La Gazzetta dello Sport - Lombardia
L’eleganza è ancora Federer Rune ha il fuoco ma deve gestirlo
L’ex coach di Serena, che oggi segue il danese, e la nuova versione del tennis, UTS: «Veloce come il tempo»
Patrick Mouratoglou è uno che vive veloce. «Sin da bambino ho capito che bisognava affrontare il tempo, perché ne abbiamo poco. Per questo ho sempre voluto fare tante cose: il mio desiderio era che la mia vita fosse la mia opera d’arte. C’è stato un periodo durante il quale mi occupavo della mia Academy, scrivevo libri, ero il coach di Serena Williams… e mi dicevano “come fai a lavorare così tanto?”. Semplice: perché il tempo è breve». Sarà per questa sua relazione con il tempo che ha lanciato un format, Ultimate Tennis Showdown, legato al trascorrere dei minuti in uno sport nel quale il tempo non è la misura di tutte le cose, anzi. In più, oltre a portare avanti la Academy, è tornato da poco ad essere il coach di Holger Rune, giovane talento bizzarro che deve recuperare un po’ di tempo perso, appunto.
► Mouratoglou, si discute spesso della necessità di rivedere alcune regole del tennis. Come le è venuta l’idea di questo format?
«Per avvicinare un altro pubblico al nostro sport. Le giovani generazioni sono abituate ai videogame, alla velocità. Nel tennis classico il tempo praticamente non esiste».
► Trova che l’ambiente sia troppo conservatore?
«Il tennis è conservatore anche perché è uno sport con tanta storia, ma UTS è un prodotto diverso e il conservatorismo non mi preoccupa».
► Zenith è suo partner nel format come Official Timekeeper. Quanto è importante questa collaborazione?
«Con Zenith c’è un lungo rapporto, mi ha aiutato molto anche con la mia accademia. Averlo al mio fianco in questo progetto ha molto senso, perché in questo show i tennisti devono giocare con il tempo e non ci sono abituati. Il tempo determina tante decisioni e avere dei meccanismi di grande precisione e affidabilità è importante».
► Ha parlato di giovani generazioni. Quali emozioni può trasmettere il tennis ai ragazzi?
«Moltissime. Anche perché i giocatori provano sensazioni diverse durante la stessa partita e il pubblico lo sente. Tutto questo è molto bello. Prendiamo Mc Enroe, una delle più grandi star, o Safin, che era molto amato. Non parlo di Roger e Rafa, loro sono i più grandi di tutti i tempi e sono diversi. Ma il bello del tennis è trasmettere emozioni. Penso anche a Benoit Paire, che magari è estremo: non dico che si debba essere estremi, però mi piace che i giocatori trasmettano quello che provano e siano se stessi in campo».
► Lei è appena tornato ad allenare Holger Rune, che di emozioni ne trasmette…
«Ha il fuoco dentro ed è la sua migliore qualità. Certo, deve ancora imparare a controllarlo».
► É all’opposto rispetto a Sinner, sembrerebbe.
«Sinner è il più forte del mondo al momento con Djokovic, ma io credo che ogni giocatore debba avere il proprio stile in campo, anche nel modo di essere o in quello che indossa. Scegliere il brand che lo rappresenta. Per fare un esempio, Holger non può vestirsi come Fucsovics e viceversa. I ventenni di oggi non saranno mai come i Fab Three, ma avvicineranno le giovani generazioni a uno sport così bello. Perché sono autentici, in loro non c’è ipocrisia e la gente lo sente».
► Che cos’è l’eleganza nel tennis?
«L’eleganza è Roger. Però, ribadisco, è soprattutto essere se stessi». Cioè quello che Mouratoglou fa da tutta la vita.
Sinner è il più forte al mondo, insieme a Djokovic
Questi ragazzi non saranno mai i Fab Three ma sono autentici
Avvicineranno tanti giovani a questo sport. Bellissimo
Patrick Mouratoglou Allenatore