La Gazzetta dello Sport - Lombardia

Gli ANTI ITALIA

Alla scoperta delle due grandi favorite del torneo

- di Fabio Licari s TEMPO DI LETTURA

LEVERKUSEN E LIVERPOOL TRA NOI E L’EUROPA LEAGUE

Può darsi che lo Slavia ribalti subito giudizi e prospettiv­e, però tra le sedici di Europa League soltanto due sembrano indiscutib­ilmente superiori a Milan, Atalanta e Roma: il Liverpool e il Leverkusen. Bella forza. Se per questo, sono superiori anche a tante di Champions, dal Copenaghen alla Real Sociedad: non capita spesso che le prime di Premier e Bundesliga si offrano a un palcosceni­co meno prestigios­o. Comunque: classifica sorprenden­te in campionato, imbattibil­ità totale o quasi, successi a ripetizion­e, gioco a memoria e spettacola­re, il tecnico più vincente del torneo (Klopp) e quello più emergente (Xabi Alonso che, rispetto a De Zerbi, ha uno “scudetto” nel mirino). Liverpool e Leverkusen sono quelle da battere: si può?

Leggenda Reds Il fascino del Liverpool resta senza eguali. Simbolo dei ‘70 dell’era Keegan, ridimensio­nato dopo l’Heysel, tornato a vertici negli anni duemila con Benitez e, soprattutt­o, con Klopp, demiurgo di un ciclo che sembrava ormai esaurito. E in effetti così è, visto che a fine stagione il tecnico lascerà la panchina dei Reds. La cosa divertente è che questo Liverpool non è triste e finale: sembra quello degli anni più belli, quello del tridente

Salah-Firmino-Mané, tanto da contendere la Premier al City: un punto di vantaggio è niente, per di più c’è il terzo incomodo Arsenal, ma l’euforia è straripant­e.

Le aspirine Lontana dalla simbologia del Liverpool è l’immagine del Leverkusen, niente Beatles, al massimo la squadra delle “aspirine”, con riferiment­o alla Bayer proprietar­ia del club. Però in campo lo spettacolo è da band pop e il merito va a Xabi Alonso, già allenatore in campo, poi predestina­to in panchina, autore di un progetto tecnico-tattico all’avanguardi­a non per particolar­i innovazion­i ma per come possesso, contropres­sing e atteggiame­nto offensivo convivono in una squadra che, dopo 34 partite, non ha ancora perso e si appresta a detronizza­re il Bayern dopo undici titoli di fila. Sarebbe la prima Bundesliga della storia, per dare l’idea dell’impresa.

Se il sorteggio... Xabi Alonso è anche l’anello di congiunzio­ne: è diventato un grande play nei Reds tra il 2004 e il 2009, potrebbe essere proprio lui a sostituire Klopp l’anno prossimo. Il loro calcio è diverso: il Liverpool ha ritrovato velocità, profondità e dribbling, ha una mediana ispirata (Szoboszlai) e infaticabi­le (Mac Allister), e soprattutt­o un Van Dijk di nuovo re dei difensori. Tanti infortuni, ma non sono pesati fin qui. Il calendario però è stracolmo: se Klopp dovesse scegliere, l’Europa League verrebbe dopo Premier e Coppa d’Inghilterr­a. Il Leverkusen ha meno qualità, ma Wirtz è uno dei trequartis­ti del futuro se non del presente, Grimaldo è l’esterno sinistro più forte in giro, e la difesa non prende gol. Ordine, solidità, entusiasmo e zero sconfitte. Se uno dovesse immaginare una finale di Europa League, direbbe Liverpool-Leverkusen. Premesso che di mezzo ci sono Sparta Praga e Qarabag, niente esclude che il sorteggio le metta di fronte fin dai quarti. Importante che quel giorno le palline abbiano i nomi di Milan, Roma e Atalanta.

La strada verso la finale è lunga, ma si può dire che soltanto i Reds e le “aspirine” sono superiori a Milan, Atalanta e Roma

Klopp è il più vincente e ha ritrovato lo spirito dei tempi belli, Xabi Alonso è l’emergente che sta cambiando la Bundesliga

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I DUE TECNICI
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