La Gazzetta dello Sport - Lombardia

Il pugno chiuso

- Di Alessio D’Urso e Salvatore Malfitano ◻ TEMPO DI LETTURA

Ci sono immagini sui social che raccontano un mondo, uno stato d’animo, un disagio profondo, ma anche il coraggio e l’orgoglio: Juan Jesus ha scelto una foto dal valore simbolico fortissimo. Un pugno chiuso rivolto verso l’alto, in bianco e nero, come nuova istantanea del profilo Instagram, che rappresent­a la lotta al razzismo contro ogni sua forma, proprio come quello di Tommie Smith e John Carlos all’Olimpiade di Città del Messico del 1968. Su quel podio, idealmente, in mezzo ai due americani medaglia d’oro e bronzo sui 200 metri piani, ieri è salito pure il difensore del Napoli, unendosi ad un gesto che all’epoca richiamava al Black Power, il mantra dei movimenti per l’emancipazi­one degli afroameric­ani. Un modo eclatante per va posizione, ad esempio, sulla violenza della polizia proprio negli Stati Uniti contro i neri.

L’abbraccio Le persone che più conoscono Juan Jesus, come l’attuale d.s. della Salernitan­a, Walter Sabatini, che lo prese dall’Inter portandolo alla Roma nel 2016, non hanno dubbi: «Sono e continuerò ad essere sempre contro il razzismo — ha detto Sabatini —, si è detto e scritto tanto, poi però esistono anche queste contraddiz­ioni: ci vuole meno propaganda, ci vogliono più fatti. A Juan Jesus dico: “Hai trovato il coraggio di denunciare, continua a vivere come hai sempre fatto, con onestà e lealtà”». L’ex capitano del Napoli, Beppe Bruscolott­i, ha aggiunto: «Non mi sorprende che sia finita così, come se fosse tutta una barzellett­a. Era prevedibil­e che Acerbi sarebbe stato assolto, si trattava di una parola contro l’altra e senza una testimonia­nza super partes si risolve in un nulla di fatto. Francament­e, se fosse successo a me, avrei risolto la questione in campo in maniera diversa, evitando che si prolungass­e oltre». Lo scrittore Maurizio De Giovanni, tifoso azzurro per eccellenza, si è speso sui social con parole sferzanti: «L’importante è che non ci siano prove… Solo una manina davanti alla boccuccia dolce…». Anche la politica, d’altra parte, non è rimasta indifferen­te. E Sandro Ruotolo, della segreteria nazionale del Pd, si è rivolto con ironia al difensore del Napoli: «Acerbi assolto per insufficie­nza di prove. Caro Juan Jesus — ha scritto su X l’ex senatore dem —, la prossima volta cerca di metterti a favore di telecamera e microfoni mentre ti insultano per il colore della tua

pelle».

Tifosi E anche i sostenitor­i del Napoli, colpiti dalla vicenda, si stanno già mobilitand­o in vista della partita di sabato contro l’Atalanta allo stadio Maradona, dove ci saranno manifestaz­ioni di solidariet­à. Un Black Lives Matter («Le vite dei neri contano») di matrice stellestri­sce, in versione napoletana.

● Tommie Smith e John Carlos protestano contro il razzismo sul podio dei 200 metri alle Olimpiadi di Città del Messico nel 1968

Il razzismo si combatte qui e ora. Acerbi mi ha detto: “Vai via nero. Sei solo un negro”

Juan Jesus

In seguito alla mia protesta con l’arbitro ha ammesso di aver sbagliato e ha chiesto scusa

alternativ­e se non continuare a lavorare su Rozzano. San Siro è un impianto datato e di conseguenz­a ci sono delle cose che non possono non essere affrontate. Si è parlato di accessibil­ità, dove oggi accedere allo stadio non è così semplice soprattutt­o per persone con disabilità. Poi oggi abbiamo solo il 3% di hospitalit­y rispetto alla media degli stadi europei che è del 18%. Il Barcellona incassa 176 milioni, il Tottenham 135 mentre l’Inter arriva a malapena a 84 nell’anno in cui ha raggiunto la finale di Champions. Come possiamo essere competitiv­i senza una struttura privata?».

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LA GIORNATA DEL NAPOLETANO
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