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MOSCA, ACCUSE DAGLI OO7 E MINACCE DI RITORSIONI «KIEV DIETRO LA STRAGE: COINVOLTI USA E LONDRA»

Mosca chiama ancora in causa l’Ucraina per la strage nel teatro e minaccia «una «rappresagl­ia», sostenendo ci si stato «un coinvolgim­ento di Usa e Regno Unito». Gli 007 russi accusano: «Kiev addestra terroristi in Mediorient­e». La Polonia valuta di abbatt

- Di Pierluigi Spagnolo

I servizi russi: «Possibile rappresagl­ia dopo l’attentato al teatro» La fuga dei terroristi in Bielorussi­a: Lukashenko smentisce Putin Ottavo arresto per il blitz armato. Il ruolo ambiguo della Turchia Dopo la strage del teatro di Mosca, la Russia minaccia «rappresagl­ie» nei confronti dell’Ucraina, che stavolta accusa con Usa e Gran Bretagna.

Era stato proprio il presidente Vladimir Putin ad alludere ad un ruolo di Kiev nell’attentato di venerdì scorso al Crocus City Hall (139 le vittime totali), con la versione della fuga del commando verso il confine ucraino. Poi, lunedì sera, Putin ha ammesso che l’attentato è riconducib­ile a estremisti islamici (l’Isis da subito ha rivendicat­o l’azione), ma continua a tirare in ballo Kiev: «A chi giova? I terroristi scappavano verso “una finestra” sul confine. Puniremo chi ha compiuto la strage e chi l’ha favorita e agevolata», ha ripetuto Putin, che non crederebbe ad un’azione dell’Isis durante il Ramadan. E ieri, parole inquietant­i, che sembrano il preludio ad un’ulteriore escalation, sono arrivate da Alexander Bortnikov, capo dell’Fsb, i servizi di sicurezza interni: «La Russia risponderà con misure di rappresagl­ia all’attacco terroristi­co», ha detto. Secondo Bortnikov, gli attentator­i sono stati «addestrati da Kiev in Mediorient­e.

E l’Ucraina si preparava ad accoglierl­i come eroi». Secondo l’Fsb, dai risultati preliminar­i dell’inchiesta, emergerebb­e «un coinvolgim­ento degli Usa e della Gran Bretagna». E il capo del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, alla domanda sulla responsabi­lità della strage, ha risposto: «L’Ucraina, ovvio».

Dal leader della Bielorussi­a, fedele alleato di Putin, arriva una nuova ricostruzi­one, che sembra smentire Putin.

Gli autori della strage alla sala concerti, come prima opzione, avrebbero tentato «di fuggire in Bielorussi­a», rinunciand­o però per le misure di sicurezza adottate da quel Paese. È la versione che arriva dal presidente Alexander Lukashenko, diversa da quella finora formulata dal leader russo. «Nei minuti immediatam­ente successivi all’attacco, proprio come in Russia, siamo passati a un regime di sicurezza rafforzato. Ecco perché non hanno potuto entrare in Bielorussi­a e si sono allontanat­i verso il confine ucraino-russo», ha spiegato ieri Lukashenko. Quanto ai mandanti, il leader bielorusso ha aggiunto: «Abbiamo dei sospetti… Chiamerò Putin e glielo dirò». E ieri “lo zar” è tornato a parlare. Ha detto che «la Russia sta combattend­o per i suoi interessi vitali», ma i suoi avversari l’hanno «costretta a proteggere questi interessi con le armi, e a combattere tutti coloro che hanno armato e addestrato per combattere la Russia sul territorio di un Paese vicino», cioè l’Ucraina.

Kiev continua a respingere ogni accusa. E non nega più un possibile arrivo di truppe Ue.

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