La Gazzetta dello Sport - Lombardia
I movimenti dei centrocampisti per avere qualità «Sono favorevole Però servono i meccanismi e i piedi buoni»
● Simone Inzaghi ha cambiato il portiere in estate, ma una delle prime parole che Sommer pronunciò riguardarono l’apprezzamento per la costruzione dal basso. Inzaghi fa scendere spesso i centrocampisti al posto dei braccetti per avere più qualità uando Silvio Berlusconi, che non amava la costruzione dal basso e la considerava una pericolosa stramberia, interpellò sull’argomento Carlo Ancelotti, ricevette la seguente risposta: «Si può fare e dà dei vantaggi se si hanno difensori con i piedi buoni. Altrimenti è molto rischiosa». Anche Arrigo Sacchi la pensa come il suo allievo Carletto, aggiungendo però che «adesso non bisogna dare la croce addosso agli azzurri perché hanno sbagliato a costruire dal basso e hanno subito gol nell’amichevole con il Venezuela. Gli errori fanno parte del percorso di crescita».
Q▶Favorevole o no alla costruzione dal basso?
«Nel calcio bisognerebbe saper fare tutto. Se partire da dietro con l’azione può aiutare, allora va bene insistere. Se, invece, questo stile di gioco può creare problemi perché i ragazzi non sono abituati a praticarlo, allora è bene cambiare strada. Si tratta di valutare la situazione con saggezza e raziocinio, e sono certo che Spalletti sia l’allenatore giusto per farlo».
▶Che cosa può dare la costruzione dal basso?
«E’ evidente: superiorità numerica in mezzo al campo e, soprattutto, la possibilità di muovere gli avversari come vuoi tu. Li sposti ora a destra ora a sinistra a seconda di dove tu intendi
Gol subito
«Bisogna provare e riprovare. All’inizio è normale pagare un conto salato, ma dopo può funzionare»
sviluppare la manovra. Non è un vantaggio da poco».
▶ Quali doti sono necessarie per eseguire bene l’esercizio?
«Fondamentali sono le distanze tra gli uomini che palleggiano e i tempi delle giocate. Se sbagli il tempo, cioè se perdi l’attimo giusto del passaggio, rischi di perdere il controllo del pallone e gli avversari ti sorprendono».
▶Si
«Sì, è corretto. Ma io penso che un ragazzo che arriva in Nazionale abbia le qualità tecniche per costruire l’azione dal basso. Non sono mica degli scarponi, gli azzurri. E poi, altra cosa da sottolineare, non è una questione che riguarda soltanto i difensori. Anche i centrocampisti devono smarcarsi per ricevere il passaggio e anche gli attaccanti devono muoversi per indirizzare la manovra».
▶ Spesso, invece, gli italiani, per abitudine, aspettano il pallone da fermi.
Ti dà la superiorità numerica in mezzo al campo
Se sbagli il tempo, perdi l’attimo giusto del passaggio
«Questo è il vero problema. Se stai fermo, diventi un bersaglio per l’avversario. Ai miei giocatori, quando ero al Milan e in Nazionale, lo dicevo sempre: guai a voi se non vi muovete! Il calcio è uno sport collettivo, invece noi continuiamo a concepirlo come se fosse una disciplina individuale. Spalletti sta lavorando per cambiare questa mentalità, e non è un compito facile. Però lui ha dimostrato, vincendo uno scudetto con una squadra di semisconosciuti, di essere la persona giusta al posto giusto. Non è un mago, ma è bravo e sono sicuro che, da qui all’Europeo, riuscirà a trovare l’assetto migliore per la Nazionale. Purtroppo ha poco tempo e non ha a disposizione un blocco di giocatori provenienti da un solo club».
▶ In conclusione, costruire o no dal basso?
«Sì, se gli interpreti lavorano molto in allenamento e se i meccanismi diventano quasi automatici. Bisogna provare e riprovare. All’inizio è normale pagare un conto salato. L’Inter, ad esempio, sta dominando il campionato, costruisce da dietro e lo fa benissimo. Ma Inzaghi, rispetto a Spalletti, ha i calciatori a disposizione tutta la settimana e mica soltanto pochi giorni in un mese».