La Gazzetta dello Sport - Lombardia

SIMONELLI CONTINUA A SOGNARE «GLI EUROPEI A CASA E LA 4X100»

- Di Andrea Buongiovan­ni

L’argento mondiale nei 60 ostacoli indoor punta ai 110 di Roma e alla staffetta

Giorgio Frinolli, il suo allenatore, uno sempre molto pragmatico, sostiene che nei 110 ostacoli non dovrà porsi limiti. Mette i brividi solo a sentirlo. Perché con gli Europei di Roma e l’Olimpiade di Parigi nel mirino, si possono fare sogni meraviglio­si. Lorenzo Simonelli, del resto, dopo la danza d’argento di sabato tra le barriere dei 60 dei Mondiali indoor di Glasgow e il successivo show che rimandava al manga One Piece, grande passione insieme al basket, deve per forza cambiare prospettiv­e. Pure in senso tecnico: quel 7”43, suo quarto record italiano nel giro di cinque settimane, partendo da un personale della scorsa stagione di 17/100 superiore, lascia aperte le porte a grandi orizzonti. Anche perché il ragazzo, quando la gittata si allunga, non ne risente. Anzi.

3 Lorenzo, com’è andato il rientro dalla Scozia?

«A parte l’attesa di un paio d’ore per i bagagli smarriti all’arrivo a Fiumicino, molto bene. Comincio a realizzare solo ora quel che ho fatto».

3Come sono le sensazioni?

«Ho trascorso il weekend sulle nuvole. Mi sono ritrovato a fissare il vuoto. Ero allibito, nulla mi pareva reale. Prendevo in mano la medaglia e mi emozionavo. Mai successo».

3 Sui 110, nel 2021, è stato bronzo agli Europei juniores di Tallinn, l’estate scorsa argento a quelli under 23 di Espoo: non credeva nel podio?

«A parte che, dalla categoria giovanile a quella assoluta e da un contesto continenta­le a uno mondiale, il livello è molto diverso, un conto è sapere di poter fare una cosa, un altro è riuscire a farla».

3A adesso?

«Adesso si comincia a pensare alla stagione all’aperto. Agli Europei in casa, nella mia città, mancano solo tre mesi».

3Quanto può valere sui 110? È lecito puntare subito al 13”27 del record italiano di Paolo Dal Molin?

«Non voglio affermarlo, non voglio azzardare. Diciamo che il primo obiettivo sarà migliorare il personale. Riparto proprio dal 13”33 di Espoo. Certo, se osservo quanto sono cresciuto al coperto, È nato a Dodoma (Tan), da madre tanzaniana e padre italiano, il 1° giugno 2002 e vive in Italia da quando aveva 5 anni. Alto 188 cm per 84 kg, gareggia per l’Esercito ed è allenato all’Acquacetos­a da Giorgio Frinolli. Nei 110 ostacoli, un personale di 13”33, è stato bronzo europeo under 20 nel 2021 e argento europeo under 23 nel 2023. Nei 100 ha 10”25. Nei 60 ostacoli indoor, in questa stagione, ha migliorato quattro volte il primato nazionale, fino al 7”43 con cui sabato, a Glasgow, ha vinto l’argento mondiale pensare a determinat­e prestazion­i cronometri­che diventa spontaneo».

3Partendo da un 10”25 ottenuto sotto la pioggia l’aprile scorso, punta a crescere anche sui 100, naturalmen­te.

«Dopo il raduno per ostacolist­i della prossima settimana a Formia, tra due mi attende quello per i velocisti del gruppo 4x100 all’Acquacetos­a. Ne faccio parte dalla stagione scorsa e ne vado molto orgoglioso. Stiamo parlando della staffetta oro olimpico e argento mondiale in carica. Non tutti hanno un’opportunit­à così».

3 A differenza di altri, è arrivato all’atletica piuttosto presto: ha sempre creduto di poter fare certi risultati?

«Ho cominciato a 8-9 anni alla Cecchignol­a, dove fa base il gruppo sportivo dell’Esercito. Facevo anche nuoto, Ma, in fretta, osservando certe mie capacità, hanno creduto in me nell’atletica e mi hanno voluto nella loro squadra giovanile. Mi hanno seguito Marta Oliva e Claudia Pacini. All’inizio era solo un divertimen­to. Poi ho cominciato a far sul serio».

3 Ci racconta della sua famiglia?

«Molto volentieri, ai miei genitori devo tutto. Papà è genovese e, antropolog­o, ha vissuto tanti anni per lavoro in Africa. In Tanzania ha conosciuto mamma, che è di Mwanza. Io sono nato a Dodoma, la capitale e lì, con una parentesi anche a Nairobi, in Kenya, abbiamo vissuto fino a che non ho avuto cinque anni. Poi siamo venuti in Italia. Siamo stati un po’ a Genova, per poi stabilizza­rci a Roma. Abito all’Eur».

3Lavorano ancora, i suoi?

«Papà è ricercator­e: prima per organizzaz­ioni specifiche, adesso per l’istituto superiore di sanità. Torna spesso in Africa. Mamma, invece, è operatrice sociosanit­aria presso una Rsa».

3La multietnic­ità della nostra Nazionale le farà un effetto molto relativo...

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