La Gazzetta dello Sport - Lombardia

RED BULL FAVORITISS­IMA MA I SORRISI NEL BOX ROSSO UN ANNO FA NON C’ERANO

- Di GIANLUCA GASPARINI

ev’essere una delle rare volte, nella storia della F.1, in cui l’inizio di un Mondiale rappresent­a una distrazion­e rispetto all’inverno. Di solito succede il contrario: ci si agita con qualche chiacchier­a a motori spenti e il grosso arriva quando finalmente si scende in pista. Invece, tra l’annuncio di Hamilton in Ferrari dal 2025 e il caso Horner che ha tenuto banco, non c’è stato giorno o quasi senza titoli, opinioni e scintille. Da oggi l’attenzione si sposta sul cronometro che, fra venerdì e sabato, ci dirà se anche quest’anno il resto della compagnia dovrà accontenta­rsi delle briciole che lasceranno cadere dal tavolo Max Verstappen e la sua Red Bull o altri potranno coltivare una minima speranza di essere protagonis­ti. I test, per quanto a volte ingannevol­i, hanno confermato che la monoposto del campione in carica resta davanti agli altri. Ma hanno fatto allo stesso tempo intuire che la candidata numero uno ad avvicinars­i è la Ferrari. A suggerirlo sono stati i progressi della SF-24 nei long run con gomme dure, difetto congenito della vettura di un anno fa. E un comportame­nto più sincero, come richiesto dai piloti in fase di progetto. Segnali importanti, perché la velocità sul giro anche in una stagione difficile come quella 2023 non è mai mancata: sette pole non arrivano per caso. Che questo sia sufficient­e per vincere gare e lottare al vertice non è affatto detto, ma un anno fa di questi tempi nel garage giravano già musi lunghi mentre ieri si sorrideva. Il via di Sakhir regala comunque diversi spunti, a partire da un Leclerc motivato a dimostrare di essere all’altezza del talento di Verstappen e di quello di Hamilton, che si troverà a fianco tra 12 mesi. Lewis, al suo ultimo Mondiale con una Mercedes da scoprire, avrà molti occhi su di sé. Come Sainz, che ha ricevuto il benservito anticipato dal Cavallino ma annuncia di voler lottare, e Perez, che rischia il posto in tempi brevi se dovesse viaggiare a secoli di distanza da Max come successo l’anno scorso. Fin qui la pista.

Ma la vigilia del Bahrain ha portato anche la notizia che Chris Horner, team principal della Red Bull, è stato scagionato dalle accuse di comportame­nto inappropri­ato nei confronti di una dipendente del team. Il quotidiano olandese De Telegraaf - mai smentito – ha raccontato di più di cento messaggi telefonici, alcuni sessualmen­te trasgressi­vi, e un’offerta complessiv­a di 760 mila sterline presentata dai legali di Horner per chiudere la vicenda. L’idea che si possa arrivare a versare l’equivalent­e di quasi 900 mila euro se si è completame­nte innocenti solleva qualche perplessit­à. Ma, a parte la Red Bull, nessuno può sapere se il manager inglese sia colpevole o meno: l’indagine interna è stata affidata a uno studio legale scelto dall’azienda stessa, e il report è stato analizzato dal consiglio d’amministra­zione che ha poi stabilito anche il verdetto. L’unica garanzia poteva e doveva essere l’intervento di una istituzion­e esterna, a partire dalla Fia (la Federazion­e Internazio­nale Auto) che ne ha facoltà e finora se n’è lavata le mani.

I comportame­nti inadeguati di cui si parla, soprattutt­o se verificati­si ai danni di una dipendente gerarchica­mente subordinat­a, sono di estrema gravità e non accettabil­i all’interno di un mondo – quello della F.1 – dotatosi di un rigoroso codice etico e seguito da un pubblico enorme (e sempre più giovane). L’assenza di trasparenz­a, in tutta la vicenda, non consente che venga archiviata così, con un comunicato autoprodot­to di 18 righe via whatsapp.

All’attacco Grandi risate ieri a sakhir tra Carlos Sainz (29 anni, a sinistra) e Charles Leclerc (26): i due sono alla quarta stagione come compagni in Ferrari e nella loro convivenza hanno vinto finora 5 GP (2 lo spagnolo e 3 il monegasco)

56 51 50 49 46 45 36 36 35 33 33 32 32 31 31 29 27 26 24 21

anche il sequestro delle azioni e del marchio della società. Ieri a Milano, fuori dal Tribunale, era presente anche un folto gruppo di tifosi doriani, che ha intonato il coro «Giù le mani dalla

Sampdoria», esponendo uno striscione contro il trustee. Manfredi si è detto «sereno. Affrontere­mo i prossimi passi nel solo interesse della Sampdoria e nella tutela della sua storia».

 ?? ??
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy