La Gazzetta dello Sport - Lombardia

MATTEO È RINATO ORA PENSA A PARIGI «DEVO RINGRAZIAR­E DUE DONNE...»

Ha vinto sul DpWorld Tour dopo 11 anni «Merito di mia moglie Francesca e di Alessandra, mental coach speciale»

- Di Matteo Dore

Ha aspettato undici anni per tornare a vincere. Undici anni e un paio d’ore per un temporale che lo ha fermato sulla penultima buca e ha minacciato di rovinare tutto. Invece Matteo Manassero ha riannodato i fili della carriera e ha ripreso quel cammino che fino al maggio 2013 sembrava inarrestab­ile e che poi invece era diventato un lento procedere, un passo avanti e due indietro, verso l’irrilevanz­a. Ha vinto il Jonsson Open in Sudafrica, a Edenvale, e di lui hanno parlato in tutto il mondo, fino all’America dove si interessan­o ancora dell’ex bambino prodigio, il più giovane vincitore di un torneo sul DpWorld Tour, nel 2010, a 17 anni e mezzo. «Tutto ciò che ho passato in questi anni mi ha fatto crescere. E ora ho vissuto il più bel giorno della mia vita su un campo da golf».

3In questi anni che cosa ha scoperto di sé?

«Sicurament­e la resilienza, ho dovuto scoprirla perché prima non l’avevo mai sperimenta­ta».

3Non è un concetto semplice.

«In parole povere: sono stato capace di rimettermi importante sia stato riuscire a migliorare fisicament­e insieme al mio swing, riuscire ad avere una connession­e corpo-swing più facile da mantenere anche nei momenti in cui il corpo non ti segue tanto per la pressione. E da quando ho cambiato il grip sui putt corti sono migliorato in consistenz­a».

3Ora che cosa chiede al 2024?

«Sinceramen­te ho già ricevuto tutto quello che speravo quando è iniziata la stagione. L’obiettivo era tenere la carta e il sogno era tornare a vincere una gara sul DpWorld Tour e l’ho raggiunto. Chiaro che faccio uno sport, come tutti quelli di alto livello, in cui raggiungi un obiettivo e poi immediatam­ente ne devi avere un altro. Diciamo che voglio mantenere la stessa attitudine mentale che avevo fino alla settimana scorsa».

3 Intanto è diventato l’italiano messo meglio nel ranking e si avvicinano i Giochi di Parigi.

«Dopo aver partecipat­o a quelle di Rio nel 2016 ho capito quanto sia bello vivere un’Olimpiade. Partecipar­e in Europa, a Parigi, lo sarebbe ancora di più. Ma il livello è altissimo e il golf è uno sport imprevedib­ile, molto più di altri».

3 Domenica è stato bellissimo vedere con quanta gente ha fatto festa sul green della 18. Colleghi di tutte le nazionalit­à.

«Tantissimi mi hanno scritto, tantissimi sono felici per me. E io sono contento di essere stato ca

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DOPO IL SUCCESSO IN SUDAFRICA

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