La Gazzetta dello Sport - Lombardia
AVEVA DETTO...
perché lo conosco so che si metterà testa bassa e a pedalare per imparare alla svelta a muoversi in tutti gli altri campi. Cardinale ha detto di non essere soddisfatto e ha fatto capire chiaramente che intende esserlo al più presto... Di conseguenza Zlatan deve calarsi in fretta nella nuova realtà».
3Cardinale ha individuato in lui l’uomo che dovrà far sentire la voce della proprietà nello spogliatoio. Quando parlerà Ibra, Pioli si sentirà meno forte?
«Non so se ne sarà felice ma Stefano sa meglio di tutti che al di là delle parole o dei ruoli, questo mestiere è fatto di risultati. Vanno ascoltate le parole di chi comanda, ovvio, ma alla fine più di tutto valgono le vittorie sul campo. A fine stagione si guarderà soltanto alla classifica e ai risultati nelle coppe, il resto sono filosofie».
3La sua luce nello spogliatoio non rischia di essere oscurata?
Sono le parole pronunciate ieri da Cardinale al Business of Football di Londra. Aveva aggiunto: «Zlatan è unico, ha la visione giusta. Mi permette di vivere negli Usa ma allo stesso tempo di essere a Milano» «Da questo punto di vista Zlatan è ormai da qualche tempo al seguito della squadra. E comunque con Maldini e Massara succedeva lo stesso, facevano parte della squadra e Pioli poteva usufruire della loro esperienza. Ibra non parlerà al posto dell’allenatore, non si permetterebbe mai di farlo. Ripeto, è un ragazzo intelligente che sa come comportarsi. Saprà gestire il potere che gli è stato dato. Il contrario vorrebbe dire delegittimare completamente l’allenatore. Qualora succedesse i giocatori avvertirebbero subito la mancanza della leadership che spetta a Pioli. Ma so che non succederà».
Ibrahimovic sarà la mia voce, parlerà per me con tutti Gerry Cardinae Proprietario di RedBird, fondo a cui appartiene il club
3Vale lo stesso discorso per i giocatori? Troveranno in Ibra il solito riferimento o rischiano di essere meno protagonisti?
«Giocatori messi in secondo piano? No, non la leggo così. Ibra è il primo a sapere che in campo vanno loro, non quelli che da fuori parlano, stimolano, aiutano. Anzi, nessuno lo sa me