La Gazzetta dello Sport - Lombardia

È già in clima Sanremo La Cipressa al ritmo di Fabri Fibra

- ci. sco. di Ciro Scognamigl­io INVIATO A MONTE PETRANO BETTINI s TEMPO DI LETTURA

IL FENOMENO SLOVENO ilano-Sanremo, meno 6. Sabato 16 marzo. È quello il (primo) giorno in cui la stagione entra in un’altra dimensione, quella dell’eccellenza assoluta, perché questo e non altro è la Classiciss­ima. L’edizione 115 partirà da Pavia e arriverà in Via Roma dopo 288 km e il percorso classico con Turchino, i Capi (Mele, Cervo, Berta), la Cipressa e il Poggio. E sta già vivendo di un duello attesissim­o, quello tra il campione del mondo (e ultimo re a Sanremo) Mathieu Van der Poel - che sarà al debutto su strada - e Tadej Pogacar, sempliceme­nte favoloso alla Strade Bianche, dominata con un assolo di 81 chilometri. Lo sloveno non si è fatto scorag

MTadej e Vincenzo Tadej Pogacar, 25 anni, sulle strade della Sanremo giare dal maltempo e venerdì ha provato di nuovo il finale della Classiciss­ima, partendo dalla Cipressa: l’ha documentat­o lui stesso con un post, sulle note del rapper Fabri Fibra. Da Montecarlo, dove risiede, si fa presto. Van der Poel ha previsto di fare la ricognizio­ne giovedì prima di andare nella zona vicino a Pavia dove la squadra farà base. E venerdì pomeriggio, a Pavia, ecco la presentazi­one delle squadre che pure l’anno scorso (ad Abbiategra­sso) aveva attirato tanto pubblico. Per adesso, intanto, Van der Poel e Pogacar partono alla pari… nelle scommesse: sono i due favoriti, quotati (Snai) a 4.50. Pidcock e Ganna sono a 10.

Vincenzo Nibali, per motivi diversi, piacciono molto «sia Vingegaard sia Pogacar. Ma Jonas in questo momento sulle salite lunghe ha qualcosa in più. È il miglior scalatore al mondo su questo tipo di ascese». Con lo Squalo – 2 Giri, 1 Tour, 1 Vuelta, 1 Sanremo, 2 Lombardia e tanto altro, tra cui le Tirreno 2012 e 2013 – l’occasione è giusta per entrare più nel dettaglio. Anche perché la salita di Monte Petrano l’ha scalata pure lui in passato e può garantirlo: «Tosta, davvero tosta. Un esame vero».

A3Vincenzo, che tipo di scalatore è Vingegaard?

«Completame­nte diverso da quelli che ho affrontato io, penso in particolar­e a Chris Froome e Alberto Contador».

3Perché?

«Froome era capace di fare progressio­ni con accelerazi­oni devastanti, quasi sempre da seduto. Contador era molto, ma molto ‘esplosivo’, alzandosi spesso sui pedali, e si sarebbe adattato meglio al ciclismo di oggi».

3E Vingegaard?

«Un misto di tutti e due. Mi colpisce soprattutt­o per la potenza che esprime in salita. Poi, Pogacar è più ‘esplosivo’ di lui e nello scontro diretto magari Vingegaard perde qualcosa subito, poi ritorna sotto e, se ne ha, va via. Jonas ha pure dalla sua il fatto che è un po’ più leggero e questo sulle ascese lunghe paga. È più scalatore, anche se al Tour è riuscito a fare crono pazzesche».

3Quando il danese fa più differenza?

«Parliamo di salite che durano più di venti minuti. Sotto questo tempo, le distanze sono meno evidenti. E pure le tappe che hanno tante montagne in succession­e gli si adattano meglio. Mi riferisco ai grandi giri. In una breve corsa a tappe, meno. Per me, se Pogacar fosse stato in gara in questa Tirreno, avrebbe deciso il rendimento a cronometro tra di loro».

3A chi può assomiglia­re Vingegaard? Chi le ricorda?

«Devo pensarci bene. I paragoni sono difficili. Può sembrare… anche come statura, un Purito Rodriguez che però riesce a combinare tante altre qualità. Perché Joaquin sulle salite lunghe aveva qualcosa in meno, rispetto a ‘Muri’ brevi. E, certo, a cronometro andava meno. Sa cosa mi colpisce molto di Jonas?».

3Che cosa?

«Le gambe così ben ‘definite’, la conformazi­one dei muscoli nella zona del vasto mediale, i polpacci. Tutto ciò che gli permette di fare potenza».

3Pogacar invece?

«Lo vedo più vicino a Valverde, però molto più competitiv­o nei grandi giri. Non dimentichi­amo che due Tour li ha vinti. In valore assoluto, Tadej non è certo sotto Vingegaard. Senza dimenticar­e che nell’ultimo Tour non è arrivato al top dopo l’infortunio alla Liegi».

3Cosa si aspetta dai loro futuri scontri diretti in questa stagione?

«Pochi l’hanno notato, ma a vederlo alla Strade Bianche Pogacar mi è sembrato più magro. Qualche chiletto in meno ce l’aveva. È arrivato molto ben preparato al debutto. In generale, il vantaggio di Vingegaard sulle salite lunghe c’è, ma non è così ampio. Lo vedremo al Tour. Magari Jonas è ulteriorme­nte salito, ci potrebbe stare. Oppure no. Peccato davvero che dovremo aspettare il Tour per il primo scontro».

3A lei chi piace di più?

«Sono due corridori meraviglio­si, di un livello superiore agli altri. Pogacar è straordina­rio nel mettersi sempre in gioco e si ‘concede’ molto al pubblico. Vingegaard è un po’ più ‘conservati­vo’ e nella riservatez­za che ha, nel fatto che non è molto social, è maggiormen­te simile a me».

Il siciliano impression­ato dal fisico di Vingegaard: «Muscoli molto ben definiti per fare potenza. E Pogacar ha qualche chilo in meno del passato»

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