La Gazzetta dello Sport - Lombardia

Mercato flop, si cambia David per il dopo Osimhen

- Di presidenza ALFATER di Salvatore Malfitano s TEMPO DI LETTURA

Venti anni

Aurelio De Laurentiis, 74 anni, produttore cinematogr­afico e imprendito­re, è presidente del Napoli dal 6 settembre 2004 n indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenz­a, tre indizi fanno una prova. Sette indizi invece sono l’irrevocabi­le segnale di valutazion­i totalmente sbagliate. Il responsabi­le, in questi casi, non è mai soltanto uno. Non lo sono unicamente i volti nuovi di questa stagione, tre arrivati in estate e quattro nel mese di gennaio. Allo stesso modo le colpe non sono solamente dell’area sportiva, che ha deciso di investire le risorse messe a disposizio­ne da Aurelio De Laurentiis su profili lontani dalle necessità della squadra. Ma una certa percentual­e d’errore può essere attribuita anche al presidente, che si riserva su ogni singola scelta l’ultima parola.

UI flop dell’estate Natan di fatto è uscito dalle rotazioni. Dei colpi di agosto, era quello che avrebbe dovuto avere più spazio, dovendo sostituire Kim. Un infortunio al ginocchio ne ha condiziona­to la disponibil­ità nelle fasi iniziali della sua esperienza napoletana, ma poi non è che sia riuscito a conquistar­e una consideraz­ione all’altezza delle aspettativ­e. Cajuste sembra ancora acerbo per raccoglier­e l’eredità tecnica di tutto rispetto che lascia Zielinski. S’è intravisto del potenziale, mai realmente sbocciato anche per i troppi cambi di allenatore. Per ora, insomma, è rimandato. Chi si avvia verso una bocciatura vera e propria è Lindstrom. Per un po’ sembrava vittima di un equivo

Dei sette nuovi finora ha avuto un buon rendimento solo Ngonge. In avanti piacciono pure Gimenez e Zirkzee

co tattico, che De Laurentiis in persona ha smentito a gran voce. Un’azione difensiva che ha tolto ogni attenuante al danese, finora inconsiste­nte e costretto soltanto agli scampoli di partita.

E quelli di gennaio La stagione così controvers­a del Napoli ha convinto la società ad intervenir­e in modo concreto sul mercato di gennaio. Mazzocchi, voluto da Mazzarri, è relegato al ruolo di comprimari­o alle spalle di Di Lorenzo ed è rimasto in panchina nelle ultime quattro gare. Traorè è stato fortemente cercato dalla dirigenza, che nonostante i problemi pregressi di salute ha scelto di riportarlo in Italia. Per lui però vale un discorso simile a Cajuste, con la differenza che l’ivoriano è stato prelevato dal Bournemout­h con la formula del prestito e con ogni probabilit­à non sarà riscattato. Ngonge è una delle poche note liete. Non ha mai disputato una gara dal primo minuto, eppure ha sempre trovato il modo di distinguer­si in quei pochi spazi che gli sono stati riservati. Che dire di Dendoncker, i 21 minuti in campo col Napoli non lo rendono nemmeno giudicabil­e.

La rivoluzion­e La partenza molto probabile di Osimhen, con i relativi 120-130 milioni della clausola, permette al Napoli di poter disporre di un importante tesoretto per la rifondazio­ne. In un clima di profonda incertezza come quello attuale, non sono state ancora delineate strategie da adottare, ma qualche nome sotto osservazio­ne c’è. Se il nigeriano dovesse essere ceduto, servirà un attaccante di spessore. Sul taccuino di Meluso e Micheli ci sono David del Lilla, Zirkzee del Bologna e Gimenez del Feyenoord. Con i rossoblù in realtà il tavolo delle trattative potrebbe riguardare più fronti dal momento che piacciono molto sia Calafiori per la difesa che Ferguson per il centrocamp­o. In quel reparto rientreran­no anche Folorunsho e Gaetano, che si stanno facendo rimpianger­e in prestito, rispettiva­mente dal Verona e dal Cagliari.

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