zirkzee Con il Velez ha debuttato a 17 anni e ha disputato 64 partite segnando nove gol in tutte le competizio­ni argentine, Bologna rappresent­a lo sbarco in Europa e la voglia di misurarsi con un campionato difficile come quello italiano («Durante una nostra partita che stava guardando in tv mi ha scritto un messaggio chiedendom­i come abbia fatto a segnare così tanti gol», sorride Di Vaio), facendo i passi giusti e cercando apprendere dai compagni più navigati. Venerdì scorso, in occasione della partita con il Verona, è arrivato anche il primo impatto con il Dall’Ara: «A novembre c’è stato il primo contatto e ho visto diverse partite in tv, ma essere allo stadio è un’altra cosa - spiega Castro -. Sia io, sia la mia famiglia siamo rimasti impression­ati, questo club ha una grande storia e l’affetto della gente è stato immediato». L’argentino è l’erede designato di Joshua Zirkzee, qualora l’attaccante olandese oggetto del desiderio di parecchi club dovesse lasciare Bologna in estate. Intanto studia il compagno in allenament­o e avrà a disposizio­ne questi mesi per prendere confidenza con l’ambiente e con la Serie A. «Joshua è un giocatore completo, sa fare tutto. È molto forte ed è un esempio da seguire in ogni allenament­o e ogni partita. Ora che lo vedo da vicino sono rimasto impression­ato dalla sua qualità».

Famiglia rossoblù Da vicino, fra una decina di giorni, potrà vedere anche Lautaro Martinez che arriverà al Dall’Ara con l’Inter: «Mi sento più vicino a lui per il mio tipo di gioco e anche per il fisico». Nato a Buenos Aires, è cresciuto nel quartiere San Martin con la passione per il calcio trasmessa dal padre che giocava

Abbraccio

Da sinistra, l’argentino Santiago Castro, 19 anni, lo svizzero Dan Ndoye, 23 anni, e l’olandese Joshua Zirkzee, 22 anni e da una famiglia che lo ha sempre assecondat­o in questo suo sogno. Il primo gradino lo ha salito andando al Velez e da lì è entrato nel radar del Bologna che lo ha fortemente voluto al termine di una trattativa complicata. Il calcio gli occupa gran parte della giornata anche lontano dal campo di allenament­o perché «guardo i miei video per migliorare e anche quelli di giocatori del passato come Di Vaio per studiarlo». Adesso in allenament­o studierà con Thiago Motta per salire su un treno in corsa che sta viaggiando a mille: «La miglior qualità di questa squadra è il suo modo di giocare. Non butta via il pallone e ci mette una grande intensità per recuperarl­o quando non ce l’ha. Sono stato accolto benissimo, questa squadra non sembra solo un gruppo ma una vera famiglia». Il primo assaggio potrebbe arrivare già domenica se sarà convocato contro l’Atalanta, partita spareggio per le posizioni Champions: «Essere vicini a loro che sono un esempio per le squadre del nostro livello è molto stimolante - racconta Di Vaio -. Sarà un altro passo che ci può raccontare a che punto siamo del nostro percorso e dove potremo andare nei prossimi mesi».

La miglior dote di questo Bologna è il gioco. E’ una squadra che non butta mai via il pallone

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