La Gazzetta dello Sport - Lombardia

«SINNER FAVORITO PURE A WIMBLEDON È FORTE E SOLIDO: VINCERÀ ALTRI SLAM»

Andy, due volte re a Londra, incorona Jannik: «Sta diventando un giocatore straordina­rio, lui e Alcaraz i nostri eredi»

- Di Riccardo Crivelli s TEMPO DI LETTURA

Il quarto Beatle. La definizion­e venne coniata per Andy Murray dal “gemello” Novak Djokovic, nato appena una settimana dopo di lui e suo fiero avversario fin da ragazzino. Erano i tempi in cui lo scozzese si era seduto con solidi argomenti al tavolo dei grandissim­i: Federer, Nadal, Nole e lui, i Big Four capaci di segnare un’era. Tre Slam, due titoli olimpici, il numero uno del mondo: nell’epoca più straordina­ria nel tennis, Andy il Baronetto, oggi numero 67 Atp, si è ritagliato il suo posto nella storia. Una storia che sta vivendo gli ultimi sussulti.

3 Andy, fino a quando la vedremo in campo?

«Probabilme­nte non proseguirò dopo l’estate. Me lo chiedono dopo ogni partita, perciò non parlerò più di questo argomento fino a quando non sarà arrivato il momento di fermarmi. Però non ho intenzione di giocare molto dopo questa estate».

3 Estate vuol dire Wimbledon...

«Ovviamente è un torneo che significa moltissimo per me. Però mi piacerebbe scendere in campo ancora una volta anche al Roland Garros».

3Dove si giocherà anche il torneo olimpico che lei ha vinto due volte. La terra subito dopo l’erba: quanto potrà incidere sui Giochi?

«Sarà sicurament­e un cambio di superficie complicato da gestire, soprattutt­o per chi sarà arrivato in fondo a Wimbledon. E poi, dopo l’Olimpiade, ci sarà di nuovo subito il cemento: d’altronde il calendario ormai non dà tregua».

3Tra quelli che possono arrivare in fondo a Wimbledon, e magari vincerlo, ci mette pure Sinner dopo la semifinale di un anno fa?

«Certamente. Con il modo in cui colpisce la palla, penso che otterrà grandi risultati su tutte le superfici. Direi che i campi in cemento in questo momento sono probabilme­nte la sua superficie migliore, si muove molto bene sui campi veloci. Muoversi sui campi in erba è un po’ diverso, ma il modo in cui serve e colpisce la palla mi fa pensare che possa fare molto bene a Wimbledon. Ho guardato la finale in Australia, è stato molto bravo a tornare su e vincere quella partita dalla posizione in cui si trovava. È stato ovviamente un grande sforzo. Medvedev alla fine era un po’ affaticato, aveva giocato molto tennis in quelle due settimane. Jannik all’inizio stava cercando i suoi colpi, è stato molto solido mentalment­e e ha seguito il suo piano di gioco. Dopo aver vinto il primo Slam, sono sicuro che ne vincerà altri».

3 Sinner, Alcaraz e Rune possono diventare i nuovi Big Three?

«La mia sensazione è che ci voglia un po’ di tempo per creare questa nuova situazione. Non sto dicendo che non sia possibile che Alcaraz, Sinner o alcuni dei ragazzi più giovani possano dominare e mettersi ai vertici del tennis per cinque, sei, sette anni consecutiv­i. È sicurament­e possibile e molti di loro sono abbastanza bravi per farlo. Certamente gli appassiona­ti stanno aspettando di nuovo quell’era, un gruppo di giocatori che competono e vincono quasi tutte le settimane. Ma ci vuole tempo per arrivarci. Non succede da un torneo all’altro. Però penso sia una possibilit­à, soprattutt­o con Sinner e Alcaraz».

3Però un dato è incontrove­rtibile: la generazion­e di Alcaraz e Sinner ha già vinto tre Slam, quella di Medvedev, Tsitsipas e Zverev solo uno. Scorge una differenza di mentalità tra queste due generazion­i?

«Beh, la generazion­e di Medvedev è stata un po’ sfortunata perché si è scontrata, all’inizio della carriera, con Federer, Nadal e Djokovic ancora al top. Però sono ammirato dalla nuova generazion­e di giovani, sono giocatori davvero brillanti. Alcaraz è straordina­rio, Sinner lo sta diventando. Vedremo fino a che punto potranno arrivare questi ragazzi, però mi aspetto che vincano un buon numero di Slam per ciascuno. Magari non da 20 a 24, ma sicurament­e non saranno pochi».

L’Olimpiade

Tornare sulla terra dopo Wimbledon potrebbe diventare un passo complicato Calendario

Si gioca troppo? Non c’è una risposta uguale per tutti: ma se vinci, puoi gestirti

3 Alcaraz però ha già dovuto fare i conti con qualche infortunio. Secondo lei si gioca troppo?

«Non esiste una risposta diretta per tutti: dipende dalla qualità del giocatore e dal numero di partite che riesce a vincere. Se giochi quattro tornei e perdi sempre al primo turno, c’è una risposta del fisico molto diversa rispetto a chi raggiunge sempre semifinali e finali per tante settimane di seguito. In generale, se vinci e fai davvero bene ogni settimana, allora dovresti scegliere un programma più leggero».

3Il tennis le mancherà?

«Mi ha dato grandi lezioni di vita ed è stato mio compagno di viaggio per tanto tempo. Ma ho una bella famiglia e una bella casa che mi aspettano quando non giocherò più».

«Il tennis è stato una lezione di vita, adesso mi aspetta la famiglia» «Forse smetterò dopo l’estate: ma voglio giocare ancora a Parigi»

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PARLA L’EX N.1

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