La Gazzetta dello Sport - Lombardia
Alle 21.30 su Sky la semifinale più attesa Tra l’azzurro e lo spagnolo ammirazione e rispetto: si decide il primo inseguitore di Djokovic
Sfidante e campione Jannik Sinner e Carlos Alcaraz si ritrovano in semifinale a Indian Wells dopo un anno: l’azzurro non ha ancora perso nel 2024, lo spagnolo è il campione in carica ma non vince un torneo da Wimbledon momento. Mi piace come gioca e posso dire che sarà una partita davvero difficile, una grande sfida. Ho perso le ultime due partite contro di lui, per cui dovrò cercare di adattare il mio gioco. Sicuramente è la partita più difficile che dovrò affrontare quest’anno». Potenza del nuovo status di Sinner, peraltro consapevole della complessità che lo attende: «Carlos gioca molto bene qui perché fa saltare molto la palla, è molto veloce, si difende molto bene. L’anno scorso ha giocato molto meglio di me, però adesso è totalmente diverso. È sempre divertente affrontarlo, siamo buoni amici ma in campo diamo il 100% e di solito vengono fuori belle partite. La nostra rivalità ci ha spinti a crescere e a migliorare». Il possibile sorpasso non scompone la Volpe, anche se agli Us Open di due anni fa, nella famosa partita del match point fallito, era distante 9 posizioni (13 contro 4) e un anno fa, a Montpellier, addirittura di 15 (17 e 2): «Il n.2 è relativo. Ci sono ancora tantissimi punti in palio in due mesi. Posso andare su e poi riscendere, come posso andare su e restare. Il ranking in questo momento è secondario, per me». La sfida a tutto campo, peraltro, nel
2025 potrebbe spostarsi sul terreno finanziario: quell’anno scade il contratto di
Carlos con
Nike, e il giocatore avrebbe chiesto per il rinnovo una cifra superiore ai 150 milioni in 10 anni percepiti da Jannik. Padroni del mondo. «Se possibile, è addirittura migliorato rispetto al successo in Australia. Ha il completo controllo degli scambi e delle emozioni, alza il livello nei momenti delicati, è un maestro nell’individuare subito le scelte tattiche più corrette».
3Ora il grado di difficoltà cresce nella semifinale contro Alcaraz: Shelton e Lehecka hanno provato a sottrargli il controllo degli scambi aggredendo Sinner fin dal primo colpo a rimbalzo, e lo spagnolo ha sicuramente qualità ben più raffinate degli altri due.
«Certamente l’obiettivo degli avversari è di impedire a Jannik di impossessarsi dello scambio, perché altrimenti ti travolge con il ritmo infernale e la profondità dei colpi. Carlos può essere molto aggressivo da fondo, ma sa usare anche la palla corta per spezzare il ritmo oppure venire a rete per metterti pressione sul passante. Lo sappiamo, è un campione completissimo, ma per battere questo Sinner devi essere perfetto per due o tre ore di fila. Ne sarà capace?».
3Non c’è dubbio però che lo spagnolo a Indian Wells sembra aver ritrovato molto dello smalto che un anno fa gli fece conquistare il titolo.
«Nelle ultime partite è stato più coerente nelle scelte tattiche, senza affidarsi all’estemporaneità come spesso gli succedeva in forza di un talento limpidissimo. Significa che durante il periodo di piccola crisi si è fermato a studiare i dettagli che potevano permettergli di uscire dalla palude: una qualità che appartiene solo ai campioni veri».
3Tornando a Sinner: sta impressionando il suo rendimento alla risposta. E se rispondi come sta facendo lui, sei più tranquillo anche nei tuoi turni di battuta.
Il capitano e l’eroe della Coppa Davis
Il d.t. Filippo Volandri, 42 anni, abbraccia Jannik Sinner, 22, dopo il trionfo di novembre nelle finali di Coppa Davis: l’altoatesino ha vinto tutti e tre i singolari giocati a Malaga
di quella di Djokovic. Infatti può permettersi di servire il 36% di prime come nel secondo set contro Lehecka e dominare lo stesso l’incontro».
3 Però quel 36%, se ripetuto contro Alcaraz, diventerebbe rischioso...
«Senza dubbio Jannik dovrà alzare di molto quella statistica, le sconfitte che ha subìto contro Alcaraz sono sempre state determinate dall’aggressività dello spagnolo sulla seconda di Sinner, che dunque deve provare a giocarne il meno possibile».
3 Non appena Alcaraz ha sconfitto Zverev nei quarti, il torneo ha fatto della sfida tra lo spagnolo e l’italiano il proprio poster...
«Giusto così, perché è una rivalità sana tra due ragazzi fortissimi e umili che si rispettano molto. E poi ha fatto bene a entrambi: all’inizio Carlos è stato uno stimolo per la crescita di Jannik, adesso i risultati di Jannik stanno togliendo un po’ di pressione a Carlos».
3 Perché il movimento italiano è così forte?
Ora è il più forte del mondo, sarà il mio match più difficile
Jannik dovrà mettere molte prime di servizio per non essere aggredito
Le loro sfide piacciono perché sono umili: e il confronto ha fatto bene a entrambi
«Perché non si muove per compartimenti stagni. I giocatori parlano tra di loro, i coach parlano tra di loro. E dal confronto tutti escono arricchiti».