La Gazzetta dello Sport - Lombardia

I tempi dell’inchiesta

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Un lavoro che nella giustizia ordinaria ha tempi piuttosto lunghi. E questo è un processo penale, con ipotesi di reato delicate. E a piazzale Clodio vogliono controllar­e con massima attenzione. Di certo Gravina preme per vedere chiarita la sua posizione il prima possibile. Tre mesi potrebbero essere il tempo minimo per chiudere le indagini, anche se non si può escludere che si possa arrivare a sei. A quel punto il pm chiederà al Gup (giudice dell’udienza preliminar­e) il rinvio a giudizio degli indagati (al momento c’è solo Gravina) per poi andare in tribunale oppure procedere con l’archiviazi­one. Vale la pena soffermars­i poi sull’ipotesi di reato.

Dal 1984 al 2000 Gravina è proprietar­io del Castel di Sangro. Diventa consiglier­e della Lega Pro Serie C, consiglier­e federale Figc, capo delegazion­e dell’Under 21, presidente della Lega Pro. Nel 2018 è eletto presidente della Federcalci­o. È nell’Esecutivo Uefa dal 2021 (vicepresid­ente)

Dal punto di vista normativo non può non esserci, accanto al nome dell’indagato al momento dell’iscrizione nel registro deve essere citato anche l’articolo del codice contestato. Il procurator­e Lo Voi ha precisato che al momento al presidente della Figc è contestato il reato di autoricicl­aggio. Un illecito che ne presuppone uno precedente, in questo caso dovrebbe essere l’appropriaz­ione indebita, ma la

Procura sta ancora valutando la situazione. La ricostruzi­one fatta nel dossier acquisito abusivamen­te dal tenente della Finanza Pasquale Striano e dal pm Antonio Laudati evidenziav­a un giro di denaro legato a un bando del 2018 sui diritti televisivi della Lega Pro (all’epoca guidato da Gravina) che sarebbe stato assegnato in modo irregolare, tanto da portare a Gravina — attraverso un’opzione non restituita di

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